Capitolo 33

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Pov's Rhett

"Dico sul serio amico se non la smetti ti do un pugno"osservai il mio migliore amico cercare di evitare le stronzate di mio fratello. Eravamo all'appartamento di Nathan e stavamo aspettando che sua moglie Audrey tornasse a casa. Lei e Mia erano uscite  per una serata tra ragazze  e mi ero fatto aggiornare ogni venti minuti dai miei uomini. Non la vedevo da più di una settimana ma era meglio così , non riuscivo a pensare  lucidamente con lei nei paraggi e dovevo scoprire  cosa mi stesse nascondendo. Aveva messo i miei migliori  uomini a indagare ma non ero riuscito  a trovare nulla. Avevo bisogno di tempo, Mia era diversa e io mi sentivo  strano con lei nei paraggi e finché non avessi scoperto che cazzo nascondeva le sarei stato lontano perché  se no avrei finito per perdonarle qualunque cosa . Quella donna aveva uno strano effetto su di me. Lanciai uno sguardo al telefono, l'ultimo messaggio di Jack risaliva diciannove minuti fa e mi informava di essersi messo in macchina e che era tutto okay. A quest'ora sarebbero già  dovute arrivare. Il cellulare di Nathan squillò mentre cercava di scrollarsi di dosso i mille popcorn che Dominic gli aveva lanciato e rispose.

Lo avverti immediatamente così come Dominic,  l'aria si fece testa e Nathan  si irrigidì. "Arriviamo" si alzò di scatto e mi guardò. Balzai in piedi,   qualunque cosa mi stesse per dire non mi sarebbe piaciuta. "Hanno fatto un incidente. Qualcuno ha preso Mia" qualcosa dentro di me esplose ma la tenni a bada e non persi altro tempo. Afferrai le chiavi e chiami Sergei. Dannazione non avrei  dovuto farla uscire.

Quando arrivammo nel luogo dell'incidente il mio cuore si fermò. L'auto in cui viaggiava Mia era ribalta ed era distrutta. Audrey era appoggiata al marciapiede con le mani nei capelli e quando ci vide arrivare venne direttamente verso di me anziché andare verso suo marito. Dove merda erano Connor  e Jack? "Audrey chi è stato? E dove merda sono i miei uomini?" Ero furioso, merda avrei potuto uccidere a mani nude, nella mia mente continuavano a riprodursi immagini di Mia ferita, in mano a qualche bastardo.  "Connor è andato  a cercare Mia mentre Jack l'ho fatto portare in ospedale, aveva visto la macchina venirci incontro e sarebbe andata verso Mia ma lui ha fatto qualcosa finché colpisse lui" merda, ero grato a Jack ma allo stesso tempo lo avrei  ucciso per averla fatta rapire. "Hai visto chi è stato?" le chiesi ma lei scosse la testa, "Mai visti prima ma erano qui per Mia, sono andati diritto verso di lei e l'hanno presa, non era molto cosciente quando l'hanno messa nella macchina,  ho già dato la targa a Connor "  annui poi sentii Dominic parlare con Connor e gli strappai il telefono da mano"Dimmi che l'hai trovata cazzo"  se non l'avessi trovata nel giro di pochi minuti  avrei ucciso qualcuno. "La macchina è stata abbandonata ma qualcuno ha detto di aver visto una donna essere scaricata per strada non lontano da dove sono, mi sto dirigendo li. " agii automaticamente andando verso la macchina  "Dammi la tua posizione" chiusi la chiamata ed entrai in macchina "Dominic chiama ogni cazzo di uomo  voglio che Mia sia trovata,  adesso." ordinai poi lo senti salire  con me in macchiante  mentre Sergei ci seguiva. Iniserì la posizione nel navigatore e premetti sull'acceleratore . Il mio telefono risuonò nell'abitacolo  dopo pochi secondi. "Capo l'ho trovata " ripresi a respirare ma non tolsi il piede dall'acceleratore, dovevo assicurarmi con i miei occhi che stesse bene.

"Sta bene?"domandai stringendo il volante tra le mani

"Respira ma ha perso i sensi" l'auto si fece silenziosa, mio fratello al mio fianco si irrigidì mentre io ringhiai. Avrei ucciso chiunque fosse il responsabile.

"Chiama il dottore adesso" ordinai.   Quando arrivai nel luogo scesi velocemente dall'auto le mi diressi verso Connor .  Era una strada di merda, con spazzatura da tutte le parti e in giro non c'era un cazzo di nessuno. Vidi la figura  del mio uomo accovacciata  e lo spostai. Mia era per terra con il vestito strappato e la faccia gonfia.  Per un secondo non respirai. Era stata picchiata . Rimasi a osservare mia moglie, per terra, lasciata svenuta e picchiata per strada come se fosse spazzatura. Avevo fallito. Le avevo promesso che nessuno le avrebbe fatto più del male, avevo pensato  che la protezione dei miei uomini sarebbe bastata. Avevo sbagliato. Non me lo sarei mai perdonato. Una scarica di rabbia mi invase. "Le hanno dato qualcosa " Connor mi porse una siringa. Era un cazzo di sonnifero. Strinsi la siringa  nella mano mentre il  terrore mi investi, che diavolo   le avevano fatto mentre non era cosciente?  Vidi mio fratello avvicinarsi, poi sentii il momento esatto in cui fu investito da una rabbia feroce. Aveva pensato lo stesso. La presi tra le braccia, era fredda e immobile, a stento riuscivo  a vedere il suo petto sollevarsi quando incanalava l'aria. Sembrava cosi indifesa, un dolore al petto mi investì. La portai nella mia auto poi guardai verso mio fratello e verso Sergei  "Trovate il responsabile  e portatemelo" non aspettai una risposta e Connor  si mise alla guida e parti. Strinsi il corpo freddo di Mia tra le mie braccia mentre sentivo i miei polmoni ridursi alla sola vista della sua faccia. L'occhio destro si stava gonfiando  ed era rosso mentre dalle  labbra le usciva del sangue e aveva dei graffi su entrambi i lati della faccia. Le avevo promesso che nessuno l'avrebbe più fatto del male e invece ancora una volta avevo lasciato  che le mie emozioni mi offuscassero. Avrei voluto trovare da solo il responsabile ma non avrei più lasciato il suo fianco, Fanculo lo spazio, adesso si faceva a modo mio, come avrei dovuto fare dall'inizio. "Cazzo guida più veloce" sbraitatai  verso il mio uomo. Mi tolsi la giacca e l'appoggia su di lei, aveva la pelle ghiacciata. Nonostante tutto quello che stava succedendo tra noi due non mi ero pentito di averla sposata, non mi ero pentito di nulla,  avevo solamente bisogno di tempo per comprendere come muovermi, sapevo che era stata dura per lei cosi avevo pensato di darle dello spazio. Errore madornale.  L'auto si fermò violentemente davanti al mio attico e scesi portandola tra le mie braccia. Quando varcai  le porte del mio attico trovai  già il dottore e con lui c'erano anche Nathan  e Audrey, Il mio amico  sbiancò quando vide il corpo di Mia tra le mie braccia. Feci segno al dottore di andare in camera da letto e la adagia sul letto. La guardai mentre il dottore la visitava, non la persi  di vista per un secondo. Sembrava così piccola e indifesa. L'avevo messa io questa  merda,  avrei dovuto proteggerla. "Vieni  in salone  amico, lei non va da nessuna parte" Nathan mi affermò per le spalle e mi lascia trasportare. Dovevo scoprire chi era il responsabile  e una volta scoperto farlo soffrire. Presi il cellulare dalla tasca e chiamai mio fratello. "Hai trovato qualcosa?" Domandai camminando  per il salone. "Non ne sono sicuro,  ti chiamo quando ho qualcosa di concreto" detto questo  staccò la telefonata. "Fatemi vedere delle foto, potrei riconoscere qualcuno." Audrey era accovacciata  sua sedia con la giacca di Nathan  sulle spalle, aveva i capelli scompigliati e il trucco sbavato ma oltre quello era del tutto normale. Annui senza neanche guardare il mio amico e presi i file di tutti i miei possibili nemici. Le lasciai sfogare le foto in silenzio mentre camminavo su e giù per il salone."Trovato" mi girai di scatto e la  aggiunsi. Stava fissando la foto di uno scagnozzo di New York. Non mi servi altro. Avevano osato fare del male a Mia, li avrei uccisi tutti, uno per uno. Contemporaneamente il mio cellulare squillò e lo misi in viva voce. "È New York " io e Nathan  ci guardammo, ci eravamo contenuti perché cercavamo una strada diversa dalla guerra ma adesso non c'erano altre soluzioni. Avrebbero pagato." Dai l'ordine ai miei uomini di preparasi"   poi prestai l'attenzione su Mia. Il dottore usci e lo raggiunsi in pochi passi. "Allora? "ringhiai,  non mi interessava essere gentile lo pagavo per una ragione. "Sua moglie sta bene, oltre  a qualche livido e le si formerà un occhio nero. Volevo sapere se volete procedere per il test anti stupro" Audrey e Nathan  si irrigidirono, loro non sapevano come l'avevamo trovata. Mi passai la mano tra i capelli cercando di prendere una decisione, quei test erano invasivi,  non volevo violarla più di quanto non fosse già successo ma avevo bisogno di sapere,  perché se ... Mia non aveva problema a mentire soprattutto se riguardava la sua salute, avrei potuto chiedere ma se fosse veramente successo quello che pensavo lei mi avrebbe potuto mentire. "Non è una decisione che spetta a noi Rhett, so che vuoi saperlo ma è Mia  a dover prendere questa decisione, non tu" Audrey apparì al mio fianco, stringendomi il braccio delicatamente. Sapevo che aveva ragione, diavolo lo sapevo ma non volevo rischiare. Mia non si fidava di me, non mi avrebbe mai detto la verità, soprattutto se quello che pensavo era vero, non dopo Bradley, non dopo quello che aveva passato.

"Sono suo marito" dissi guardando in basso. Strinsi i pungi cercando di prendere una decisione. Volevo sapere ma avevo anche bisogno di aggiustare questa situazione, volevo che mia moglie non mi odiasse, volevo che si fidasse di me, volevo fidarmi di lei. Invaderla non era la giusta mossa, non con una come Mia, lei era diversa, dovevo agire diversamente da come ero abituato, lei si meritava di meglio anche se farlo mi costava uno sforzo notevole.

"Fidati di lei, dalle una possibilità, chiediglielo e se pensi che ti stia mentendo procedi " Nathan spalleggiò sua moglie al che mi arresi. Avrei voluto mandare tutti a fanculo ma sapevo che se non avessi chiesto prima a lei la cosa mi si sarebbe rivoltata contro. "Deciderà mia moglie " esordì  solamente poi lo superai e mi diressi verso la nostra camera. Nella mia mente le mie prossime mosse si stavano già formando. Avrei aspettato che Mia si svegliasse, avrei verificato che stesse bene, le sarei  stato accanto e  poi avrei messo un cinquantina  di uomini alle entrate e se lei  si fosse opposta l'avrei ammanettata e poi avrei distrutto New York.

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