Eric si alzò e raccolse lo spadone, Lorcan impugnò la Luce della Dea e gli si affiancò mentre Clivia sfoderò la spada.
Anche Astoria doveva fare qualcosa, ma non aveva la minima idea di quale tipo di mostro sarebbe apparso e non sapeva che incantesimo cominciare a preparare. Poteva solo attendere.
Poco distante da loro, nella direzione in cui Raziel si era voltato, l'aria tremò e divenne opaca. Una fessura, alta poco più di un uomo, squarciò lo spazio che li separava dal piano astrale, lasciandone intravedere una porzione: vortici viola e rossi in un mondo nero.
La creatura che si affacciò da quella orrenda finestra aveva le fattezze di un grande ragno, ricoperto da peli verde scuro e con lunghe zampe gialle. Non vide occhi, solo una bocca irta di denti, dalla quale sputò fuori un getto di liquido giallo e vischioso, prima di sparire di nuovo.
Erano tutti illesi e, solo quando sentì di nuovo il cuore batterle in petto, Astoria si accorse dello scudo magico che Raziel aveva innalzato per proteggerli e che stava svanendo. La bava di quel mostro aveva lasciato un solco fumante nel terreno e un odore nauseabondo. Doveva essere acido e avrebbero fatto meglio a essere più accorti, per non lasciarsi colpire.
«Certo che hai un cugino che fa davvero schifo» disse Eric spostando la guardia e portando la lama dietro alla spalla.
«Non osare paragonarmi a quella bestiaccia. E fai attenzione, sta tornando. Da quella parte.» Indicò verso destra, proprio nel momento in cui il mostro saltò fuori da una nuova fessura intradimensionale, protendendo due aculei gialli verso il fianco del gruppo dove si trovava Astoria.
Si voltò e se lo vide arrivare contro, con le fauci contorte spalancate che non somigliavano a nulla che avesse già visto. Aveva ben chiaro in mente quali incantesimi usare, ma nessuno sarebbe stato abbastanza veloce da permetterle di salvarsi. Portò le braccia sulla testa e piegò le ginocchia, sperando di offrire meno punti vitali al mostro. La investì un urlo stridulo, non umano, e una zaffata dal tanfo marcio e nauseante.
Aprì gli occhi, rendendosi conto solo allora di averli chiusi, e guardò tra le braccia che le comprivano il volto. Clivia stringeva la spada, quella dall'esla più lunga, con una mano e con l'altra si manteneva l'avambraccio: le sfuggì un lamento.
«Come stai? Io...» Astoria udì la propria voce tremare; l'amica si era ferita per colpa sua.
Clivia si voltò e le sorrise. «Bene, ci penserò dopo.»
Astoria annuì e inspirò, concentrandosi su cosa fare e si preparò a formulare e tener pronto il primo incantesimo; quel mostro sarebbe tornato presto, lo sapeva, e i suoi amici erano tutti in posizione e pronti a intervenire, inoltre... «Sofia» urlò cercandola tra gli alberi dove credeva, sperava, si stesse nascondendo. Una morsa di ghiaccio le prese la gola. L'aveva persa di vista e, solo per un attimo, aveva anche dimenticato che lei esistesse. E la vide. Era al sicuro e Raziel era al suo fianco. Tirò un sospiro di sollievo. Ma sarà davvero al sicuro?
Un urlo la fece voltare; il mostro era tornato ad attaccarli ed Eric lo stava caricando. Basta, doveva fidarsi di lui e lasciar perdere, per il momento.
Unì le mani sentendo i flussi energetici affluire dal piano astrale, richiamati dalle parole che stava pronunciando. Diede un'occhiata per capire se poteva richiamarne ancora o se avrebbe dovuto accontentarsi di ciò che aveva.
I suoi amici avevano iniziato a combattere contro il mostro e non sembravano in difficoltà, dunque si concesse il lusso di rendere l'incantesimo più potente. Ecco. Trattenne il respiro. Ancora un po'. Il cuore le pulsava nelle orecchie rendendo il mal di testa ancora più forte. Ci siamo quasi. Sentiva l'energia vibrarle tra le mani e lungo le braccia; non avrebbe potuto trattenerla ancora per molto. «Via» urlò.
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Rosso Sangue [COMPLETA]
FantasyRosso: il colore del sangue, dei suoi capelli e degli occhi che la perseguitano. Nero: il colore delle tenebre che avvolgono i suoi incubi, quello delle notti senza luna nelle quali un antico Ordine officiava i suoi riti più potenti. Mentre i demo...