CAPITOLO XVIII
‘Only films have happy endings’
Tenevo il cellulare in mano e il dito lontano qualche millimetro dal tasto invio. Il suo numero era inserito e il messaggio pronto per essere inviato.
‘scusa’ un semplice messaggio mi metteva così tanta ansia da sentire le farfalle nello stomaco.
Avevo paura a schiacciare quel pulsante … cosa avrebbe pensato? Che ero lunatica? Che ero idiota? O magari se ne stava semplicemente fregando di me come facevano tutti, magari aveva capito che non ne valevo la pena …
Mentre ero immersa nei miei dubbi, sentii il cellulare vibrare nelle mie mani.
‘Vuoi un caffè?’ il messaggio era di Ashton. Ma perché mi voleva vedere?
‘Certo, ma perché?’
‘Devo parlarti. Ci vediamo in piazza vicino al negozio di vestiti’ disse e io non potei fare a meno che essere preoccupata.
Mi vestii velocemente, indossando i pantaloncini di jeans neri e una semplice maglietta bianca non attillata. Odiavo vedere il mio corpo, figuriamoci stretto dentro un pezzo di stoffa, mostrando gli infiniti punti imperfetti.
Misi l’eye liner, il mascara, mi pettinai e urlai a mio cugino che sarei uscita.
Mentre camminavo verso il garage il telefono vibrò nella tasca posteriore dei miei pantaloncini.
Da Maria ‘Domani sera ti va di vedere un film da me? È sabato e non mi va di andare a qualche stupida festa.’ l’idea mi allettava, avevo davvero voglia di stare un po’ con un viso amico. Tuttavia aveva detto ‘da me’ e onestamente stare nella stessa casa di Luke non mi rendeva molto calma e rilassata. Però le avevo promesso che ci starei stata lontano, e questo comprendeva essere indifferente. Speravo che lui fosse andato a una festa.
A Maria ‘Ovvio che mi va!’
Da Maria ‘A stasera Sara <3’
A Maria ‘A stasera <3’ chiusi il telefono e mi concentrai su Ashton.
Andai in bici e l’aria fresca sulla mia pelle calda, mi rilassò. Andai abbastanza veloce, impaziente di ciò che mi avrebbe dovuto dire.
Avevo paura che volesse solo prendermi a pugni dopo che ero stata così strana e si, stronza con il suo migliore amico. Ma ripeto, che cosa gli poteva importare di me? E poi non avrebbe avuto senso scegliere un posto affollato per prendermi a botte.
In poco tempo arrivai in centro e legai la mia bici, poi mi incamminai verso il negozietto. Intravedevo già i meravigliosi e coloratissimi vestiti che stavano in vetrina, e pensai che io non li avrei mai potuti mettere.
Mentre camminavo vidi la perfezione fatta persona: il riccio era poggiato alla colonna del negozio e scrutava i passanti. Gli occhi erano sfortunatamente coperti dagli occhiali neri, come i miei, mentre il fisico a dir poco da urlo, era stretto in una canottiera dei Metallica grigia. Teneva in bocca una sigaretta e mi incantai guardando il fumo uscire dalla labbra sottili.
“Eccoti!” esclamò per poi abbracciarmi velocemente in segno di saluto.
“Come stai?” dissi sorridendo.
“Bene …” si incupì “Tu?”
Per fortuna il cellulare squillò e mi evitò delle risposte imbarazzanti.
“Pronto?” dissi girandomi di spalle.
“Ciao Sara!! Non ti dispiace veri se ho chiesto il tuo numero a Maria?”
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Lost in the ocean || Luke Hemmings
FanfictionSara è una ragazza timida e impacciata, perseguitata dalle sventure della sua vita. A soli quindici anni si trasferisce da suo cugino in Australia per cambiare vita, stanca di come tutti la trattano. Lì incontrerà Maria, la sua futura migliore amica...