La mattina del mio matrimonio iniziò nel peggiore dei modi. Appena tornata in camera mi ero fiondata a letto rifiutandomi di pensare a cosa fosse appena successo e avevo ingoiato un sedativo, odiavo quella roba ma odiavo di più il mio cervello in quel momento. Ma visto che era relativamente presto mi ero svegliata all'alba e come se non bastasse la porta della mia suite si aprì violentemente, per un secondo pensai fosse Rhett ma un Bradley infuriato marciò nella camera. Aveva saputo della mia piccola bravata ovviamente e non ne era contento e me lo dimostrò. Ma fu scaltro, alla fine quando se ne andò gli unici lividi che avevo erano sull'addome e ormai ero una campionessa nel inventarmi scuse per quelle orrende macchie nere che mi macchiavano la pelle e visto che avrei dovuto indossare una di quelle cose che ti stringe la pancia fino a stritolarti avrei potuto dare la colpa a quello e lui lo sapeva bene.
Bastardo.
A Emma era stata data un'altra camera così quando mi fui ripresa la chiamai, avevo bisogno di lei come sostegno. Non avevamo mai parlato di quello che Bradley mi faceva, una volta ci aveva provato ma io avevo deviato la conversazione e ogni volta che vedeva dei lividi il suo sguardo si scuriva e il suo umore precipitava. La verità era che mi vergognavo, facevo tanto la spavalda, ma alla fine abbassavo la testa ogni volta. Nel giro di poche ore la mia camera fu inondata di gente, parrucchieri, estetista di tutto e di più. La cerimonia si sarebbe tenuta alle undici e mancavano solo trenta minuti. Avevo indossato il mio abito da sposa, e adesso finalmente da sola mi osservavo allo specchio. Il vestito era a sirena e mi avvolgeva perfettamente, la seta bianca era un contrasto piacevole con la mia pelle e lo scollo non era esagerato ma mi faceva sembrare sexy lo stesso. Mi guardai così attentamente che alla fine dovetti coprire lo specchio con una giacca. Era tutto così incasinato, io ero così incasinata. Mi abbassai reggendomi solamente sui miei piedi e cercai di respirare. Avrei così tanto voluto avere i miei fratelli al mio fianco, persone che mi amavano, ma la realtà era che loro erano andati avanti, si erano dimenticati e avevo messo su famiglia mentre io ero bloccata nel mio inferno personale.
Non sentii la porta aprirsi così mi spaventai quando una mano si posò delicatamente sul mio braccio. John era in smoking e sembrava decisamente affascinante. Non lo vedevo da un paio di giorni, Bradley aveva richiesto personalmente che fosse con lui chi sa dove e lui aveva dovuto obbedire. "Non dovresti piangere il giorno del tuo matrimonio." Si accovacciò al mio fianco prendendo la mia mano tra la sua. John era come un padre per me, uno burbero, ma faceva il suo meglio . "Non sto piangendo." Dissi respirando pesantemente.
Bugiarda.
"Forse dovresti." Sì forse avrei dovuto ma non c'era tempo per quello e non avrebbe cambiato nulla, forse solo il mio trucco da un'ora. Scossi la testa e cercai di calmarmi. "Vorrei che fossero qui sai, ho questo costante ricordo di loro ed è sciocco perché molto probabilmente nessuno dei due è più la persona che io mi ricordo. Io di sicuro non sono la stessa ma vorrei lo stesso che fossero qui." Intendevo tutta la mia famiglia, i miei genitori e i miei fratelli. A volte volevo comportarmi da immatura e puntare sul fatto che la merda peggiore fosse capitata a me ma avrei solo peggiorato la situazione. "Forse non puoi averli tutti e quattro Mia ma sono sicuro che due di loro sono al tuo fianco in questo momento."
I miei genitori.
Sperai che fosse vero, che in quel momento loro fossero qui a fianco a me. Mi domandai cosa avrebbero potuto pensare, di me, della situazione in generale. Ma non ebbi tempo a sufficienza.
Qualcuno bussò alla porta e seppi che era arrivato il momento. John mi aiutò ad alzarmi e mi sistemai. "Sei bellissima Mia." Era la prima volta che mi diceva una cosa del genere, e nei suoi occhi non c'era quello sguardo disgustoso degli uomini che mi circondavano, il contrario, nei suoi vedevo affetto. Nessuno mi aveva mai guardato in quel modo da cosi tanto tempo che quasi non ricordai come fosse. Annui e mi feci coraggio. "Grazie per essere stato al mio fianco John." Gli dovevo tutto, sarei uscita pazza anni fa. La sua espressione si indurì e io seppi che lo avevo emozionato. Da oggi in poi avrei visto molto di meno John, avevo deciso che sarebbe stato meglio se fosse rimasto a sorvegliare Chloe, lei ne aveva più bisogno di me, ormai sapevo tutto quello che dovevo sapere per scoprire chi aveva ucciso i miei genitori e sarei stata più tranquilla sapendo che Chloe fosse stata al sicuro. "Mia ti prometto che ti riunirai alla tua famiglia." John non faceva mai promesse, ma gli credetti.
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Ace of hearts
RomanceTra le vie di New York si racconta una legenda, che prende il nome della Principessa Perduta, una bellissima bambina, con un futuro luminoso davanti a se avrebbe dovuto illuminare la città, almeno fino a quando il momento delle favole finisce e si i...