Capitolo 40

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POV'S Rhett

Quando l'uomo che avevo ingaggiato era entrato nel mio ufficio questa mattina facendo cadere questi stupidi fogli sulla mia scrivania mi ero messo l'anima in pace. Questi giorni con Mia erano stati diversi, volevo cercare di capire, avevo cercato di capire in che cosa Mia fosse immischiata, cosa la spaventasse cosi tanto da tenersi tutto dentro perché quello, qualunque cosa fosse, non era vergogna come per Bradley, no quello che la faceva stare zitta era la paura, l'avevo vista sul suo magnifico viso già troppe volte per i miei gusti. Sapeva di cosa ero capace, sapeva della mia reputazione ma comunque non mi aveva detto nulla, avevo pensato a possibili motivi, la stavano minacciando, la paura era troppa o c'era qualcosa in ballo, qualcosa di troppo prezioso per rischiare, avevo pensato a Chloe ma mi ero personalmente occupato di sua sorella, era osservata ogni ora di ogni giorno e ricevevo notifiche e aggiornamenti quotidiani, cosi come lei, quindi che cazzo c'era sotto? Alla fine avevo sospirato e mi ero preparato al peggio e avevo raccolto i fogli e letto ogni singola parola. La rabbia fu la prima cosa che assaggiai, anzi ero furioso, un tradimento del genere era inaccettabile, tutte quelle volte che li avevo visti insieme, il modo che lui guardava lei e come lei guardava lui, aveva tutto un senso poi però mi ero calmato. Dovevo essere razionale prima di buttare tutto all'aria. E avevo analizzato tutto d'accapo, ancora una volta finché non avevo trovato la verità. Mi ero sforzato di ricordare e più ricordavo quei piccoli dettagli, più la cosa veniva a galla. I conti bancari di Mia erano sotto stretto controllo, nulla entrava o usciva senza il mio consenso, Mia non aveva quei soldi e non aveva competenze per crearli e anche ammesso che avesse trovato un modo c'era una pecca nelle informazioni che erano scritte su quel foglio. Non avevo mai rilevato a Mia il vero motivo per il quale facevo la guerra a New York, all'apparenza tutti credevano che gli facessi la guerra perché era tradizione, odiavo quella stronzata, la verità era che dovevo mantenere le apparenze ma non appena avrei trovato un modo per farla finita l'avrei fatto, non mi interessava quell'inutile casino, non mi piaceva mandare a morire i miei uomini inutilmente ma se mi fossi rifiutato si sarebbe creata una rivolta che si sarebbe fermata solo con un grande numero di morti quindi stavo in silenzio e cercavo per un pretesto , ma questo non lo sapeva nessuno, nemmeno Dominic o Nathan, quello che stavo leggendo era un'esca che avevo lanciato tempo prima e che avevo aspettavo molto a lungo per poter tirare Indietro. Non era scritto in lettere maiuscole ma era sottinteso che era tutta una stronzata. Mi sforzai di ricordare le reazioni di Mia ogni volta che vedeva Robert e poi mi fu chiaro. Mia aveva paura di Robert ma lo cercava, l'altra sera cercava qualcuno alla festa, me ne ero accorto ma non avevo replicato e quando aveva visto Robert era impallidita ed Emma era corsa al suo fianco quando il bastardo aveva fatto quello stupido commento. C'era qualcosa sotto e lo avrei scoperto. Mia non aveva nessun interesse nel vendere queste informazioni, certo avevo fatto sapere che mia moglie era parte integrale della mia vita, che condividevo le cose con lei ma più guardavo quelle informazioni più avevo la sensazione che ci fosse molto di più sotto. Tutto quello che stavo leggendo portava a New York in qualche modo, era un semplice dettaglio ma non era passato inosservato e io e Mia non avevamo parlato di New York oltre il minimo indispensabile. C'erano riassunti di conversazioni avvenute apparentemente tra me e Mia, immagini rubate da quello che sembrerebbe il suo cellulare e trasferimento di soldi per il lavoro svolto, il tutto ben coperto. Dovevo ammetterlo, chiunque avesse messo su questo teatrino era stato bravo ma io ero più bravo.

Mio padre era un bastardo ma mi aveva insegnato una cosa, dovevo tenermi stretti gli amici e ancora di più i nemici e cosi avevo fatto, per anni mi ero tenuto stretto quelle piccole merde e finalmente adesso avevano fatto un passo falso. Ero a conoscenza che Robert e quegli altri stessero cercando un modo per farmi uccidere e prendere il mio posto, lo sapevo e li lasciavo fare, era quasi diverte vederli provare, pensavano di essere furbi ma non avevano ancora capito che quella era la mia cazzo di città, certo avevano dimostrato che apparentemente c'era qualcosa che non sapevo ma adesso ero sicuro che ci fossero loro sotto e avevano le ore contate. Sapevo che stavano architettando qualcosa alle mie spalle ma i bastardi erano strettamente controllati. Ma queste erano solamente le mie supposizioni, anche se sapevo di non sbagliarmi dovevo parlare con Mia. Passai una mano tra i capelli frustrato. Quella mattina era stata perfetta, ero cosi vicina a farla fidare di me, speravo davvero che potessi conquistare la sua fiducia e vederla nel mio letto ogni santa mattina era uno spettacolo mozzafiato. Merda . Mi alzai e mi diressi verso casa, era ora di parlare con mia moglie.

Quando le porte dell'ascensore si aprirono ci misi tutto me stesso per mantenere un'espressione fredda, Mia stava parlando con Dominic e anche se sapevo che mio fratello era innocuo una sensazione di gelosia si fece spazio in me. Avanzai e la presi per il braccio allontanandola da lui mentre Mia urlava di mollarla. La ignorai e camminai verso la nostra stanza. Sapevo di avere tutti gli occhi puntati contro ma ero incazzato e avevo bisogno che lei negasse, merda necessitavo che lei negasse questa merda e che finalmente mi dicesse tutta la verità. Mi fermai solamente quando sentì Emma alzarsi, così mi girai verso mio fratello "Tienila lontana da qui anzi no andate di sotto, non mi importa se urla o ti minaccia non deve risalire finché non lo dico io" avevo bisogno di tempo con Mia da solo, senza interruzione e quella ragazza era una cazzo di spina del fianco, non aspettai una sua risposta, sapevo che l'avrebbe fatto e trascinai Mia in camera. Una volta che sentii l'ascensore suonare estrassi dalla giacca le carte che il mio uomo mi aveva dato e le buttai sul pavimento. Osservai i suo capelli ondeggiare mentre seguiva con lo sguardo la traiettoria dei fogli e inclinava la testa per vedere cos'erano. Aveva delle borse sotto gli occhi, probabilmente causate da questa notte. Il mio cazzo si alzò all'attenti al solo pensiero della sua pelle perfetta e dei suoi gemiti "Che cosa sono?" Aveva un tono di voce duro ma potei vedere l'ansia nella sua postura. Non risposi, mi limitai a osservarla cosi lei si abbassò e raccolse i fogli. Osservai ogni singolo particolare che potesse rilevarmi qualcosa mentre dentro di me speravo di non essermi sbagliato. Perché mentirmi? Perché spiarmi? E che cazzo aveva Robert che le faceva cosi paura? Come si conoscevano? Passarono alcuni secondi, poi alcuni minuti in cui nessuno dei due disse nulla , a un certo punto finii di leggere, lo avevo avvertito dal modo in cui le sue spalle si incurvarono e si tesero. Cercava di non alzare lo sguardo, la lascia fare, le lasciai pensare alla sua prossima mossa. Avevo sperato che fosse venuta da me, che dopo questi gironi si fosse convinta di potersi fidare. Le avevo detto che se fosse venuta da me sarei stato più tollerante rispetto a se l'avessi scoperto da solo e lei non era venuta e adesso le stavo offrendo la possibilità di redimersi, le stavo offrendo la possibilità di dirmi la verità perché sapevo che quei fogli mentivano, me ne aveva dato lei la conferma quando aveva continuato a leggere, se le avessi spiattellato la verità davanti Mia avrebbe ammesso tutto, lo avevo visto, voleva dirmelo ma aveva paura, mentre in quel moneto stava cercando di trovare un'altra scusa perché quella merda era falsa ma lei non poteva ancora dirmi la verità. Ero li solamente per vedere se lei avrebbe mentito o avrebbe finalmente ceduto."È vero?" domandai senza tralasciare emozioni. Aspettai che facesse i conti con qualunque suo demone poi quando finalmente incrociai il suo sguardo seppi tutto quello che avevo bisogno di sapere. Mia avrebbe mentito. "Si è tutto vero" una scarica di rabbia mi travolse, credeva di saper mentire ma ormai avevo imparato a conoscerla, non se ne accorgeva ma le sue dita si incrociavano tra di loro quando mentiva e aveva sempre uno sguardo duro mentre quando era sincera, era vulnerabile e abbassava lo sguardo come se la verità potesse distruggerla. C'era ancora altro che io non sapevo, qualcosa di ancora peggio di questo per mentirmi. Lo avrei scoperto ma per adesso le lasciai credere che fossi uno stupido, doveva fare un passo falso. Ero stufo marcio di questo, non sapevo cosa stava succedendo ma avrei messo la parola fine e avrei ucciso chiunque fosse il responsabile della paura nel suo sguardo. Forse qualunque cosa avrei detto o avrei scoperto avrebbe davvero rotto il legame tra di noi ma io non pensavo fosse vero, volevo questa ragazza da anni e ormai era mia moglie e avrei lottato per lei. Lo avrei fatto per entrambi finché non fosse stata anche lei pronta a farlo. L'altra sera, quando mi aveva detto che anche le sue ragioni erano egoistiche mi era stato chiaro che qualcuno cosa stesse nascondendo era solamente per paura, Mia era buona, lo sapevo e aver voluto riderle in faccia perché avevo visto il tormento personale che si era riservata. Una parte di lei si odiava, odiava se stessa per quello che stava facendo ed era per quella parte che avrei continuato a lottare, mi aveva donato piccoli momenti di quella Mia ma io la volevo tutta e per sempre. Ero un bastardo, non lo nascondevo ma prendevo sul serio un giuramento come il matrimonio, anche se fosse stato imperdonabile, lei sarebbe rimasta qui e avrei cercato di far uscire quel suo lato. Questa volta non mi sarei allontanato ma adesso avevo bisogno di spazio e anche lei. Ero incazzato, mi aveva mentito di nuovo pur sapendo quanto odiassi le bugie e le menzogne e diavolo mi stava contagiando e dovevo trovare un modo intelligente per gestire la cosa. Avrei fatto un passo falso se fossi rimasto qui, come scoparla e dirle che sapevo che stava mentendo. Mi girai e me ne andai chiudendomi la porta alle spalle. Avrei potuto anche odiarla ma sarebbe restata mia e nessuno l'avrebbe toccata.

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