Capitolo 41

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Contrariamente a quello che avevo pensato Rhett tornò, non si allontanò come la scorsa volta. Rientrò a casa dopo un paio di ore e pur non parlandoci dormì a casa, nel letto,  con me. Non riuscivo a decifrarlo, avevo appena ammesso di averlo tradito e l'unica cosa che faceva era ignorami, perché?  Ero rimasta chiusa nella mia stanza per non so quanto tempo,  poi si era spalancata con forza ed Emma era entrata come un razzo e mi aveva obbligata a raccontarle cosa diavolo fosse successo. Neanche lei capì. Dominic non sali più,  al posto suo apparse Connor che passava tutti i pomeriggi a controllarci, mi sentivo in trappola. Avevo provato a uscire con Emma ma Connor mi aveva  comunicato che Rhett aveva dato disposizione di non farmi lasciare l'edifico. Non lottai. Emma rimase al mio fianco cercando di distrarmi ma la mia mente era concentrata su qualcos'altro. Avevo la costante paura che Rhett entrasse da quell'ascensore e cambiasse idea. Perché non aveva reagito? Aveva detto che se fosse stato brutto e  non fossi andata io da lui le conseguenze sarebbero state peggiori quindi perché non agiva? "Non hai intenzione di urlare? Di costringermi a dirti il resto?" Ero a letto mentre lui si stava vestendo, il silenzio mi stava facendo uscire pazza e  preferivo che mi urlasse contro. Ma lui mi ignorò, ancora una volta. "Perché ti sei comportato come se non fosse successo niente? Ti ho tradito " spostai le coperte e mi alza dal letto, avevo bisogno di una reazione  da parte sua. "Rhett dannazione parlami" si girò come un fulmine   e mi affermò per la gola sbattendomi contro il muro. "Non ti hanno ma insegnato  a non stuzzicare il can che dorme? Stai zitta cazzo non voglio sentire neanche  un'altra delle tue stronzate." Motivata finalmente  da un qualche segno da parte sua non demorsi, volevo che mi facesse del male perché da sola non potevo farlo. " Non hai intenzione di prendere provvedimenti per quello che ho fatto? E se si dovrebbe sapere? E poi perché sono ancora qui?" Una parte di me era rannicchiata e si stava dondolando coprendosi le orecchie mentre l'altra  voleva uno scontro. I suoi occhi furono attraversati da una scintilla "Fammi mettere in chiaro una cosa. Mi hai tradito e andrò in fondo alla cosa ma non ho intenzione di chiederti nulla perché dalla tua bocca escono solo delle cazzo di bugie e non ne ho bisogno in questo momento. Vuoi delle conseguenze? Non ti preoccupare le avrai a breve e per quanto riguarda il motivo per il quale tu sei ancora qui è semplice. Questo è il tuo cazzo di posto. Posso odiarti Mia ma sei mia moglie e rimarrai qui e prova solamente a ripetere le tue stronzate di quando eri appena arrivate e faccio rinchiudere la tua amica in qualche cella sono stato chiaro?" Non riposi ma lui pretese lo stesso una risposta "Sono stato chiaro Mia?" Incurvai le labbra mordendomi la parte interna e poi dissi "Si sei stato chiaro " mi lasciò andare e caddi  sulle ginocchia . "Non uscirai da questa casa e non provare a scappare " detto questo afferrò il resto dei suoi abiti e se ne andò. Avevo mille domande per le quali sapevo sarebbero rimaste senza risposte.

La prima risposta mi venne data tre giorni dopo il nostro confronto, tre giorni estremamente monotoni in cui io ed Emma avevamo  deciso di mettere da parte il piano mentre tutti gli occhi erano su di me e in cui Rhett non mi aveva rivolto la parola. Connor entrò nella mia stanza dichiarano che avevo dieci munti per essere pronta. Non feci domande, volevo lasciare  quell'appartamento. Mi vesti in fretta e raggiunsi Connor che mi aspettava davanti le porte dell'ascensore, Emma anch'essa vestita mi guardava confusa. Alzai le spalle per comunicarle che non avevo idea di che stesse per succedere. Entrammo in macchina e Connor si diresse in periferia fermandosi davanti  a un night club. Era appena pomeriggio, che diavolo ci facevamo qui? Chiesi spiegazioni ma Connor mi ignorò. Ero stanca delle persone ignoravano  le mie domande. Ci fece strada ed entrammo. Era un posto gigantesco , sullo sfondo si vedevano diversi palchi con dei pali al cento. Non ero mai stata in un posto del genere da mattina, sembrava così diverso. Entrammo  in una porta laterale e finimmo in un corridoio buio e stretto. Emma afferrò la mia mano. Sempre scortate da Connor continuammo a camminare finché non attraversammo un'ultima porta. La scena che mi si rilevò  fu glaciale. C'erano dozzine di uomini  e presupposi che  facessero parte dell'organizzazione, la sala era gigantesca ma loro la riempivano, era come stare in uno di quei concerti che avevo visto in televisione, c'era quasi troppa gente per passare ma non appena si girarono  verso di noi la gente ci fece spazio per passare proprio com'era successo con Rhett. Connor  mi spinse  leggermente in avanti e mi costrinsi a camminare a testa alta mentre avevo tutti gli  occhi su di me. Che cavolo stava succedendo? Quando superammo  tutta la gente scorsi Rhett circondato da Nathan e Dominic. Venne in avanti prendendomi  per il braccio mentre Dominic afferrò Emma. Io e la mia amica ci guardammo confuse ma Rhett mi spinse ancora in avanti facendomi perdere il contatto visivo. Non sapevo cosa stava per succedere ma sentivo che non mi sarebbe piaciuto. Ci fermammo e  solo in quel momento notai una specie di palco. Rhett mi fece salire   e ci fermano al centro in modo tale che tutti gli occhi fossero puntati su di noi. "Sapete bene che non mi piacciono queste cose, le trovo ripugnanti ma trovo anche peggio le bugie. I bugiardi. " fece una pausa e sapevo che quelle parole era dirette a me. "Quando qualcuno fa un giuramento mi aspetto che venga rispettato e se così non fosse deve essere preparato alle conseguenze" fece un cenno alla nostra destra poi due uomini salirono sul palco trascinando  un uomo, ma non uomo qualcuno bensì Henry Clark, uno degli uomini che aveva preso parte all'omicidio dei miei genitori e che mi aveva rapita. Istintivamente trattenni il respiro. La sua faccia era messa davvero male. Perdeva sangue dappertutto e i suoi vestiti erano tutti strappai, nulla  a che vedere all'ultima volta in cui l'avevo visto. "Come molti di voi sapete Henry Clark era un uomo rispettato da tutta l'organizzazione e ovviamente non potevo credere ai miei occhi quando i miei uomini l'hanno trovato a un incontro con uno uomo all'organizzazione di New York " Rhett fece una pausa mentre la folla iniziò  a borbottare. "Clarke  vedeva informazioni a  New York, voleva più potere " non staccò mai il braccio dal mio e mi tirò in avanti quando si avvicinò  a Henry. "Hai tradito casa tua  per soldi " lo disse con ribrezzo e la folla esplose. Risuonarono minacce di morte da tutte le parti che mi fecero  rabbrividire ma mantenni un'espressione neutra. Questa gente si nutriva della paura . Rhett voleva che osservassi in prima persona e sapevamo entrambi il perché. "Non tollero traditori nella mia organizzazione e voglio che sia chiaro, chi mi  tradisce  andrà in contro a una morta certa " la folla esultò come se fosse un cazzo di show. Le sue dita si  strinsero di più attorno al mio braccio  ma non mi mossi, lo osservai invece  estrarre la pistola e puntarla verso Henry. Quest'ultimo mi guardò negli occhi, prima osservandolo non c'era nulla ma quando incrociò i miei vidi un chiaro segno di scherno. Non si pentiva di quello che aveva fatto. Come poteva non pentirsi  nemmeno davanti alla morte certa? "Qualche ultima parola Clarke?" Domandò Rhett impassibile. Sapevo che Rhett riusciva a  vedere il nostro scambio di sguardi ma non osai distogliere lo sguardo, come si faceva a essere così senza cuore? Aveva contributo a rapire una bambina e adesso, quando stava per morire non se ne pentiva. Aveva ucciso la mia famiglia e mi stai rendendo la vita un inferno e non avrebbe cambiato nulla, "Ci vediamo presto" sorrise rilevando i denti sporchi di sangue. Rabbrividì.  Rhett non indugiò e sparò,  un colpo perfetto al centro della fronte. Il corpo senza vita di Henry cadde esattamente a terra mentre io osservavo immobile . Quel saluto era per me, sapeva che presto avrei fatto la sua stessa fine.   Un conato di nausea mi assali. Avvertì lo sguardo  di Rhett su di me, lo senti bruciare poi percepì  la folla che urlava. Volevo andarmene  di li. Mio marito abbassò la testa quel che bastava per parlarmi nell'orecchio "Spero che tu sia felice, ecco le tue conseguenze  " non mi disse altro,  scendemmo dal palco e ordinò a Connor e di riportarmi a casa e di non farmi uscire, lo show era finito, per oggi.

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