Capitolo 53

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Rhett non tornò a casa, ma Dominic si. Quando mi svegliai  lo trovai sull'uscio  della camera di Emma con le mani tra i capelli, aveva lo sguardo rivolto verso il pavimento ma non appena mi mossi li alzò verso di me. Era messo male, aveva degli occhi  rossi come se non avesse chiuso occhio, capelli scompigliati e indossava anche  gli stessi vestiti  della notte scorsa. Non disse nulla, si girò e spari nel corridoio. Voleva che lo seguissi  ma non mi  avrebbe obbligata, stava a me la scelta . Non avevo voglia di parlare  con nessuno che portasse il cognome Ward cosa alquanto ridicola visto che lo portavo anche io. Si il circo era decisamente il posto migliore per me. Lanciai uno guardo ad Emma profondamente  addormentata e feci attenzione a non svegliarla  mentre mi alzavo. Non so perché lo segui, i miei piedi si mossero da soli  e prima che me ne rendessi conto mi ritrovai in salone. Dominic era seduto sul divano,  le braccia attorno alla testa che raddrizzò   immediatamente appena avvertita la  mia presenza. Si alzò  di scatto, aveva una strana espressione che variò subito in rabbia e senso di colpa quando si spostò sul mio collo. Mi portai una mano dove  puntava  il suo sguardo incontrando linee di pelle gonfie. Ero stata io a  farmele  ma lui non lo sapeva. Strinse le labbra mentre io avanzavo pur mantenendo distanza tra di noi. "Hai tutte le ragioni del mondo per odiarmi" quasi non lo riconobbi, la sua voce era piatta quasi come il fratello solo che la sua trasmetteva tristezza, si perché Dominic sapeva quel che sarebbe successo, non me lo aveva nascosto ma non lo aveva nemmeno impedito.

"Rhett..."lo bloccai.

"Se hai intenzione di parlare  con me non dire il suo nome ne parlare  di lui, non voglio sapere nulla,  non mi importa se è vivo,  morto, o  con altre donne, non mi importa di nulla " lui abbassò la testa dispiaciuto ma annui. Non avevo ancora preso una decisione su Dominic ma su Rhett si, lo odiavo e andava bene cosi, era quello che volevo no? Avrebbe reso tutto estremamente più semplice per me.  Molto probabilmente Dominic era  a conosceva del motivo per il quale Rhett avesse fatto quello che aveva fatto ma non glielo avrei chiesto, sarebbe dovuto essere lui a venire da me e a spigare per quale cazzo di motivo si era arreso a quei  bastardi. "Mi dispiace Mia, mi dispiace cosi tanto cazzo" lo sapevo,  lo vedevo  nei suoi occhi, era sicuramente dispiaciuto ma ero troppo arrabbiata per vedere oltre la mia rabbia. "Ho bisogno di tempo, da sola " volevo sfogarmi, lasciare che questa rabbia  uscisse fuori e solo in seguito  avrei potuto prendere una qualsiasi  decisione"Sai anche io ho attacchi di panico, non brutti come i tuoi ma mi devastano, ogni volta è come se ritornassi ad avere quattordici anni" mi irrigidì, non mi piaceva parlare dei miei attacchi ma la vergogna  ormai  era un lusso che non mi potevo più permettere. L'unica cosa che non sapevo era come ne fosse a conoscenza  ma Dominic sembrò quasi leggermi nella mente "Quella  notte sul balcone a New York, le nostre camere erano l'una a fianco  all'altra e vi ho visti. Sono arrivato durante la notte. " già quella notte Rhett  mi aveva tenuta  stretta finché non avevo ripreso il controllo di me stessa. Scacciai  il ricordo, non avrei più pensato   ne a lui ne  a  quelle sera.  "Avevo visto un uomo morire, era nascosto  dietro un cassonetto, stavo tornando a casa da una festa quando mi sono imbattuto in due uomini che trascinavo una figura in un vicolo, non ho potuto fare a meno di assistere.  Non ero innocente, mio padre faceva parte della mafia ma mia madre aveva cercato di tenerci fuori questa vita il più a lungo possibile, voleva  che fossimo noi a scegliere  per il nostro futuro  cosi io stavo facendo la vita di un normale  adolescente  quando la morte si è messa sulla mia strada. È stato veloce ed estremamente  violento, un colpo secco, niente coltello ne minacce,  niente inutili parola, ha sollevato la pistola e ha sparato. Ho avuto incubi su quella sera per mesi, vedevo me al posto dell'assassino e poi me a posto del povero uomo ucciso. I miei polmoni si rifiutavano di collaborare e non c'era nulla che potessi fare  se non aspettare  che passasse , Rh.., mhm lui mi ha aiutato ad andare avanti. Q1uando gli attacchi sono cessati mi sono unito alla mafia, al contrario di quello che  si pensa, quella vicenda mi aveva fatto vedere chiaro. Ero stato debole e mi rifiutavo  di esserlo perché c'era gente crudele  e quel signore poteva essere qualcuno a cui io volevo bene e io non  avrei potuto proteggerlo. So che sembra non avere senso ma nella mia mente all'epoca c'è l'aveva ." Invece per me aveva senso, lo capivo  di più di  quanto immaginasse ma non glielo  dissi, non ero ancora pronta "Te ne penti?" sussurrai senza guardarlo. Scosse la testa"No mi ha reso chi sono oggi e certo ho parecchi scheletri nell'armadio ma non si torna indietro" Lo guardai "Sei riuscito a superarlo?" Avevo  bisogno di sapere che c'era un modo per lasciarsi  alle spalle quella merda  per rintronare a dormire senza avere  paura di soffocare nelle proprie lacrime.  Sentivo il suo sguardo su di me ma non alzai il mio."Si, per un pò almeno, dipende essenzialmente da te e da quello che succede" quello che succede... quello che mi era successo era il movente perfetto per un attacco di panico e lui lo sapeva. "Io... ho bisogno  di stare da sola" mi allontani, ma Dominic  si alzò  chiamandomi "Mia aspetta" non so perché ma esplosi, sapevo che non dovevo vedermela con  lui  ma Dominic adesso era li e lui... beh lui non c'era.

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