16 - Capitolo 10

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Il dubbio.

Quello non ti lascerà mai,

sarà sempre il tuo compagno di viaggio.

(il Bardo Mendicante)


Astoria si attenne al piano. Da quel punto della strada avrebbero tagliato attraverso la campagna; voleva evitare di entrare in città dalla via principale e correre il rischio di incontrare qualche pattuglia. Alessandro le aveva assicurato che avrebbe gestito lui la situazione ma la prudenza non era mai troppa.

Di tutta la situazione, a preoccuparla maggiormente era proprio Sofia. Da quando era arrivato Raziel, rispondeva solo alle domande che le venivano fatte e comunque le risposte erano quasi sempre monosillabi; era talmente tesa che un ramo più sporgente degli altri le si impigliò nella cappa facendola urlare e cadere. Per non parlare della reazione di Lorcan; non che non se la aspettasse ma durante i loro incontri per pianificare evasione e fuga avevano tutti evitato l'argomento 'Raziel', pur sapendo che si sarebbe potuto aggregare a loro in qualunque momento.

«Ah, per la Dea!» imprecò il chierico. Stavano procedendo a piedi perché il percorso era poco agevole e conducevano a mano i cavalli. «Qui a rischiare di restare azzoppato sono io. Non c'era un altro sentiero per raggiungere Nime?»

Astoria sospirò. Sperava davvero di arrivare in città prima di notte, perché Lorcan aveva ragione; quella via al buio poteva essere pericolosa anche a piedi. «No, non c'era o almeno io non ne conosco.»

«Magari, se avessimo deviato in un altro punto, a quest'ora avremmo potuto godere di una compagnia migliore» borbottò a voce più bassa, ma lei lo sentì ed era sicura che lo avessero sentito anche gli altri.

«Puoi metterti l'animo in pace, Lorcan» ribatté Raziel dalle retrovie. «Qualunque strada avreste seguito, sarei riuscito a trovarvi. Mi mancava troppo la vostra compagnia per privarmene, lo sai.»

Eccoli che ricominciavano. Non sarebbe mai riuscita a farli andare d'accordo. Scambiò un'occhiata con Eric che alzò le spalle e avanzò il passo per affiancarsi all'amico sacerdote.

«Perché non voleva incontrarlo? Non siete amici?» chiese Sofia sottovoce. Era concentrata sui propri passi ma Astoria era sicura che le sue orecchie erano pronte a percepire ogni suono, ogni frase che potesse aiutarla a comprendere.

La guardò. Cosa avrebbe dovuto dirle? La verità sarebbe stata la risposta giusta ma non ne era molto sicura, non in quel momento. Cercò conforto in Clivia, alle sue spalle, ma la mezz'elfa scosse la testa.

«Vedi, la situazione è più complicata di ciò che sembra.» Qualcosa doveva pur risponderle e scelse la più neutra possibile. «Raziel ci raggiunge spesso durante i nostri viaggi e a volte ci aiuta. La nostra è più una collaborazione che un'amicizia.»

«Brava, Astoria.» Raziel si era affiancato a Sofia, che aveva abbassato subito lo sguardo, imprigionata tra loro due. «Tu conosci sempre le parole esatte per descrivere ogni cosa.»

«Di' un po'» disse Astoria, cercando di cambiare discorso e prendere informazioni allo stesso tempo, «cosa ti fa essere così sicuro che Areina non tornerà a Castelnovo?»

«Davvero l'ho detto?» Rise, come era solito fare. «Non ricordo di aver usato queste parole.» Si prese il mento con una mano, lo sguardo perso in avanti, sembrava davvero assorto nei propri pensieri. «Sono abbastanza sicuro che non dovrebbe causare problemi.» Distese il viso e agitò la mano come per scacciare un insetto fastidioso. «No, non tornerà nel posto più ovvio in cui potrei cercarla.»

Rosso Sangue [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora