I'm Stuck With You

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CAPITOLO XX

Mi stava gelando l’anima con i suoi occhi. Le mani si erano spostate dal mio corpo al mio viso, forse soddisfatto della nostra estrema vicinanza. Continuava a sfregare il pollice sulle mie guance, inizialmente per togliere le lacrime, poi lo posò sulle mia labbra e brividi percorsero la mia schiena.

Mentre si stava per avvicinare e finalmente baciarmi, cominciai ad avere dubbi, e le paure che prima erano svanite tornarono più forti di prima.

E se era uno sbaglio? Se lo faceva solamente per prendermi in giro? Se non provava niente per me? Magari per colpa dell’età o semplicemente per il fatto che ero io. E se io non provavo niente per lui?

Posai velocemente una mano sul suo petto e lui si fermò.

“Luke io …” balbettavo.

“Scusa.” Sciolse il groviglio di mani e di sguardi che si era creato e fece per andarsene.

Questa volta fui io a prendergli il polso e ad avvicinarlo a me fino a fare aderire i nostri corpi. “Non ho mai detto che non mi piaceva stare così.” Sorrisi e lui con me, dopo di che posò un leggero bacio sulla mia fronte.

“Sarei già dovuta essere fuori con Maria” risi.

“Allora finiamo quello che abbiamo cominciato un'altra volta.” rise e mi si gelò il sangue. Che ci tenesse davvero a me? O magari mi usava per scopi sessuali. Che mente perversa che avevo.

“Aspetta.” Sorrisi. Uscii dalla porta e poi suonai il campanello.

“È Sara! Aprile tu e dille di venire su da me!” la voce di Maria.

Luke aprii la porta e scoppiammo entrambi a ridere.

Salii le scale girandomi di tanto in tanto per vedere il biondo che avevo probabilmente lasciato insoddisfatto.

Aprii la porta della camera di Maria e la vidi in accappatoio intenta a scegliere cosa mettersi.

“Che fai?” risi e lei si voltò di scatto.

“Questo o questo?” mi fece vedere due canottiere, una bianca con scritto ‘FUCK’ e una verde con una strana trama.

“Fuck è migliore”.

Si mise un paio di pantaloncini di jeans come i miei e poi la canotta bianca, era molto bella.

“Pronta, andiamo! Ci accompagna mio fratello.” Perfetto.

“È indifferente.” Bugia.

“Oggi pomeriggio vado finalmente a togliere i punti nella gamba.”

“Vengo con te dai, così ti faccio compagnia.”

Piombammo nel salotto dove Luke stava guardando uno stupido reality show tipo Geordie Shore.

Maria gli diede una botta sulla spalla e lui borbottò un arrivo. Non riuscivo a togliere gli occhi di dosso al ragazzo, le immagini di noi due poco fa bruciavano nella mai mente, più veloci della carta.

I suoi occhi pieni di vita, anche se il corpo andava al ritmo di una lumaca e la bocca era corrucciata.

Volevo essere io quella piccola luce nei suoi occhi li rendevano ancora più belli. Era davvero difficile ammetterlo, ma era così. Quel ragazzo mi aveva incantata e io non sapevo se dire che ci ero cascata o che mi ero un po’ svegliata, ma fidarsi delle persone non è quasi mai un bene per me.

Luke si mise un giubbotto di pelle simile a quello di Michael e poi mise gli occhiali da sole.

Erano solo le otto meno un quarto ma mi sentivo allegra e pimpante, ma cercavo di stare calma per non far vedere quanto ci tenessi davvero a lui.

Lost in the ocean || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora