Here i am

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capitolo 34

Cercavo di metabolizzare le parole che mi aveva detto mentre mi torturavo i capelli.

Mi aveva lasciata sola nel salotto dopo aver annunciato che sarebbe andato a prendere una birra, così, come se mi avesse appena detto che gli piaceva lo zucchero filato.

Si tagliava anche lui? LUI? Il tipico ragazzo perfetto si tagliava?

Ma soprattutto: pro-che? Non era vero. Lui non poteva, non avrebbe mai potuto.

Eppure non riuscivo a giudicarlo per la seconda rivelazione. Beh, per la prima dovevo solo stare zitta. Mi sono sempre detta che bisogna sapere tutta la storia prima di poter trarre le proprie conclusioni, ed era per quello che ero seduta sul divano di casa sua, ad aspettare di andare in una guerra di emozioni dalla quale avevo paura non sarei uscita viva.

Quando tornò nel salotto aveva in mano una birra e una limonata. Lo ringraziai e ancora parecchio indolenzita allungai un braccio per prendere il bicchiere pieno.

"Ti ascolto" dissi all'improvviso. Lui mi guardò e si sedette davanti a me sul divano.

"Non c'è molto da dire"

Risi. "Okey, c'è abbastanza da dire" abbassò la testa e rise anche se non era un vero sorriso, c'era tristezza nei suoi occhi.

Lo guardai negli occhi e senza pensarci due volte lo baciai. Sentii il calore delle sue labbra sulle mie e le sue mani accarezzarmi la schiena, mentre le mie gli accarezzavano il volto con un po' di barba pungente.

"Ma che?" sorrise mentre mi allontanavo.

"Non lo so. Ne avevo voglia." Sorrisi arrossendo, poi aspettai che dicesse qualcosa.

Continuavo a girare nelle mie mani il bicchiere alto trasparente, mentre facevo girare la cannuccia azzurra come gli occhi di Luke. I cubetti di ghiaccio facevano un rumore acuto ma piacevole, forse non molto adatto alla situazione.

"La prima volta è stato a quindici anni. Avevo la tua età." ruppe il silenzio. Alzai gli occhi e con tanto coraggio li posai sui suoi. Non dissi niente. "Era una ragazza più grande di me ... molto più grande di me" sorrise ironicamente e tristemente.

"Quanti anni aveva?" dissi quasi a bassa voce per paura di romperlo.

"Quarantadue" alzò gli occhi e storse la bocca, mostrando solo una fossetta. Non dissi niente di nuovo. "Era una molto rispettata a Sidney ... lo è ancora. Ma poi si è scoperto che era una pedofila, e io facevo parte delle sue 'vittime' (?)" sorrise. Continuava a sorridere in modo triste e io avrei solo voluto stringerlo nella camicia a quadri e dirgli che andava tutto bene, che ora c'ero io e che non avrei permesso a nessuno di fargli più del male.

"Perché lo facevi?"

"Per i soldi. Io e Maria ne avevamo bisogno, i soldi di mio fratello non sempre bastavano. Magari c'era bisogno della nuova lavatrice o ti sistemare l'impianto elettrico, e per quanto io provassi a fare tutto ... beh, TUTTO non ci riuscivo. Avevo anche alcuni soldi da parte di mio zio, ma non erano mai veramente abbastanza."

"Perché non avete chiesto aiuto?" mi sembrava la soluzione più ovvia ma lui non era d'accordo.

"E fare cosa? Permettere a qualcuno di togliermi la mia sorellina? Di dirmi che io non potevo prendermi cura di lei? Sara ero un bambino, avevo otto anni quando rimanemmo soli e certo, mio zio ci aiutava di tanto in tanto, ma aveva troppi problemi a casa tra il divorzio e il lavoro. C'era Ashton e la sua famiglia, questo è vero, ma non potevo chiedergli soldi. Maria era tutto e io non potevo abbandonarla" abbassò il capo e io mi trattenni dal piangere a vederlo così ... vulnerabile. "Gli assistenti sociali non perdonano niente Sara. Io ero minorenne e come tale non potevo prendermi cura di mia sorella ... questo secondo la legge. Le ho sempre dato tutto quello che le serviva e forse anche di più. L'ho viziata fino alla morte e ne sono orgoglioso."

Lost in the ocean || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora