Il rosso e il nero.
Sono colori che raccontano molte cose, non trovi?
(Sorelai Fenir)
Seduta al tavolino, la schiena riscaldata dal sole e la tazza con la tisana rossa tra le mani, Sofia rimase a guardare la porta dietro la quale era sparita Astoria e si prese il tempo necessario per riflettere sulle sue parole. Alcuni passaggi non le erano chiari e ancora le sembrava tutto un sogno assurdo. Aveva dormito in una grotta per un numero imprecisato di anni e ne ignorava il motivo.
Bevve un lungo sorso e si soffermò a osservare i biscotti rimasti. Buoni erano buoni, ma si rese conto che tutto il suo mondo era, attualmente, rinchiuso tra quelle mura. E non c'era nulla, biscotto o tisana, che potesse lenire il senso di solitudine che la invase senza alcun preavviso, catapultandola nella realtà della propria situazione.
Sospirò e si alzò, ancora barcollante sulle gambe che a stento riuscivano a reggerla.
Prese l'abito di stoffa blu e se lo poggiò davanti; sembrava delle giuste misure, ma non vedeva in giro specchi. Lo infilò e calzò le scarpe; erano morbide e confortevoli.
Con le dita cercò di districare i capelli e si osservò ancora una volta le ciocche tra le dita. Erano di un rosso molto scuro. A occhi chiusi tentò anche di ricordare il proprio viso, accarezzando le guance, le labbra e le arcate.
Scosse la testa e si voltò verso il letto. Avrebbe continuato ad assecondare ciò che le stava accadendo. Tutto sommato, se le avessero continuato a portare del cibo, forse le cose non sarebbero andate poi così male. Si sedette sul letto e ne provò la morbidezza. Quella stanza era comoda, accogliente e la vista era davvero incantevole.
Lanciò un'altra occhiata al balconcino e strinse gli occhi. C'erano i draghi, lì fuori, creature intelligenti e capaci di creare non poche devastazioni. Sofia sapeva che quelle non erano le sole creature pericolose a trovarsi là fuori. C'era un mondo intero che lei conosceva e del quale, al momento, ignorava alcuni aspetti. Astoria le aveva raccontato solo del suo ritrovamento ma non aveva accennato a cosa stesse accadendo in quel momento nel suo regno.
Forse sono un pericolo e sarei dovuta restare in quella grotta.
Si lasciò cadere distesa, a braccia aperte.
Forse sarebbe stata una buona idea chiedere ad Astoria di restare lì con lei, l'avrebbe guidata e le avrebbe insegnato come comportarsi in quel tempo.
Piegò la testa all'indietro e osservò la porta, capovolta, dietro la quale si celava ciò che sarebbe stata la sua vita.
La principessa non aveva detto che era una prigioniera ma Sofia aveva sentito la serratura scattare quando era uscita. Chissà se c'erano delle guardie a sorvegliarla.
Tornò a guardare il soffitto.
Dopo tutto non la stava trattando male. Non ancora, almeno.
Le travi del soffitto erano semplici, ma c'era un angolo che la colpì. Un nodo molto vistoso, tondo. Anzi, no. Era ovale. Strinse gli occhi per mettere meglio a fuoco l'immagine sul legno. Tendeva al rossiccio e il nodo stava diventando sempre più grande e sempre più rosso. Ne apparve un altro, proprio vicino. Due ovali rossi, con due fessure verticali al centro, nere. Erano due occhi; la scrutavano, l'avevano trovata.
Urlò e si ranicchiò sul letto, il viso affondato nella coperta, in affanno.
Attese in silenzio, con il proprio respiro che faticava a lasciare dai polmoni e, quando ci riusciva, condensava vicino al volto.
STAI LEGGENDO
Rosso Sangue [COMPLETA]
FantasyRosso: il colore del sangue, dei suoi capelli e degli occhi che la perseguitano. Nero: il colore delle tenebre che avvolgono i suoi incubi, quello delle notti senza luna nelle quali un antico Ordine officiava i suoi riti più potenti. Mentre i demo...