Capitolo 13

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"Ma che cazzo" il mio cuore fece un salto, la crema mi cadde dalle mani andandosi  a spiaccicare sul pavimento. Dall'enorme specchio riuscì a vedere l'immagine di Rhett sulla porta con la mascella irrigidita, le mani chiuse  lungo i fianchi  e uno sguardo assassino. Mi bloccai. Non sapevo cosa fare. Avevo la maglietta sollevata che tenevo con i denti e mi stavo spalmando la crema sui lividi che erano diventati più viola dal giorno del matrimonio. Lentamente mi girai e lasciai andare la maglietta che si appiccicò al mio addome macchiandosi con la crema. Mi ero dimenticata di chiudere la porta, mossa da dilettante. "Rhett." Il suo sguardo era di fuoco, stava in piedi con il suo completo elegante e un'espressione infuriata, l'aria divenne irrespirabile. Si mosse così velocemente che non lo vidi arrivare, mi sollevò per i fianchi  e mi fece appoggiare al lavandino, poi strappò la maglietta nuova. La strappò, con un solo gesto lasciandomi in reggiseno. La mia cazzo di maglietta nuova.  Cercai di coprirmi ma lui intercettò le mie mani e me le bloccò. "Chi è stato" non toglieva gli occhi di dosso dai miei lividi. Non  era un bello spettacolo, ne ero consapevole, ma in quel momento realizzai che la notte del nostro matrimonio Rhett non si era fermato perché aveva visto i lividi. Allora cos'era successo?"Mia sto perdendo la pazienza."

Ritornai presente e lo guarda a bocca aperta. Merda, merda e adesso che mi inventavo?

"Io-io" non sapevo che dire, sapevo che se avessi mentito lui l'avrebbe capito ma dire la verità era terrorizzante e umiliante. "Il corsetto." Mormorai senza guardarlo negli occhi. "Cosa?" La sua mano mi costrinse a guardarlo negli occhi e diavolo quelle due gemme nere mi intrappolano. "Ripetilo." Sembrava sul punto di esplodere ma stremante il suo tocco non era rude e il mio corpo si rilassò per qualche secondo,

"Il corsetto, al matrimonio era troppo stretto." Sperai che non si intesse di vestiti femminili perché non avevo una scusa migliore.  "Balle Mia, chi ti ha fatto questo?" Ovviamente.

Feci l'unica cosa che potevo fare, rimasi in silenzio, non gli avrei detto che Bradley mi aveva picchiata, non perché temessi per quello stronzo ma era umiliante e non sapevo che reazione avrebbe avuto. "Mia ti do tre secondi per rispondere." Ringhiò

La cosa non mi piacque, capivo che i miei lividi potevano averlo turbato ma non aveva nessun diritto di dirmi cosa fare e poi cosa avrebbe fatto per farmi parlare?  Mi avrebbe picchiata?

"Altrimenti?" Chiesi sfidandolo. Ero consapevole che non fosse una mossa intelligente ma era la mia unica mossa e l'avrei giocata al meglio.

"Altrimenti ti caverò di bocca la risposta" lo disse semplicemente  come se non ci fosse altra alternativa.

"Sul serio? Mi picchierai per sapere chi mi ha picchiato? Bel piano Rhett." Fu la cosa sbagliata da dire, anzi la peggiore. Me ne accorsi dall'aria nella stanza che divenne cosi tanto elettrica che incominciai a necessitare più ossigeno. Ogni suo muscolo si irrigidì  e accorciò la distanza tra di noi.

"Merda Mia come puoi solo pensare che ti picchierei? " lo guardai confusa, sembrava davvero ferito dalle mie insinuazioni.

"Merda ci credi sul serio." Mormorò guardandomi negli occhi. Rimasi  immobile come se dalla mia prossima mossa fosse dipeso il mio futuro e aspettai che fosse lui il primo a muoversi.

"Ascoltami Mia io non picchio le donne e di sicuro non picchio mia moglie, non ti toccherò mai un solo capello." Vidi la sincerità delle sue parole ma il passato era un bastardo e non lo conoscevo affatto per fidarmi.

"Ma hai detto...- le conseguenze...  e..." balbettai come una principiante ma non ci potetti fare nulla, il suo sguardo su di me mi stava mandando in tilt.

"Non intendevo di certo picchiarti cazzo. Chi ti ha fatto una cosa del genere piccola?'" La sua mano si posizionò  alla mia guancia ma istintivamente io mi ritrassi.

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