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Parole coreane usate

*Dae= si

*Gwenchanhayo= stai bene

*Jeongmal mianhaeyo= mi dispiace davvero

* Arasseo= capito/ok

*Gomawo= grazie

*Saranghae= ti amo

I miei stivali tintinnavano sul pavimento piastrellato lucido, con un ritmo irregolare, echeggiando rumorosamente nei corridoi affollati dell'ospedale facendo girare alcune teste verso di me. Ricevetti delle occhiatacce dalle persone al piano terra, mentre analizzavano il mio stato.

Non era inusuale però, considerando le mie condizioni.

Finalmente uscii dall'ascensore che "tintinnò" per la decima volta in modo fastidioso come per mettere alla prova la mia pazienza anche in questa grave situazione. Mi avventurai verso il corridoio, familiare a quello precedente, tranne per il fatto che mancava il costante mescolamento di pazienti, infermieri e medici, ed era completamente avvolta da un silenzio tombale.

C'era fin troppo silenzio.

Facendo scorrere le dita sui miei capelli disordinati, tentai di lisciarli, avvicinandomi alla stanza 153 al 10° piano. Le mie spalle si sollevavano su e giù a causa del fatto che ero senza fiato. Avevo percorso a piedi molti metri ed ero esausta. Il mio respiro era irregolare e usciva come enormi rantoli e i miei piedi mi stavano uccidendo. Raggiunsi la stanza e bussai tre volte, trattenendo il respiro aprendo leggermente la porta.

La faccia preoccupata di mia madre apparve sulla porta e sospirai dal sollievo, respingendo per un secondo tutte le mie preoccupazioni, solo guardandola.

"Oh! Seon...dov'eri? Peché ci hai messo così tanto tempo?"

Mi tirò dentro e chiuse la porta, abbracciandomi forte tra le sue braccia.

"Ehm...sono successe un sacco di cose, mamma. E' troppo lungo da spiegare, ma te lo dirò più tardi". Feci un sorriso forzato e lei capì subito.

"Certo cara, ora riposati un po'. Dimmi quando ti sentirai meglio." sorrise, lasciandomi andare e mormorai un grazie. Ero così felice che non mi stesse bombardando di domande in questo momento.

"Lee?"

Il mio cuore perse letteralmente un battito e la mia testa si rivolse verso il suono della voce così velocemente che pensai per un attimo che il mio collo fosse rotto. Il mio intero corpo si accese come un inferno, mentre lo guardavo sbalordita.

Taehyung era seduto nel letto, con il suo bellissimo sorriso rettangolare rivolto a me. Notai che il suo monitor del cuore era spento e anche alcuni dei tubi. I battiti irregolari del mio cuore, che mi martellavano la cassa toracica ad una velocità accelerata, mi resero difficile frenare il mio autocontrollo. Non riuscii a capire cosa stesse succedendo per un buon minuto.

Corsi praticamente verso di lui, anche se c'era solo una piccola distanza tra di noi. In un batter d'occhio, le mie braccia erano attorno a lui, spingendolo più vicino a me con un forte abbraccio.

"Tae..." la mia voce era roca per l'emozione. Il mondo mi crollò quando venni racchiusa tra le sue braccia e tutto sembrava come svanito per un momento. Potevo ancora sentire delle tracce del suo profumo Gucci, che mi confortò con un ardente senso di familiarità.

Sentii mia madre uscire, pronunciando qualcosa insieme alle parole "torno subito" e la porta si chiuse con un clic, lasciandoci soli. In quel momento mi tirai indietro.

Guardai le sue orbite marroni profonde, che mi facevano perdere in lui ogni volta che lo fissavo e non riuscivo più a controllarmi. Il mio autocontrollo era una barriera che si era frantumata in migliaia di frammenti dal modo in cui mi fissava. Potevo sentire che anche lui stava provando lo stesso, nel modo in cui le sue dita si aggrovigliarono nei miei capelli e nel modo in cui i suoi begli occhi scintillavano quando si avvicinava, o quando i nostri nasi si toccavano.

