Drunk

98 4 0
                                    

CAPITOLO 27

Luke’s pov

Avevo perso di vista Sara. Non avevo la minima idea di dove fosse e onestamente cominciavo ad essere preoccupata: alle feste –specialmente quelle organizzate da Matt- girava droga, alcol e roba varia, non volevo che qualche maniaco drogato la infastidisse

Cominciai a farmi strada tra la folla più velocemente che potei. Parecchie ragazze provarono ad avvicinarsi per ballare con me, ma io le scansavo tutte. Nella mia testa c’era solo Sara. Mi facevano quasi schifo tutte quelle ragazze che non volevano altro che sesso da me. Sara non voleva quello .. beh spero non SOLO quello. Io volevo lei. La volevo ad ogni costo.

 Quando incontrai Calum lo fermai dal ballare (diciamo più che altro strusciarsi) con una bionda con le tette estremamente rifatte.

“Cal hai visto Sara?” lui era poche volte ubriaco, perché doveva quasi sempre guidare per andare a casa poiché sua madre non aveva la patente e suo padre era un uomo d’affari molto importante. Calum si era sempre vergognato di dire in giro che suo padre era estremamente ricco e per questo lo stimavo.

“Si, era ubriaca fradicia”

“Dov’è andata?” dissi urlando per colpa del volume troppo alto della musica.

“In bagno, stava per vomitare, ma c’era Maria con lei” disse un po’ preoccupato e poi tornò a ballare con la bionda.

Mi fiondai verso i bagni del piano di sotto ma ci trovai solamente due ragazzi –maschi- intenti a farsi pompini e seghe. Uscii ridendo come un cretino e mi fiondai al piano di sopra.

Ormai conoscevo quel posto a memoria, era dove facevamo le feste ogni volta. Passai davanti alla zona ‘coppiette eccitate’ e poi davanti alla stanza dei drogati, poi finalmente, in fondo al lungo corridoio trovai il bagno.

Bussai ma non ricevetti alcuna risposta. Preoccupato da quello che sarebbe potuto essere successo, spalancai la porta senza aspettare un suo ‘avanti’. La ritrovai seduta a terra, con i capelli un po’ scompigliati posti su una sola spalla.

Mi abbassai a fianco a lei e le presi le mani fredde nelle mie invece calde.

“Sara” le accarezzai il viso “Andiamo a casa dai”.

Lei mi stava guardando fisso negli occhi, con lo sguardo di una persona stremata, ma a un certo punto mi urlò di uscire e si girò verso il water.

“Luke vattene” urlò di nuovo. Vedevo che tratteneva i conati di vomito, ma non avevo intenzione di lasciarla da sola mentre stava male, perciò le presi i capelli in una mano e poi misi l’altra sulla sua fronte.

Mi misi piegato verso il basso, quasi sopra di lei, mentre lei era in ginocchio.

“Sara non trattenerti, ero un infermiere” cercai di essere più convincente possibile ma lei scosse la testa e si lasciò sfuggire una lacrima.

“Sara ti prego” non mi voleva ascoltare. Continuava a scuotere la testa e a strizzare gli occhi, cercando di non vomitare.

Mi misi in ginocchio a fianco a lei, tenendole sempre una mano a bloccare i capelli, mentre l’altra questa volta la posai sulla sua gamba. Avvicinai il naso alla sua guancia e poi posai un leggero bacio “Sara va tutto bene”

Lei mi guardò e poi si girò di nuovo verso il water. Chiuse gli occhi e poi vomitò l’anima.

Dopo venti minuti che vomitava finalmente si alzò. Le risciacquai la faccia delicatamente e lei sorrise dolcemente verso di me. Era sempre così bella.

Provai a farla camminare, ma non si reggeva in piedi, perciò la presi in braccio a mò di sposa e la portai io stesso alla macchina.

La portai d’istinto a casa mia e la feci sdraiare nel mio letto.

Lost in the ocean || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora