Rhett non tornò a casa, ma Dominic si. Quando mi svegliai lo trovai sull'uscio della camera di Emma con le mani tra i capelli, aveva lo sguardo rivolto verso il pavimento ma non appena mi mossi li alzò verso di me. Era messo male, aveva degli occhi rossi come se non avesse chiuso occhio, capelli scompigliati e indossava anche gli stessi vestiti della notte scorsa. Non disse nulla, si girò e spari nel corridoio. Voleva che lo seguissi ma non mi avrebbe obbligata, stava a me la scelta . Non avevo voglia di parlare con nessuno che portasse il cognome Ward cosa alquanto ridicola visto che lo portavo anche io. Si il circo era decisamente il posto migliore per me. Lanciai uno guardo ad Emma profondamente addormentata e feci attenzione a non svegliarla mentre mi alzavo. Non so perché lo segui, i miei piedi si mossero da soli e prima che me ne rendessi conto mi ritrovai in salone. Dominic era seduto sul divano, le braccia attorno alla testa che raddrizzò immediatamente appena avvertita la mia presenza. Si alzò di scatto, aveva una strana espressione che variò subito in rabbia e senso di colpa quando si spostò sul mio collo. Mi portai una mano dove puntava il suo sguardo incontrando linee di pelle gonfie. Ero stata io a farmele ma lui non lo sapeva. Strinse le labbra mentre io avanzavo pur mantenendo distanza tra di noi. "Hai tutte le ragioni del mondo per odiarmi" quasi non lo riconobbi, la sua voce era piatta quasi come il fratello solo che la sua trasmetteva tristezza, si perché Dominic sapeva quel che sarebbe successo, non me lo aveva nascosto ma non lo aveva nemmeno impedito.
"Rhett..."lo bloccai.
"Se hai intenzione di parlare con me non dire il suo nome ne parlare di lui, non voglio sapere nulla, non mi importa se è vivo, morto, o con altre donne, non mi importa di nulla " lui abbassò la testa dispiaciuto ma annui. Non avevo ancora preso una decisione su Dominic ma su Rhett si, lo odiavo e andava bene cosi, era quello che volevo no? Avrebbe reso tutto estremamente più semplice per me. Molto probabilmente Dominic era a conosceva del motivo per il quale Rhett avesse fatto quello che aveva fatto ma non glielo avrei chiesto, sarebbe dovuto essere lui a venire da me e a spigare per quale cazzo di motivo si era arreso a quei bastardi. "Mi dispiace Mia, mi dispiace cosi tanto cazzo" lo sapevo, lo vedevo nei suoi occhi, era sicuramente dispiaciuto ma ero troppo arrabbiata per vedere oltre la mia rabbia. "Ho bisogno di tempo, da sola " volevo sfogarmi, lasciare che questa rabbia uscisse fuori e solo in seguito avrei potuto prendere una qualsiasi decisione"Sai anche io ho attacchi di panico, non brutti come i tuoi ma mi devastano, ogni volta è come se ritornassi ad avere quattordici anni" mi irrigidì, non mi piaceva parlare dei miei attacchi ma la vergogna ormai era un lusso che non mi potevo più permettere. L'unica cosa che non sapevo era come ne fosse a conoscenza ma Dominic sembrò quasi leggermi nella mente "Quella notte sul balcone a New York, le nostre camere erano l'una a fianco all'altra e vi ho visti. Sono arrivato durante la notte. " già quella notte Rhett mi aveva tenuta stretta finché non avevo ripreso il controllo di me stessa. Scacciai il ricordo, non avrei più pensato ne a lui ne a quelle sera. "Avevo visto un uomo morire, era nascosto dietro un cassonetto, stavo tornando a casa da una festa quando mi sono imbattuto in due uomini che trascinavo una figura in un vicolo, non ho potuto fare a meno di assistere. Non ero innocente, mio padre faceva parte della mafia ma mia madre aveva cercato di tenerci fuori questa vita il più a lungo possibile, voleva che fossimo noi a scegliere per il nostro futuro cosi io stavo facendo la vita di un normale adolescente quando la morte si è messa sulla mia strada. È stato veloce ed estremamente violento, un colpo secco, niente coltello ne minacce, niente inutili parola, ha sollevato la pistola e ha sparato. Ho avuto incubi su quella sera per mesi, vedevo me al posto dell'assassino e poi me a posto del povero uomo ucciso. I miei polmoni si rifiutavano di collaborare e non c'era nulla che potessi fare se non aspettare che passasse , Rh.., mhm lui mi ha aiutato ad andare avanti. Q1uando gli attacchi sono cessati mi sono unito alla mafia, al contrario di quello che si pensa, quella vicenda mi aveva fatto vedere chiaro. Ero stato debole e mi rifiutavo di esserlo perché c'era gente crudele e quel signore poteva essere qualcuno a cui io volevo bene e io non avrei potuto proteggerlo. So che sembra non avere senso ma nella mia mente all'epoca c'è l'aveva ." Invece per me aveva senso, lo capivo di più di quanto immaginasse ma non glielo dissi, non ero ancora pronta "Te ne penti?" sussurrai senza guardarlo. Scosse la testa"No mi ha reso chi sono oggi e certo ho parecchi scheletri nell'armadio ma non si torna indietro" Lo guardai "Sei riuscito a superarlo?" Avevo bisogno di sapere che c'era un modo per lasciarsi alle spalle quella merda per rintronare a dormire senza avere paura di soffocare nelle proprie lacrime. Sentivo il suo sguardo su di me ma non alzai il mio."Si, per un pò almeno, dipende essenzialmente da te e da quello che succede" quello che succede... quello che mi era successo era il movente perfetto per un attacco di panico e lui lo sapeva. "Io... ho bisogno di stare da sola" mi allontani, ma Dominic si alzò chiamandomi "Mia aspetta" non so perché ma esplosi, sapevo che non dovevo vedermela con lui ma Dominic adesso era li e lui... beh lui non c'era.
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Ace of hearts
RomanceTra le vie di New York si racconta una legenda, che prende il nome della Principessa Perduta, una bellissima bambina, con un futuro luminoso davanti a se avrebbe dovuto illuminare la città, almeno fino a quando il momento delle favole finisce e si i...