CAPITOLO II

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CAPITOLO II

"Pronto?" la voce era spezzata, si sentiva che avevo pianto.

Come al solito silenzio. Ma cosa volevano da me quei tipi?

"Chi è la cugina-migliore-del-mondo-che-dovrebbe-essere-a-scuola-e-qui-in-Australia-con-me?" il cuore mi si fermò. Per un momento credetti di stare per svenire.

"MARCOOOOOOO!!" urlai nella cornetta del telefono. Marco è mio cugino, ha tre anni in più di me cioè ha diciotto anni.

"La voce non la perdi mai eh!" disse ridendo

"E tu il tuo sarcasmo"

Marco sapeva quello che mi stava succedendo e che mi era successo. Era partito perchè voleva andare a studiare all'estero: studiava pasticceria, e sebbene io non capissi perchè fosse andato proprio in Australia, lo invidiavo a morte.

"Allora come stai? Insoma come va ... ?" ed ecco il cambiamento di umore quando parlavamo di me.

"Come credi che stia?"

"Beh nemmeno meglio o ... bene?" fece una pausa, "Non ti ho mai sentita dire sto bene negli ultimi tre anni" si sentiva che era triste, ma non era colpa mia se la ruota della fortuna aveva deciso di saltarmi totalmente. Ero invisibile anche per lei, una lumaca sarebbe stata più considerata di me.

"Parliamo di te invece!" tentai disperatamente di cambiare discorso.

"Non mi freghi." cazzo perchè non era come suo fratello? Rompi palle e che voleva parlare unicamente di se stesso. Non mi sarebbe dispiaciuto parlare di lui e non di me, anche perchè la mia vita era piatta e monotona, non c'era niente che potessi dire.

"Dai andiamo fallo per me" peccato che non potesse vedere la mia faccina da cucciolo.

"Okey! Solo per te!" me lo immaginavo con il dito puntato contro di me e un occhio mezzo chiuso.

Rimanemmo tutta la mattina a parlare del più e del meno finché a un certo punto mi ricordai che quel coglione mi stava chiamando dall'Australia e quindi avremmo pagato per quella lunga chiamata entrambi.

"Marco porca troia siamo in chiamata da tre ore!" dissi guardando l'orologio dalla scomoda posizione in cui ero.

Tutto ciò che ricevetti in risposta fu una sonora risata. Possibile che tutti mi ridessero in faccia?

Proprio mentre stavo per rispondere a quella insensata ma meravigliosa risata, il campanello suonò.

“Ehm aspetta un momento hanno suonato al campanello.” Sentivo la sua risata sempre più forte, o sempre più vicina?

Aprì la porta e … “MARCO!” gli saltai addosso e lui quasi perse l’equilibrio. Ero felicissima di vederlo, avevo trovato un’altra parte di me.

Lo feci accomodare in casa e la domanda che mi venne spontanea fu “Ma scusa tu perché sei qui? Non che non sia felice di vederti ma non capsico il perché” dissi tutto d’un fiato e con il cuore a mille.

“Devo dare un esame importante e poi torno in Australia” disse a testa basse l’ultimo pezzo e fece una pausa “Ho già trovato una pasticceria molto famosa in Australia interessata ad assumermi, potrebbe essere una grande occasione.”

“Sono così felice per te!” lo abbracciai. Ero felice che dopo tutto quello che aveva passato, avesse finalmente trovato un po’ di pace, in effetti lo invidiavo parecchio …

“Aspetta, ma tu come facevi a sapere che io ero a casa?”

“Ho provato a chiamare per quello e quando ho visto che hai risposto ho tirato un sospiro di sollievo: avevo voglia di parlarti, sono noi due.” Assunse un aria da duro “A proposito: perché sei a casa tu? Non dovresti essere a scuola?”

“Ehm … ecco ...” beccata … “Diciamo che stavo male” dissi facendo le virgolette insieme alla parola “male”.

“Si vede che non stai bene” disse tirandomi una pacca sulla spalla. Quando stavo con lui ero me stessa: non avevo bisogno di truccarmi, vestirmi decentemente o di pettinarmi. Delle volte mi sentivo un maschio con lui, ma andava bene così, forse è quello che ero e sono … un maschiaccio.

Ridemmo tutta la mattina; lui mi raccontò dei suoi esami, di alcune nuove ricette che aveva imparato e poi tocco l’unico argomento di cui non volevo parlare.

“Lo fai ancora?” disse cambiando subito umore. Sapevo di cosa stava parlando … non era mai stato così diretto però nel chiedermelo.

“Possiamo parlare d’altro?”

“No. Dobbiamo parlarne prima o poi!” alzò la voce.

“NO. Non ne ho voglia. Ti ho già detto tutto quello che dovevo dirti. Parlarne non migliorerà la situazione anzi, mi farà stare peggio perché ci penso, penso a come mi trattano quegli stronzi a scuola e a come ridono ogni singola vola che passo per un corridoio. Non ne posso più di come quelle zoccole in minigonna si sentano più fighe solo perché hanno l’autostima alle stelle e non hanno bisogno di nascondere niente del loro corpo; beh sai che ti dico? Dovrebbero coprirsi la faccia e vergognarsi di come trattano una persona che non gli ha fatto proprio un cazzo.” Non mi ero accorta di star piangendo, ma ormai era tardi, non potevo nascondere il mio dolore.

Marco si avvicinò e provò ad abbracciarmi. “NO. Non azzardarti a provare compassione per me. Sai che lo odio.” Asciugai le numerose lacrime che scorrevano lungo tutte le mie guance e che avevano anche bagnato il giro collo della maglia.

“Perché non posso anche io trasferirmi in Australia con voi? Cambiare vita. Andare in un posto dove nessuno mi consce e mi può giudicare. Un posto in cui nessuno conosce il mio segreto. Un posto in cui finalmente tutte le cicatrici possano diventare invisibili e il sangue non colare più lungo il mio braccio.” Misi la testa fra le mani e piansi come forse non avevo mai fatto in vita mia. Non mi importava se Marco era lì.

Mi abbracciò e io non feci nulla: in quel momento avevo bisogno di un vero abbraccio, uno di quelli che ti stritola. Mi asciugò le lacrime e mi sposto i capelli dietro alle orecchie; assunse poi un’aria seria e disse aurotario “Allora è deciso. Tu la settimana prossima parti con me per l’Australia.”

 

SALVE! Ho aggiornato subito, mi sto impegnando.

Beh in questo capitolo arriva Marco, il cugino di Sara che diventerà un personaggio importante, specialmente per Sara. Si è inoltre quasi scoperto qual'è il segreto di Sara.

Beh spero che vi piaccia il capitolo e vi prego potete commentare o votare? Ve ne sarei davvero molto grata :) Alla prossima!

-Gio

Lost in the ocean || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora