Ciò che Sofia stava osservando era un'enorme area costituita da terreno sabbioso e delimitata da un muro solo dal lato in cui si erano fermati, ma per la maggior parte era circondata da rocce e boschi. Proprio fuori una caverna, in lontananza, si trovavano due draghi neri: erano fermi al sole, avrebbero potuto essere due statue luccicanti, se di tanto in tanto non avessero mosso la testa, le ali o la coda.
Vedeva anche tre draghi blù, avevano un aspetto meno massiccio rispetto ai neri. Uno stava acciambellato al sole, più vicino alla grata, gli altri due sembrava stessero comunicando tra loro, posandosi il muso sul collo o strofinandoselo a vicenda.
C'erano anche delle persone che si muovevano tra i draghi, senza mostrare alcun timore.
«Avevi ragione, grazie» sussurrò, stringendo le fredde e ruvide grate che aveva di fronte. Voleva attraversarle e accarezzare quelle creature. A dispetto dei ruggiti che aveva sentito, del loro aspetto e di ciò che potevano rappresentare artigli e fuoco, non era spaventata.
«Te l'avevo detto. È difficile restare indifferenti davanti a creature del genere.»
«Ma sono addomesticati?» Non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle creature.
«Oh, no» rispose il demone. Sofia avvertì dal tono che stava sorridendo, ne era certa, ma non aveva voglia di distrarsi dalla meraviglia alla quale stava assistendo.
«I draghi non sono animali domestici, né sono addestrabili come un qualunque cavallo. Come ti ho detto, hanno scelto di vivere a contatto con gli uomini, si lasciano cavalcare e condurre in guerra dall'esercito, ma solo se lo vogliono.»
«Perché?» Si voltò a guardarlo e lo vide alzare le spalle, ma anche lui era intento a osservare i draghi.
«Ci sono diverse leggende, a riguardo» rispose voltandosi e sorridendole. «La verità è che nessun essere umano ne ha la più pallida idea. Accettano ciò che hanno. Ed è il motivo per il quale Dragalia ha pochi nemici. Non esiste altro luogo, oltre la Culla, in cui i draghi si comportino in un modo tanto singolare.»
Sofia udì un ruggito, breve e sommesso, e tornò a fissarli. «Quindi non sono pericolosi?»
«Direi che dipende dai punti di vista. In generale questi no, ma quelli selvaggi lo sono, eccome. Anche se preferiscono comunque restare lontani dai centri abitati. Reagiscono solo se provocati.»
Sofia non avrebbe mai voluto staccarsi da lì. Erano creature magnifiche e sapere che era loro volontà convivere con gli uomini li rendeva ancora più maestosi. Eppure voleva anche far ritorno alla locanda. Udire il nome 'Dragalia' le fece ricordare di Astoria e tutti gli altri, lasciati a combattere una battaglia contro un mostro spaventoso. Distolse lo sguardo dai draghi, senza sforzo. «Torniamo indietro, per favore.» Forse erano arrivati e la stavano cercando ed era impaziente di controllare. Il vuoto che avvertì dentro fu la giusta punizione per essersene dimenticata, non lo meritavano, non dopo quanto avevano fatto per lei.
Il cammino del ritorno la riempì di speranza. Voleva essere ottimista e per riuscirci evitò di parlare con Raziel e pensare solo a se stessa. Entrò nella sala comune con il sorriso sulle labbra, sicura che avrebbe visto Eric e Lorcan contendersi la cena, Clivia scuotere la testa e Astoria inveire contro i due uomini.
C'erano diversi tavoli liberi, ma lei si soffermò su quelli occupati. Il cuore ebbe un sussulto quando vide una chioma corta, rossa e riccioluta, ma non apparteneva a Lorcan, così come non apparteneva a Clivia la cappa verde scuro sulle spalle di un uomo mingherlino seduto in disparte.
«Non è capitato nulla di male, vero?» chiese mentre, dopo una cena veloce e silenziosa, salivano le scale di legno che scricchiolavano sotto i loro passi.
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Rosso Sangue [COMPLETA]
FantasyRosso: il colore del sangue, dei suoi capelli e degli occhi che la perseguitano. Nero: il colore delle tenebre che avvolgono i suoi incubi, quello delle notti senza luna nelle quali un antico Ordine officiava i suoi riti più potenti. Mentre i demo...