Capitolo 43

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Non ti riconosceranno mai

Emma aveva ripetuto questa frase per tutta la giornata ma non cambiò nulla. Ero terrorizzata. Forse loro non sapevo chi io fossi ma io sapevo bene chi fossero loro. Ero sicura che la prima volta che mi sarei trovata nella stessa stanza con i miei fratelli avrei potuto rivelargli la verità invece avrei dovuto indossare un sorriso finto e fingere di non sapere nulla, guadarli e non poterli abbracciare mentre mi sarei dovuta stringere al fianco del loro nemico. Chiusi gli occhi appoggiando leggermente la testa sul sedile, non avevo chiuso occhio per tutta la notte e Rhett con me, non avevo fatto domande, non ero in grado di sostenere una discussione. Avevo cercato più modi diversi per poter saltare questo incontro, nausea, mal di testa, Rhett era stato irremovibile e alla fine avevo ceduto, se avessi continuato si sarebbe fatto delle domande e sapevo che avrebbe trovato anche le risposte.

"Mia" aprii gli occhi di scatto girandomi verso Rhett, indossava un completo totalmente nero che metteva in risalto la sua carnagione. Sembrava calmo e serio, come se nulla lo potesse sfiorare. Quanto avrei dato per avere la stessa espressione. "Quando saremo arrivati ti voglio al mio fianco, sempre" Emma era dovuta rimanere a Boston e sarebbe stata in albergo finché non fossimo tornati, sarebbe stata scortata da Connor, Rhett aveva affermato che la figlia del boss di San Francio a New York non avrebbe dato una buona impressione. Eravamo da soli, solo io e lui e tutti i segreti che c'erano tra di noi a farci compagnia. "Lo dici sempre" in questi giorni ero stata giù di morale, l'uccisione di Clarke, l'accusa di tradimento e adesso questo mi avevano abbattuta ma ero decisa a ritrovare me stessa cominciando con la mia lunga biforcuta. Magari se fossi stata anche fortuna avrei ricevuto reazioni che non fossero occhiate annoiate o di ammonimento, ero stufa marcia di quelle.

"Mi domando perché sia necessario"

Beh colpita e affondata ma almeno non mi aveva ignorato.

"Guardami Mia" non avevo davvero voglia di guardarlo, quel completo gli fasciava il corpo e lo rendeva ancora più sexy e quando io e Rhett eravamo arrabbiati la passione tra di noi prendeva il sopravvento. "Mia" pronunciò il mio nome in tono d'avvertimento e infastidita mi girai. Mi focalizzai sulla sua faccia e non mossi lo sguardo da li. "Dico sul serio, se combini casini non sarò in grado di proteggerti come a casa" Non ritenevo Boston la mia vera casa, non l'avevo mai fatto, li avevo vissuto cose che volevo dimenticare ma allo stesso tempo non ritenevo nemmeno New York casa mia, non più almeno, non la ricordavo affatto. La verità era che non avevo ancora trovato un posto da chiamare casa e mi chiedevo quando sarebbe successo. "Che pensi che farò Rhett? Non ho nessuno con cui tradirti li" probabilmente avrei dovuto cucirmi la bocca e stare zitta ma litigare con Rhett era cento volte meglio che pensare a quello che stava per succedere. Inclinò la testa per scrutarmi poi come suo solito mi sollevò e mi fece sedere sulle sue ginocchia. Indossavo un abito porpora non aderente ma sentii la stoffa dei suoi pantaloni premere contro la pelle nuda. Socchiusi le labbra poi cercai di spingerlo via. La sua mano fini tra i miei capelli e li tenne chiusi in un pugno, poi mi mise nella posizione che preferiva. "Non importa che problemi ci siano tra di noi a Boston, a New York quei problemi non esistono. Ho bisogno che tu stia dalla mia parte, ho bisogno che tu sia mia moglie, riesci a farlo?" Sapevo che aveva tutte le ragioni del mondo per chiedermi una cosa del genere ma non potevo fare a meno di arrabbiarmi. Okay avevo combinato dei casini ma a New York non avrei attirato l'attenzione su di me, era l'ultima cosa di cui avevo bisogno. "Perché sono qui Rhett? Dopo tutto quello che ho fatto perché, perché il mio corpo non è insieme a quello di Henry ? E perché sono in questa macchina e soprattutto perché sono sulle tue ginocchia ?" Non rispose così chiesi ancora una volta la stessa domanda "Perché mi hai sposata ?" Questa volta rispetto a prima usai un tono dolce, non lo feci di proposito ma mi persi nei suoi occhi e nel suo tocco e non potetti più controllarmi. Ci fu una specie di battaglia di sguardi, il suo era incollato al mio come se volesse entrarmi dentro mentre io cercavo con tutta me stessa di tenerlo fuori. "Perché io voglio cosi Mia e proprio per tutte le cose che hai fatto non fare più domande ed esegui quello che ti dico " sorrisi beffarda e per quanto mi fosse possibile mi allontanai da lui ma ovviamente non andai molto lontano "Non ho ancora finito " alzai le sopracciglia incuriosita. Di fare cosa? Sembrò stesse valutando qualcosa poi mi baciò. Apri la bocca per la sorpresa e lui ne approfittò. Fu rude, non ci fu nemmeno un minimo di dolcezza ma mi piacque. Le sua mani vagarono sul mio vestito, era come se il suo tocco fosse elettrico e al suo passaggio lasciava delle scariche elettriche sulla mia pelle che mi facevano rabbrividire. Prima che me ne potessi anche solo accorgermene spostò le mie mutandine e inserì due dita dentro di me . Non ero preparata e sobbalzai, aveva uno sguardo maligno mentre lo fece. Con ancora la mano dietro la mia testa mi spinse verso di lui mentre mi mordevo le labbra per trattenere i gemiti. "Farai la brava Mia?" Stava scherzando vero? Avevo già riposto a quelle stupide domande. Inarcai la schiena spingendo di più verso la sua mano e la cosa lo fece ridere, si stava divertendo il bastardo. "Mia" con tono di avvertimento aumentò il ritmo al che non potetti più trattenere i gemiti Lo guardai truce mentre risposi "Si okay cazzo" sbuffai affondando la testa sulla sua spalla. "Farai quello che ti dico di fare?" Giuro che l'avrei ucciso. Le sue dita si bloccarono al che mi affrettai a rispondere"Si okay, okay hai vinto" mi tirò indietro e riprese dove si era fermato "A chi appartieni?" Aveva davvero osato chiedermi una cosa del genere? Alzai la mano per colpirlo ma la intercetto subito bloccandola e bloccando anche quello che stava facendo " Non sono tua " ringhiai a cinque centimetri dalla sua faccia. Sorrise come se la cosa fossa estremamente buffa "Io la penso contrariamente " Si perché aveva sbattuto la testa da piccolo davvero forte, ecco perché aveva quei pensieri "Beh nessuno ha chiesto il tuo parere malsano al riguardo" Le sue dita finirono sul mio sedere e spingendo di più verso il suo petto gemetti. "Eppure sembrano piacerti i miei pensieri malsani " mormorò. Ero accaldata, avevo bisogno di venire ed ero un passo da commettere un omicidio, la mia pazienze era al limite "Il fatto che tu sia bravo con le mani non mi rende di tua proprietà " una scintilla gli attraversò lo sguardo e la sua presa si rafforzò. Merda.

"Eppure sei sulle mie gambe, dormi nel mi letto ogni notte e hai preso solamente il mio cazzo e cosi sarà fino alla fine dei giorni, questo ti dovrebbe rendere mia no?" Lo odiai, lo odiai perché aveva ragione ma l'inferno si sarebbe dovuto congelare prima che io lo ammettessi. "Dormo nel tuo letto perché sono stata incastrata in un matrimonio che io non volevo, prendo il tuo cazzo perché come ho già detto sono stata incastrata e sono seduta sulle tue gambe perché sei dannatamente fuori di testa cazzo"

Non disse molto per alcuni secondi dove nessuno de due sembrava ammettere una sconfitta nella nostra battaglia di sguardi poi si limitò a sussurrare "Risposta sbagliata piccola " Si slacciò quel completo costoso e liberandosi di qualunque cosa che ci dividesse e mi penetrò . A quel punto non mi importava neanche che Sergei ci stesse ascoltando, ero su un altro pianeta. Sentivo il piacere invaderemo e tutte le preoccupazioni scivolare via. "Mi appartieni dal giorno in cui hai detto di si davanti a tutta quella gente e hai fatto quel giuramento , da quel giorno sei diventata mia ufficialmente, anzi sai cosa? Mi appartiene da molto tempo prima e sarà cosi fino alla nostra morte" quelle parole sbloccarono qualcosa dentro di me, mentre i nostri corpi si scontravano l'uno all'altra e il suo tocco su di me diventò sempre più eccitante, qualcosa di primitivo emerse dal profondo e mi fece ghiacciare. Cercai il suo sguardo mentre avevo il cuore a mille. "Ti ho tradito Rhett " se si fosse scostato lui per primo sarebbe stato più semplice, avrei avuto ancora del tempo guarire. Se mi avesse odiato lui per primo avrei potuto fare quello che dovevo ma se avrebbe continuato a guardarmi cosi con quegli occhi neri che sembrano volermi mangiare sarei stata indifesa, impotente. Emise un ringhio animalesco aumentando le spinte. Sentivo l'orgasmo salire e sapevo che era lo stesso per lui "Decido io quando è finita e tra di noi non è ancora finita. Io non ho ancora finito con te " Non sapevo cosa intendesse ma in quel momento mi focalizzai solo sulla piacere che aumentava passo dopo passo, "Dillo " ordinò e in quel momento avrei detto, confessato ogni singola cosa. "Dillo piccola" diede un'ultima spinta e fui investita dall'orgasmo e mentre venni lo accontentai "Sono tua". Rhett mi raggiunse subito dopo e mentre la nube di piacere scompariva mi afflosciai su di lui."Per oggi almeno" aggiunsi con un sorriso beffardo. Lo sentì irrigidirsi e come risposta ricevetti una pacca sul sedere. Non aggiungemmo nient'altro, mi lasciai cullare dal suo calore. Un'improvvisa scarica di stanchezza prese il controllo. Chiusi gli occhi inebriandomi del suo odore. Rhett non disse nulla, mi strinse a se e io lasciai almeno per quel giorno che mi stringesse e mi addormentai tra le sue braccia.

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