CAPITOLO XII

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“Alzati dormigliona! Il sole splende e gli uccelli cinguettano!” una voce parecchio acuta mi urlava nell’orecchio. Sentivo due gambe minute attorno a me e qualcuno che mi strattonava le spalle.

Aprii gli occhi di malavoglia e cercai di mettere a fuoco qualcosa. Maria era a cavalcioni su di me, con un sorriso da ebete stampato in faccia mentre continuava a urlarmi di alzarmi.

“Mmmm non sei proprio una persona mattutina vero?” disse non smettendo di ridere e di saltellare su di me. Era imbarazzante.

“No. Proprio non lo sono.” Dissi sorridendo probabilmente da ebete come lei.

“Bene ma adesso ti alzi, perché io devo correre a scuola ma prima voglio fare colazione con te!”

Mi alzai di catto facendola cadere all’indietro. “CAZZO LA SCUOLA” avevo promesso a mia madre che appena arrivata avrei guardato delle scuole qualificate. Porco cazzo.” dissi scostando i capelli poco delicatamente dal viso.

“Bene allora stamattina vieni con me e ci guardiamo.” Disse fiera.

“Okey dai. Però prima potresti toglierti da me?”

“Oh, si, scusa” disse arrossendo.

Le tirai scherzosamente un pugno sulla spalla e ci mettemmo a ridere.

Per quella mattina decidemmo di non fare la doccia, altrimenti saremmo arrivate in estremo ritardo, perciò mentre lei andava nel suo bagno e si metteva la divisa, io andai nel mio e mi lavai la faccia. Presi un antidolorifico perché la testa mi scoppiava e uscii dal bagno cercando qualche cosa da mettermi.

Presi in mano la canottiera di Luke con scritto “YOU COMPLETE ME” e la fissai per un po’. Pensai seriamente di indossare quella ma il telefonò vibrò sul comodino e la lasciai cadere a terra.

“Pronto?”

“CIAO! Allora come stai?” la voce di mia sorella rimbombava nelle mie orecchie.

“Bene dai, sono un po’ stanca. Com’è lì la situazione in Italia?” che strana frase.

“Bene dai. Tra qualche giorno ti raggiungo anche io!” urlò. Parlammo con lei e dopo anche con i miei genitori, per un altro po’ di tempo, fino a quando sentii la porta di Maria sbattere e capii che aveva finito.

Stavo andando verso la porta correndo ma una voce roca e parecchio sexy mi richiamò.
“Dove stai andando?” mi girai lentamente per vedere Luke sfregarsi gli occhi come un cucciolo di panda. Indossava un pigiama blu e delle stupidissime pantofole a forma di cane.

“Belle pantofole” ridacchiai cercando di distrarmi dal suo fisico perfetto.

“Oh grazie. Bei pantaloni, hai intenzione di uscire così?”

“Ma di cosa ..” guardai in basso per capire di cosa stesse parlando.

“Cazzo” misi una mano sulla fronte e scossi la testa.

“Beh devo ammettere che sei sexy con il pigiama” arrossi mentre lui ridacchiava sfrondando nel divano. Sapevo che stava scherzando, ma non potevo fare a meno di essere imbarazzata.

“Allora, vai a scuola con Maria?”

“Ehm no, non mi sono ancora iscritta. Devo andare a vedere in quale scuola andare e anche, sto parlando troppo non è vero?” dissi passando da una frase all’altra.

Lui rise. Adoravo la sua risata stupida “Si, ma mi piace sentirti parlare. Continua dai” sorrise mostrando le fossette. Mi stavo sciogliendo.

“Ehm ecco, grazie. Beh in poche parole devo capirci qualcosa di come funzionano le scuole qua.”

Lost in the ocean || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora