capitolo VII
Ero stravaccata sul letto di Luke aspettando che tornasse con dell’acqua, quando sentii il telefono squillare. ‘Holiday’ dei Greenday si diffuse presto in tutta la stanza al massimo del volume. Ero come facevo a prendere il telefono IN BAGNO mentre avevo una gamba DOLORANTE. Non mi andava di disturbare Luke, stava correndo da una parte all’altra della casa per me, era il momento di arrangiarmi da sola: mi alzai e rimasi in piedi su una gamba sola e poi iniziai a saltellare finché la pedana del bagno mi fece cadere a terra con un tonfo sordo. Addio telefono.
Sentii dei passi pesanti su per le scale e poco dopo spuntò un Luke preoccupato sulla soglia della porta.
“Ma perché non sei stata sul letto?” perché sono una cretina.
“Il telefono stava squillando …”
“Potevi chiamarmi, sarei arrivato”
“Non sei un servo, non voglio farti lavorare.”
“Ma cosa dici? Se stai male non puoi andare in giro zoppicante.” Aveva ragione.
“Mi potresti tirare su?” ed ecco la milionesima figura di merda.
“Ai suoi ordini regina” la parola ‘queen’ detta da lui, con l’accento Australiano, suonava davvero bene.
“è già la seconda volta che ti tiro su da terra” disse ridendo. Cazzomerdaculo.
Mi appoggiò sul letto delicatamente, stando attento a non toccare punti doloranti o … ecco … come dire? … scomodi? Inopportuni?
“Ti lascio da sola così richiami chiunque ti abbia chiamata” mi sorrise e scomparì dietro la porta per l’ennesima volta.
Era strano l’effetto che quel ragazzo conosciuto da venti minuti al massimo, esercitava su di me. E poi quegli occhi azzurri che mi svuotavano da ogni emozione, lasciandomi imbambolata a guardarli.
‘Holiday’ mi svegliò dai miei pensieri alquanto strani.
Era Marco “MARCO!”
“Intanto, dove cazzo sei?”
“Diciamo da un’amica … non farmi domande” ma cosa mi stava succedendo? Pensavo una risposta ma la mia bocca diceva l’esatto contrario.
“Non le farò. Comunque io stasera non ci sono, se vuoi ti lascio le chiavi nascoste da qualche parte oppure te le porto se vuoi.”
“Ehm no, tranquillo, rimango a dormire qua.” NOO NON È VERO!!
“Sei sicura? C’è chi è questa tipa?” e ora?
“Una mia amica, è lunga storia che ti racconterò poi. Stai tranquillo”
“Va bene, per qualsiasi cosa io ci sono.” Ma quanto lo adoravo?
“Tranquillo”
Ci salutammo e misi giù. Marco mi mancava da morire, ma l’idea di stare un po’ con quei due strambi ma simpatici fratelli mi allettava.
Mi ricordai solo dopo di mia madre. Cazzo.
La chiamai subito “MAMMA!”
“SARA!” potevo tastare la sua felicità da qua. “Come stai piccola mia?”
“Sto bene.”
“Sei già con Marco?” e ora cosa le dicevo? ‘No sono a casa di una persona che nemmeno conosco sdraiata sul letto di suo fratello strafigo con la sua maglietta e i suoi boxer e senza reggiseno’? Assolutamente no.
“Si ma lui stasera esce, quindi sto a casa da sola.”
“Stai attenta”
“Tranquilla mamma, ho già conosciuto i vicini e sono molto simpatici” dissi ripensando a Maria. “E si sono già preoccupati per me” Luke …
“Mandami un messaggio prima di andare a letto, mi raccomanda … Mi manchi” avevo le lacrime agli occhi.
“Certo …” presi coraggio e lo dissi “Anche tu mi manchi mamma.”
Ci salutammo e quel silenzio assordante padroneggiò per l’ennesima volta nell’enorme stanza.
Chiamai Luke che arrivò in men che non si dica.
“Eccomi! Hai bisogno?” era dolcissimo.
“Nono.” E mo?
Lui capii e si sedette sul letto affianco a me.
“Raccontami qualcosa dai”
“Ma se nemmeno mi conosci” dissi ridendo.
“Allora raccontami qualcosa su di te” aveva un mezzo sorrisetto che mi fece perdere un battito.
LUKE’S POV
Era molto dolce, con quegli occhi al limite della dolcezza: non riuscivo bene a capire di che colore fossero, forse marroni scuro, forse verdi chiaro. Eravamo molto vicini e riuscivo a cogliere ogni più piccola sfumatura dei suoi occhi variopinti. Stava davvero bene con la mia maglietta e anche con i miei boxer. Non avevo mai dato vestiti a una sconosciuta, perché in fondo lo era, speravo solo che non lo rimanesse per molto.
Senza trucco era ancora più bella, la pelle perfetta era abbastanza pallida, forse per il dolore causato dalla ferita.
Non sapeva cosa dire, si vedeva che era timida e probabilmente imbarazzata dal fatto che era sdraiata sul letto vicino a un ragazzo che nemmeno conosceva e con addosso i suoi vestiti.
Grazie a quell’imbarazzante silenzio riuscii a scrutarla a modo: i capelli bagnati erano quasi del tutto asciutti e mostravano dei ricci meravigliosi.
‘’Mi piacciono i capelli ricci. ’’ Questo riguardava lei no? Ed era la cosa più intelligente che avessi potuto dire.
‘’Grazie.” Wow si imbarazzava facilmente, proprio come testimoniavano le sue paffute guance rosse. Aveva dei bellissimi lineamenti, praticamente perfetti nella sua faccia un po’ rotonda. La luce che entrava dalla finestra faceva brillare i suoi occhi e mostrava i riflessi rossastri-biondi dei capelli ricci.
Fu lei a rompere il silenzio “Però di solito li piastro.” Aveva un’espressione quasi di approvazione.
“Per me stai benissimo così. Non hai assolutamente bisogno di piastrarli” speravo di non avere un sorriso da ebete.
“Spesso li lascio ricci … ma non so, mi piacciono i capelli lisci e ..” perché si era fermata?
“Parlo troppo?” no mi piace sentirti parlare con quello strano accento.
“No e comunque credo che tu sia sexy con i capelli riccia.” Ma cosa stavo dicendo?
Ovviamente se si era imbarazzata con il complimento di prima immaginate il colore che assunse dopo questo.
“Grazie.” Sembrava quasi che facesse fatica a deglutire.
Si riprese e si vedeva che voleva cambiare discorso. “Adesso raccontami tu qualcosa di te.”
“Cosa vuoi sapere?”
“Quello che vuoi.”
Pensai a cosa potessi dirle ma non mi veniva in mente niente.
Improvvisamente prese la coperta in fondo ai nostri piedi e la tirò fino a sotto le ascelle.
Mentre tirava su la coperta vidi l’ultima cosa che mi aspettavo di vedere, una cosa che non auguravo nemmeno al mio peggior nemico ma soprattutto una cosa che lei sicuramente non meritava.
SCUSATEEE!! Mi dispiace un casino, non ho avuto tempo di aggiornare scusate, mi farò perdonare, promesso.
-Gio
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Lost in the ocean || Luke Hemmings
FanfictionSara è una ragazza timida e impacciata, perseguitata dalle sventure della sua vita. A soli quindici anni si trasferisce da suo cugino in Australia per cambiare vita, stanca di come tutti la trattano. Lì incontrerà Maria, la sua futura migliore amica...