Capitolo VIII

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Sara's pov

Continuai a parlare con Luke per un bel po ti tempo, soprattutto di cavolate. Quando toccammo l'argomento musica i suoi occhi si illuminarono e si formò uno splendido sorriso sulle sue labbra, dando finalmente spazio alle meravigliose fossette.

"Suoni qualche strumento?"

"Sì, so suonare il pianoforte." ho sempre amato il suono armonioso del pianoforte; lo suonavo solo da qualche anno ma contando il fatto che lo amavo avevo imparato in fretta.

"E tu suoni qualcosa?" dissi scuotendo il capo verso la chitarra poggiata vicino alla finestra.

Si mise a ridere "Si suono la chitarra, sia quella dolce che quella elettrica" disse mentre si dirigeva verso la chitarra. Amavo e amo il suono della chitarra, è uno degli strumenti che volevo imparare a suonare, ma sfortunatamente non avevo mai il tempo.

Pensavo che prendesse la chitarra sul piedistallo che avevo adocchiato, in realtà aprì una porta nascosta e allungó il braccio, mostrando una meravigliosa chitarra e bianca con un'enorme "X" che attirava subito l'attenzione. Era sicuramente una chitarra elettrica e sembrava nuova. Mentre camminava verso il letto prese anche la chitarra normale e si sedette vicino a me.

"La Sai suonare?"mi chiese con un mezzo sorriso

"A dire il vero no" la sua faccia un po delusa mi mise tristezza "Però puoi sempre suonare qualcosa tu"1

Stava per dire qualcosa tipo "Ma no dai. Qui su due piedi?" O cose del genere. "Niente scuse, suona qualcosa." intravidi uno spartito e un testo sulla scrivania disordinata, perciò mi alzai ignorando Luke che diceva che la gamba non sarebbe stata meglio se fossi andata a spasso.

"Sai che si dice che l'ordine della propria scrivania equivalga ai nostri pensieri?"

"Si perché?>> si era trasformato in Olaf?

" Beh Sei proprio messo male Luke." dissi riferendomi al casino che c'era.

Ci mettemmo a ridere e tornai saltellando al letto.

"Suona e canta." dissi come una bambina.

"Facciamo che io suono;" disse prendendo lo spartito e la chitarra dolce "e tu canti." disse porgendomi il testo a matita evidentemente scritto da lui.

Odiavo cantare davanti a qualcuno, specialmente se veniva imposto, avrei potuto ballare la breakdance ma non cantare, quello era troppo personale e Imbarazzante.

"Oh andiamo siamo solo noi, tanto nemmeno io ho una gran voce tranquilla" disse mostrando le fossette. Ci pensai un po su e poi decisi di lasciarmi andare "Okey."

Mentre rileggeva velocemente lo spartito e accordava la chitarra io lessi il testo; la canzone era intitolata "Too Late". Sul testo c'ero alcune parti segnate a nome di Luke e altre a nome di "Calum" ma io non sapevo chi fosse Calum. Che razza di nome è Calum?

"Facciamo che io faccio le parti del tuo amico e tu fai le tue?" cercai di trovate un compromesso.

Esitò "Va bene dai, però al ritornello canti anche tu". Compromesso accettabile "Ci sto."

Luke iniziò a suonare e mi fece cenno quando dovevo attaccare. Le parole erano tristi come la melodia ma molto belle, non ci credevo che le avesse scritte lui. Mentre cantavo leggevo le parole cercando di stare a tempo e battendo una mano sulla mia gamba; per tutto il tempo Luke tenne un bellissimo sorriso con tanto di fossette. Poco prima del ritornello era il suo turno di cantare: appena attaccò sentii la sua voce bassa ma decisa e quando fece il piccolo acuto mi vennero i brividi e quella a sorridere come un ebete ora ero io. Meno male che non era un gran che eh.

Nel ritornello cantammo insieme ma lui non ebbe bisogno di leggere il testo. Anche se stavo cantando sentivo la sua voce a volte spezzata fare qualche acuto roco abbastanza rock che mi fece venire ancora una volta i brividi. I suoi occhi azzurro oceano erano accesi e svegli anche mentre suonava, sopratutto mentre suonava.

Cantammo tutta la canzone e poi sentimmo un paio di chiavi tintinnare giù nel cortile. Maria era tornata a casa.

Mi alzai in fretta in cerca dei miei vestiti. Che cosa avrebbe pensato se mi avesse trovata nel letto di Luke con in dosso i suoi vestiti?

Anche se la gamba era estremamente dolorante cercai di ricompormi; per fortuna Luke mi diede una mano e a breve fui presentabile.

Maria era ancora fuori ad accarezzare Flipper, così ne approfittai e cercai di scendere le scale a chiocciola in legno da sola. Improvvisamente sentii due mani possenti afferrarmi le gambe e la schiena e prendermi in braccio a mo' di sposa. Luke corse giù per le scale e mi adagió sul divano in pelle, mentre lui andò in cucina.

Quando la porta si aprì Maria entrò brontolando qualcosa in inglese.

"Hai trovato ciò che cercavi?" dissi ridendo.

:Dopo due ore di ricerca ho trovato gli asciugamani" disse mettendo i due asciugamani azzurri sulla poltrona in pelle marrone "Ma vedo che non servono più. Ah però ho preso una cartina!" disse fiera mostrandomi il sorriso perfetto.

Tolse la borsa a tracollo e la appoggió all'attaccapanni e poi si buttò sul divano accanto a me.

Punto all'aria l'indice e mi fissò "Prima cosa: per quale oscuro motivo hai addosso la maglia di mio fratello?" subito era seria ma alla fine ridacchió. Un "Cazzo" però ci stava.

"Mi sono fatta la doccia e la mia maglia era ancora fradicia al contrario dei pantaloncini e perciò tuo fratello mi ha dato una maglietta."per fortuna che mi ero ricordata di mettere di nuovo il reggiseno.

"Ehm certo. Adesso passiamo al secondo punto: che diavolo hai fatto alla gamba?"disse evitando di guardare la garza; supposi che la vista del sangue la infastidisse.

Le spiegai ciò che era successo omettendo il fatto che Luke mi aveva medicata mentre io avevo addosso solo l'accapatoio.

"Vuoi che ti porti da un medico?" mi mise una mano sulla spalla;  era davvero premurosa.

"Nono tranquilla, va tutto bene, non fa più tanto male"

"Come vuoi tu. Beh è stata una fortuna avere un infermiere in casa eh!" disse ridendo"

Un infermiere?

Luke's pov

Stavo preparando tre limonate mentre mia sorella e Sara parlavano nel salotto.

Ad un certo punto però sentii Maria parlare con Sara dell'argomento "infermiere" a bassa voce e decisi di interrompere lo spettegolamento. Irruppi nella stanza e portai le limonate sul tavolino di vetro.

" Ah adesso sei anche un cameriere?" disse quella "simpaticona" di mia sorella. Avevo un bel rapporto con mia sorella, alcuni miei amici erano anche suoi amici e le sue amiche ci provavano con me ogni volta che venivano da noi; inutile dire che le quindicenni in crisi ormonale erano molto fastidiose e sicure di se stesse e io le odiavo, erano patetiche. Sara non sembrava nemmeno la metà oca e fastidiosa rispetto alle amiche di Maria che lei stessa odiava e in generale agli abitanti del Pianeta Terra.

Mentre io e Maria ci punzecchiavamo a vicenda con insulti e occhiatine, Sara ci guardava ridacchiando; i suoi occhi erano diventati improvvisamente verdi e si erano illuminati, il suo sorriso mi mise ancor di più di buon umore. Era davvero una bella ragazza, e sembrava non esserne consapevole. Era sexy messa in quel modo: era leggermente sdraiata con le gambe stese  sull'appoggia piedi e grazie ai pantaloncini si potevano vedere la pelle perfetta e le gambe sexy; un braccio era poggiato sulla pancia dando maggior importanza alla terza abbondante, mentre con l'altra mano teneva la limonata che le avevo preparato.

Improvvisamente il mio telefono squilló riproducendo "American Idiot" dei Greenday; Sara sorrise e io con lei.

Mi spostai nel giardino lasciando le ragazze sole nel grande salotto.

"Ash!"

SALVE!!!
Scusate l'enorme ritardo ma ho avuto una serie interminabile di imprevisti. Spero che il capitolo vi piaccia e ringrazio coloro che stanno leggendo la mia storia, se vi va mi farebbe piacere un commentino o un like.

A presto
-Gio

Lost in the ocean || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora