I Am Nothing Without You

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CAPITOLO XIX

Passammo tutta la serata parlando di cazzate e guardando delle commedie americane tipo ‘American Pie’. Fu una serata molto piacevole, stare con lui era piacevole.

Quando la serata finì devo ammettere che ero molto triste. Mi trattava normalmente, forse perché non sapeva del mio segreto. Per me tutto girava intorno al fatto che fossi un’autolesionista. Pensavo continuamente a come la gente mi avrebbe guardata se lo avesse scoperto. Sarei stata compatita da molti, e io odio la compassione, non può nemmeno essere considerato un sentimento. Molti altri invece mi avrebbero disprezzato, ma loro non mi conoscevano affatto, né sapevano come mi faceva sentire tagliarmi.

“È stata una serata davvero piacevole” sorrisi mentre aprivo la porta. Mi soffermai sulla soglia della sua enorme casa e lo guardai, quasi contemplai, nella sua immensa dolcezza. Sorrisi timidamente e lui mi una mano sulla porta a un’altra sullo stipite. Mi guardava con gli occhi più scuri, il contrario di quelli di Luke.

“Mi ha fatto piacere passare una serata con te” sorrisi al Rosso un po’ imbarazzata.

“Anche a me.” Si sporse un po’ fuori dalla porta e controllò se fuori ci fosse qualcuno. Poi rientrò e guardò l’ora.

“Dai rimani un altro po’.” Quasi mi supplicò. Sarei già dovuta essere a casa, ma semplicemente gli sorrisi e entrai.

“Senti, ti ricordi che ti avevo detto che avevo bisogno di parlare con te?”

Annuii “Ecco credo che sia giunto il momento tanto atteso”

“Okey, dimmi tutto” mi sedetti sul divano e incrociai le gambe.

“Luke” disse semplicemente, come se fosse una cosa di tutti i giorni; alzai gli occhi al cielo. La voglia di alzarmi e scappare era enorme, ma non volevo rovinare tutto con lui.

“Argomento delicato?”

“Dimmi e basta.” Quelle parole uscirono dure e secche.

“Gli manchi.”

“Anche tu ti ci metti? Lui non ha bisogno di me, lui ha bisogno di qualcuno che non sia instabile mentalmente e io non sono adatta a lui.” Non mi ero accorta di aver detto così tanto in una sola frase.

Lui fece una faccia confusa ma non gli permisi di rispondere “Michael io ammiro tantissimo che tu ti stia preoccupando per lui ma se davvero avesse bisogno di me mi avrebbe scritto o chiamato o semplicemente non mi avrebbe fatta andare via in quel modo.”

“In che modo?”

“Come se non fossi niente per lui. Ed è così, lo so. Non sono niente per lui, è ora che io apra gli occhi … e anche voi.”

Ci fu una pausa un po’ troppo lunga. Continuavo a giocherellare con le unghie dipinte di nero mentre lui fissava le mie mani.

“Non è il ragazzo che credi che sia.” Disse rompendo il silenzio.

“Me lo avete detto in due, ma il fatto è che io non so com’è, né so come siete voi. Nessuno mi vuole spiegare ma io non mi posso fidare di voi in questo modo, senza prove certe. No mi fido della gente, figuriamoci in una cosa del genere. Lui mi ha lasciata andare e non si sta facendo troppi problemi a quanto pare, quindi non fateveli anche voi, è meglio per tutti quanti. Si convive con il dolore, te lo posso assicurare.”

Rise. Perché rise? Non c’era niente da ridere. Avevo appena detto una cosa ‘profonda’ e lui mi ride in faccia?

“Davvero credi che lui non ci stia male?” rise ancora più forte. “Lui è distrutto, lui ci tiene a te, è uno che si affeziona in fretta. Dice sempre di vedere qualcosa di diverso in te, ma che non può permettersi di affezionarsi a te. Lui ne ha passate tante, ha semplicemente imparato a stare lontano dalla gente, ma anche se ha paura di ammetterlo lui si è affezionato a te.” disse ora più serio che mai.

Lost in the ocean || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora