Capitolo 37

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Osservai attentamente ogni singolo foglio posizionato sul pavimento. Erano appena le sei del mattino, Rhett era uscito da qualche minuto ed Emma stava ancora dormendo. Non appena seppi di essere da sola avevo sentito il bisogno di avere tra le mani ancora una volta le foto della mia famiglia. L'accordo tra me e Rhett consisteva essenzialmente nel sesso e io non avevo nulla da ridire. Rhett era intimidatorio ma in qui pochi momenti in cui rimanevamo da soli si trasformava in un'altra persona e volevo godermi ogni secondo. Tra poco sarebbe arrivata l'estate ma in questo periodo  quasi sette anni fa venivo portata via. Nessuno mi aveva mai detto la data precisa ma ricordavo bene il vento primaverile, il calore del sole che ti scaldava la faccia nonostante facesse ancora freddo. Lo ricordavo perfettamente e nonostante non sapessi la data,  durante questo periodo mi sentivo  a lutto. Accarezzai i lineamenti di Dante, il fratello più vicino alla mia età, da piccoli quando Weston usciva con i suoi amici lui rimaneva con me e si sorbiva maratone di film di principesse solo per non farmi stare da sola. Non potetti non domandarmi  se adesso non lo faceva anche per i figli di Weston. Sospirando raccolsi tutte le foto e le rimisi al loro posto, non potevo rischiare di lasciarle fuori per troppo tempo.

Qualcuno bussò alla porta cosi mi alzai dal pavimento e mi rimisi a letto. "So che sei sveglia" la voce della mia migliore amica risuonò da dietro la porta facendomi sorridere, era decisamente troppo presto per lei quindi mi sarei dovuta sorbire una delle  sue lamentele mattutine. "Che ci fai già sveglia?" Le domandai, lei venne a sedermi al mio fianco portando con se il suo computer. "Tuo marito non è per nulla delicato quando esce di casa " borbottò infastidita. Ridacchiai ma l'occhiata che mi riservò fece cessare ogni mio divertimento . "E visto che una volta sveglia non riesco più ad addormentarmi ho pensato di farti sapere che ho trovato i tuoi mercenari"  la guardai esterrefatta. "Come?" Aveva una lista di nomi con annesse foto e curriculum. I mercenari avevano un curriculum? Che diavolo c'era scritto? Quante persone avevano ucciso? Mi scrollai di dosso le mie domande stupide e iniziai a leggere. Lessi ogni dettaglio. "Diciamo che c'era qualcuno che mi doveva un favore" la mia curiosità salì alle stelle. "Emma che genere di cosa ti può far avere per favore una dozzina di mercenari? "lei sorrise maliziosa  poi mi mosto una foto. Carlo Witz. "Lo dovrei conoscere?" Le domandai osservando l'uomo in foto. Sembrava alto, biondo e davvero muscoloso. Ciglia folte e sguardo tagliente. "L'ho aiutato a scovare delle talpe e lui si è dichiarato in  debito con  me per qualunque mio desiderio" per una minuto  pensai di chiederle altre spiegazioni poi ci ripensai, molto probabilmente non avrei  capito nulla e avevo decisamente altro di cui preoccuparmi. "Quanti sono?" Domandai riferendomi ai mercenari, non avevo  idea del numero di persone che servivano per i  miei scopi,  non avevo  mia fatto nulla del genere e non avevo un budget illimitato. "Quanti ce ne servono, per tutto il tempo che ci serve "

"Non abbiamo tutti questi soldi" anzi  lei non  aveva tutti questi soldi perché io ero praticamente al verde. Odiavo non essere indipendente.  "Primo io li ho  tutti quei soldi e se decidessi di usarli non mi fermeresti , sono soldi sporchi e non ne vado fiera ma non pagheremo noi, sono gentilmente offerti da Carlo" la osservai sbalordita. Perché  offrirci tutto questo? Andava molto oltre un semplice favore "Non ha chiesto sparizioni?" Forse lei si fidava ma qui si parlava della mia vita e di quella della mia famiglia. "No, finché non andrà a contro di  lui non gli interessa"non avevo molte opzione che fidarmi  e se Emma si fidava avrei dovuto dare lo stesso. "Come funziona quindi?" Non sapevo nulla di tutto che serviva  ma avrei dovuto imparare e anche in fretta. "Sono mercenari di tutte le parti del mondo, che non hanno mai avuto alcun contato ne da Boston ne da New York, arriveranno in Massachicces tra un paio di giorni e si nasconderanno finché  non riceveranno ordini  precisi" smise di maneggiare con il computer e mi guardò "Adesso devi mettere su un piano a prova  di mafia  "  Un gioco da ragazzi quindi.

Quando Rhett rientrò io ed Emma eravamo sedute sul pavimento e stavamo mangiando  giapponese mentre  guardando un film demenziale. Avevamo provato  a uscire ma Rhett aveva guardato Emma e aveva dichiaro  testualmente finché questa combina guai sarebbe stata nella mia città uscirete  solo quando ci sono anche io con voi. Io ero stata infastidita mentre Emma aveva sorriso orgogliosa. Non mi andava per nulla bene ma e lo avevo comunicato  poi però Emma mi aveva ricordato che avevamo  altro da fare. Già mettere su un piano  a prova di mafia . Più facile a dirsi che a farsi. "Alzatevi dobbiamo andare a un gala " Connor  apparve dall'ascensore con due buste stracolme  e le posizionò  al centro del salone. Emma saltò in piedi quasi come se il pavimento fosse diventato  di lava e si diresse verso le buste  cacciando i vari oggetti.

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