Le mie labbra si aprirono quando finalmente cedetti. I miei occhi si chiusero e l'intimità della sensazione provata in quel momento, mandò ogni cellula del mio corpo, accendendosi in fiamme. Mi baciò lentamente di rimando, mandandomi in una trance euforica di pura beatitudine. Sapevo che questo era sbagliato per molti motivi, ma in questo momento non mi importava.

Le sue labbra si mossero delicatamente sulle mie, togliendo via tutte le preoccupazioni, tutto il dolore e tutte le sofferenze dentro di me.

Dopo un paio di minuti, aprii gli occhi e mi allontanai. Respiravamo affannosamente e io collegai il mio sguardo al suo.

"Sai quanto mi hai fatto preoccupare?" sussurrai e le sue dita si intrecciarono con le mie. Le sue mani morbide mi trasmessero calore in tutto il corpo.

"Mianhae" mormorò. "Mi dispiace davvero per tutto". Il suo tono era profondo, quasi triste.

"Gwenchanhayo?" dissi, ancora preoccupata per lui. "Ti senti davvero meglio adesso? Cosa è successo?"

"Dae, ma Jeongmal Mianhaeyo" ripeté di nuovo. "Per non averti parlato di tutto ciò prima, ma non volevo farti preoccupare...ecco perché l'ho tenuto segreto. Mi sono sentito davvero male per non essermi aperta con te, ma onestamente non volevo che ti preoccupassi per me" ammise.

"Beh, mi hai fatta preoccupare alla grande ah!" dissi mettendo il broncio. "Come hai potuto nascondermi una cosa del genere? Mi sono preoccupata da morire!"

"Sapevo che saresti stata arrabbiata con me" rispose lui abbassando lo sguardo ed evitando i miei occhi.

"Oi" dissi. Lui distolse ancora lo sguardo. "OIII" dissi, questa volta più forte, ma non sussultò nemmeno. Sospirando gli diedi un bacio casto sulle labbra e lui si alzò di scatto, incontrando i miei occhi.

Sorrisi. "Allora questo è quello che stavi aspettando, eh?"

Le sue guance diventarono rosse, così gli presi le mani a coppa con i palmi delle mani, impedendogli di distogliere lo sguardo.

"Ascolta Taehyungie" iniziai. "È vero che oggi mi hai fatto preoccupare così tanto, ma non devi dispiacerti per questo. Sono ancora un po' arrabbiata per il fatto che non me l'hai detto prima, ma va bene, ho capito. Non mi interessa se hai problemi al cuore, ok? Ti amo ancora. Non smetterò mai di amarti. Prenderemo le medicine e starai bene. Pensavi che ti avrei lasciato se lo avessi scoperto? Mai. Hai la mia parola su questo, Tae. Non ti lascerò mai. Dopo che abbiamo chiarito ciò, non mi nasconderai mai più nulla, arasseo?"

Sbatté le palpebre e poi un sorriso apparve sul suo viso. "Gomawo. Lee. Arasseo. Sarangae".

Tolsi le mani dal suo viso e mi resi conto che stava sorridendo, con quello sguardo luminoso, come sempre.

"Ora dimmi cosa è successo" dissi. "Cosa ha fatto riaffiorare di nuovo tutto ciò?".

Posai il mio palmo sul suo cuore, mentre il suo polso avvolgeva le mie mani.

Il suo volto si fece serio alla mia domanda e cercò di distogliere lo sguardo, ma io sollevai il mento verso di me.

"Dimmelo, va tutto bene" mormorai vicino alle sue labbra.

"Lee..." iniziò. "Mi conosci-"

"Vai avanti"

"Ho visto mio padre oggi; il padre che mia madre aveva detto essere morto."

Lost | k.t.h [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora