Dragalia, catena montuosa nord, duecento anni prima
Selene serrò le mascelle e sentì scricchiolare i granelli di sabbia tra i denti, mentre la lingua era avvolta da una sostanza vischiosa e dal sapore di ferro. Sputò un grumo misto a sangue e si asciugò con il dorso della mano. La lotta era appena terminata e già sentiva le forze abbandonarla; aveva dato fondo a ogni singolo frammento di energia pur di terminare ciò che aveva iniziato e ne stava pagando le conseguenze. Chi invece non trovava un attimo di pace era la bestia nera che portava dentro: si contorceva, premeva contro le pareti che la imprigionavano per invadere la sua coscienza e ci aveva tentato durante tutto il combattimento; a stento Selene era riuscita a tenerla a bada, soprattutto quando aveva attinto ai suoi poteri, senza quell'energia non avrebbe mai vinto.
Alzò un ginocchio e ci poggiò sopra la mano, per aiutarsi nello slancio e alzarsi. Ci riuscì, ma avvertì un senso di vertigine quando provò a sollevare il capo. Strinse i pugni e osservò la parete di ghiaccio che si trovava davanti. Era bellissima: uniforme e cangiante sotto il sole che raggiungeva appena il fondo della gola nella quale si trovava.
Un sibilo, di tanto in tanto più intenso, rompeva il silenzio dove fino a pochi attimi prima si erano udite urla, preghiere e accuse. Era il segno che non sarebbe riuscita a restare in piedi ancora per molto tempo e di certo non sarebbe riuscita a lasciare quel luogo da sola. Lo scontro appena concluso non doveva essere passato inosservato; l'eco magica sarebbe stata presente ancora per moltissimo tempo e avrebbe raggiunto luoghi lontani da quelle montagne. Restava da scoprire chi sarebbe arrivato prima, per soccorrerla o per condannarla. Chiunque sarebbe arrivato, però, l'avrebbe portata via e lei non poteva permettersi di lasciare quel luogo senza prima salutarlo.
Affondò le unghie nei palmi e mosse un passo ma dovette aprire braccia e mani, per non perdere l'equilibrio, e si morse il labbro per non lasciarsi sopraffare dalla nausea, mentre l'oscuro compagno continuava a contorcersi nei recessi della propria coscienza. Dannazione! Sta' buono adesso!
Erano pochi i passi che la separavano dal ghiaccio. Era talmente vicina da avvertirne il freddo. Lo scricchiolio della ghiaia sotto gli stivali era l'unica certezza che stesse davvero camminando; un passo incerto alla volta, due passi, tre, fino a quando tese le braccia e si appoggiò alla parete.
Il gelo si diffuse dalle mani alle braccia e poi al resto del corpo quando vi si adagiò contro, come distesa, con la fronte premuta sul ghiaccio.
«Bugiardo» sussurrò. Strinse i pugni e li batté sul ghiaccio. «Bugiardo. Bugiardo» ripeté alzando il tono. Inspirò. «Bugiardo!» urlò, lasciando che l'eco risuonasse portandosi via altre briciole di se stessa.
Le lacrime cominciarono a riempirle gli occhi e scivolare lungo le guance; erano calde, come gli abbracci di cui sentiva il bisogno e che non sarebbero più arrivati.
«Bugiardo.» Non riusciva a dire altro. Desiderava solo che lui non avesse intrapreso quella strada.
Osservò le nuvolette d'aria condensata che le uscivano dalle labbra a ogni respiro mentre la guancia a contatto con il ghiaccio perdeva sensibilità, senza che ciò la infastidisse. Quando avvertì una sensazione di calore al viso, però, si scostò e vide una macchia scura allargarsi sulla parete prendere la forma di una mano.
«Balder.» Un altro sbuffo di vapore le uscì dalle labbra quando sussurrò il suo nome. Alzò la mano e la fece aderire, palmo contro palmo, all'ombra apparsa, portando l'altra alla bocca per soffocare un singhiozzo. Quel tocco era caldo, ma non accogliente, era intriso di rabbia e frustrazione.
Un guizzo dell'oscuro compagno la mise in allerta; qualcuno stava giungendo attraverso il piano astrale, agitando e increspando gli strati di cui era composto. Ci mise poco a identificare la traccia magica in avvicinamento, Elkhiffa non stava facendo nulla per nasconderlo.
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Rosso Sangue [COMPLETA]
FantasyRosso: il colore del sangue, dei suoi capelli e degli occhi che la perseguitano. Nero: il colore delle tenebre che avvolgono i suoi incubi, quello delle notti senza luna nelle quali un antico Ordine officiava i suoi riti più potenti. Mentre i demo...