Un dono, per quanto tu possa disprezzarlo,
va sempre usato.
Anche da un frutto marcio
può nascere qualcosa di buono.
(Sorelai Fenir)
"Mi hai tradito."
Il volto di Balder, offuscato dalla lastra di ghiaccio, continuava ad apparirle nel sonno, provocandole continui risvegli e contribuendo alla mancanza di riposo.
Si girò sul fianco. Il braccio era completamente guarito ma ancora non riusciva a stringere il pugno con forza. Si alzò; Eric era di guardia, poggiato alla porta aperta di quella casa abbandonata. Non ricordava neanche quale fosse il nome di quel piccolo villaggio. Pochi uomini e donne, quasi tutti anziani che non erano stati in grado di intraprendere il viaggio verso sud, oppure che non avevano voluto. L'ombra non aveva ancora toccato quel lato della brughiera.
Si diresse verso l'uscita.
«Dovresti riposare, specialmente tu.» Eric, di guardia in quel momento, non aveva distolto lo sguardo dalla stradina, impolverata e deserta, male illuminata dal piccolo fuoco acceso per scaldarsi.
«Riposo meglio a occhi aperti, almeno per il momento» gli disse, andandosi a sedere vicino a lui. Sembrava passata un'eternità da quando avevano avuto una conversazione in una situazione simile.
«Non potrò mai ringraziarti abbastanza per aver benedetto la mia arma.» Eric abbassò lo sguardo sullo spadone, al suo fianco. «Sono certo che l'altra notte, nella grotta, ha respinto un incantesimo.»
«Meritate anche di più, tutti voi, per quello che state affrontando.» Sofia lasciò vagare lo sguardo tra le ombre delle altre abitazioni. «Sono io che non riesco a sdebitarmi.»
Il tocco di Gimmi sulla propria coscienza attirò la sua attenzione.
«Eric, sveglia gli altri.» Si alzò tenendo lo sguardo fisso in avanti, nella mente già pronti diversi incantesimi. «Uno spettro. Ha con sé diversi scheletri e cadaveri.»
Solo Lorcan riuscì a uscire prima che l'attacco cominciasse. Già da quella disanza lo spettro ululò, aumentando sempre più l'intensità e provocando un brivido in Sofia. Maledizione! È più vicino di quanto pensassi.
Un urlo di terrore provenne dall'interno della casa, costringendo tutti a rientrare. Astoria era caduta vittima dell'incantesimo dello spettro; gli occhi spalancati roteavano mentre lei urlava e correva, inciampando e sbattendo contro le mura.
«Che ti sta succedendo?» Clivia cercò di fermarla.
«Eric, fermala. Non farla uscire» intimò Sofia. Dovevano evitare che si facesse male e venisse attaccata dagli scheletri in arrivo. «Lorcan, Gimmi è fuori, ti aiuterà con i non-morti.» Lui annuì e corse via.
Astoria urlò ancora e morse il braccio di Eric.
«Ma che le prende?» L'amico era in difficoltà, non comprendeva cosa stesse accadendo e la principessa gli sfuggì dalla sua presa, tentando di uscire per raggiungere lo spettro.
«Eric, maledizione, tienila ferma!» Doveva innalzare una difesa intorno alla casa. Un altro attacco magico poteva essere mortale, non solo per Astoria. Chiuse gli occhi e allargò lo scudo fino all'esterno della casa, dove cozzò contro qualcosa di gelido. Dove sei? Maledetto spettro. Ti sento, ma non ti vedo.
Ancora una volta Astoria urlò. Si teneva la testa tra le mani e stava cominciando a sbavare e respirare a fatica, mentre Eric cercava di tenerla ferma.
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Rosso Sangue [COMPLETA]
FantasyRosso: il colore del sangue, dei suoi capelli e degli occhi che la perseguitano. Nero: il colore delle tenebre che avvolgono i suoi incubi, quello delle notti senza luna nelle quali un antico Ordine officiava i suoi riti più potenti. Mentre i demo...