Capitolo 16

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Mi sveglia quando il sole penetrò  dalle finestre. Gemetti infastidiva e mi portai una mano  in faccia per proteggermi dalla luce  e l'altra verso il comodino per prendere la sveglia ma non appena appoggiai la mano  al vetro duro  del comodino urlai dal dolore. Tutta la stanchezza sparì e mi alzai di scatto e accesi a luce. Alla sola vista gemetti. La mia mano era viola ed era gonfia. E il dolore era insopportabile. Ma  soprattutto era viola! La sfiorai con l'altra ma il solo contatto mi fece venire le lacrime agli occhi. Era così gonfia che riuscivo a muoverla appena. Bradley aveva fatto un danno peggiore di quello che avevo immaginato. Cercai di togliere l'anello di fidanzamento ma peggiorai solo la situazione. Mi alzai dal letto e mi fiondai nel bagno, Rhett era un mafioso doveva avere qualcosa contro il dolore. Il meglio che trovai fu la crema per i lividi che avevo comprato qualche giorno prima e una pillola per il dolore. Mi vestii e cercai dei guanti nell'armadio. Il gonfiore se ne sarebbe andato a giorni ma la vista era davvero orribile e non mi servivano altre domande alle quali non avrei potuto rispondere. Quando trovai tutto l'essenziale scesi giù. Ad aspettarmi trovai solamente Jack e Meredith. A quanto pare Rhett non era tornato a casa. Scacciai di mente i pensieri riguardanti la notte scorsa e mi concentrai sul da farsi . Dopo che mi ero svestita e lavata mi ero infilata a letto ingoiando una di quelle caramelle per dormire, le odiavo ma nella mia testa c'era troppo casino e se non l'avessi fatto avrei avuto  un attacco di panico. Ecco perché non avevo sentivo il dolore. Salutai entrambi velocemente e  affermi una tazza di caffè chiedendo a Jack di uscire. Non avevo fame e volevo continuare la ricerca su Robert Mendez. "Non mangia nulla signora Ward?" Jack mi guardava con sospetto e io scossi la testa. "No Jack, magari più tardi" dissi sbrigativa ma non persi il suo sguardo sospettoso. Beh che se ne faccia una ragione. Arrivammo in biblioteca  e presi lo stesso posto del giorno precedente. Quando inserì il nome di Robert Mendez al computer  apparì una marea di notizie riguardanti il mondo della finanza. Robert aveva sessant'anni, era uno dei capi della finanza della città, il suo patrimonio arrivava a una cifra assurda e aveva lavorato con molti grandi nomi ma per me era tutta spazzatura, cercai un collegamento con la mia famiglia per ore ma non trovai nulla.  All'apparenza Robert Mendez era pulito ma io sapevo che non era così.  Ero cosi immersa nella lettura che Jack si avvicinò di soppiatto mi fece spaventare e sbattei  la mano gonfia sul tavolo e  al che non potetti trattenere il gemito di dolore. La crema faceva schifo perché sentivo la mia mano pulsare ancora più di prima. "Signora Ward è sicura che non vuole prendere nulla da mangiare?" Il suo guardo era su di me ma si prese una secondo per osservare la mia mano. Merda non  si lasciava scappare nulla. Visto che le mie ricerche erano state un buco nell'acqua annui.  "Un altro caffè mi farebbe comodo" dissi alzandomi. Jack annui ma ancora una volta non  sembrò contento. Lo seguii fuori dalla libreria e andai in un bar a poca distanza di li, ordinai un caffè per me e uno per Jack.

Quando la cameriera ce li passò li afferrai entrambi dimenticati momentaneamente della mia mano fuori uso, mi morsi la lingua per tenere il mio urlo di dolore ma non riuscì  a trattenere il bicchiere che si rovesciò sul mio guanto e per terra.  Fantastico. Jack si fiondò al mio fianco così come una cameriera che iniziò  a pulire. "Mi dispiace sono una sbadata" Mi scusai  mentre lei puliva, cercai di aiutarla ma Jack mi prese da mano l'altro caffè  e mi accompagnò fuori. "Aspetta Jack il tuo caffè" cercai  di rientrare ma lui me lo impedì. "Non si preoccupi del mio caffè, si tolga il guanto sarà zuppo." Diedi un punto a Jack per la bravura, non lo disse a caso, mi stava sfidano a farlo,  a quanto pare il mio urlo  di dolore in biblioteca non era passato  inosservato. "È tutto okay Jack sul serio perché non mi fai entrare dentro per prenderti un altro caffè? Sono stata un'imbranata."  Avevo mantenuto una facciata per sette anni potevo reggere il confronto con Jack. Al che emise una specie di sospiro spazientito. Pensai di averla vinta ma cantai vittoria troppo presto. Mi sfilò così velocemente il guanto che non me accorsi neanche. La mano era ancora peggio  di prima e quando l'aria gelida investi la pelle bagnata rabbrividì. "Merda che diavolo è successo" Wow non avrei mai pensato di sentire Jack imprecare per una mano. "Nulla di che, come ho detto sono un'imbranata e ieri sera mi sono chiusa le dita tra  la porta" sperai che non gli fosse mai successo perché quando ti chiudevi un dito in una porta di sicuro la mano non ti diventa viola e non sembrava voler esplodere. Qualcosa nella sua espressione mi disse che era esattamente così. "L'ha curata ?"

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