Cavalcarono fino a sera, facendo altre due brevi soste per riposare e mangiare, e arrivarono a Nime appena dopo il tramonto. Si diressero verso la stessa locanda dove alloggiarono la prima volta e cenarono nella sala comune, piena a differenza dell'ultima volta.
Il mattino dopo partirono molto presto; Astoria sperava di arrivare a Città Nuova nel pomeriggio o al più in serata. Durante una sosta si accordarono su cosa dire al re riguardo a Sofia.
«Odio mentire, specialmente a mio padre» disse Astoria mordendosi il pollice. «Non ho idea dei danni provocati da Areina in mia assenza e spero che Alessandro e gli altri membri del consiglio lo abbiano protetto.»
Sofia non amava dare rassicurazioni, soprattutto se non era certa della situazione, ma qualcosa poteva dirla; la principessa aveva spesso lo sguardo perso nel vuoto e ormai aveva consumato l'unghia del pollice a furia di morderla.
«Non potrei giurarlo» disse, attirando gli sguardi di tutti, «ma non credo che abbia fatto del male a qualcuno.»
«E come puoi dirlo?» Astoria aveva allontanato il dito dalle labbra quel tanto che le permetteva di parlare in modo comprensibile.
«Perché sono abbastanza certa che fosse al castello solo per tenere sotto controllo il luogo in cui ero rinchiusa. Una volta liberata e tornata in possesso dei miei ricordi e poteri, non dovrebbe avere nessun motivo per restare a Castelnovo.»
«Be', dai. Il discorso fila» disse Eric sollevando le spalle e ottenendo un'occhiata non troppo convinta da Astoria, che però annuì.
Il viaggio di ritorno sembrò a Sofia molto più breve di quello dell'andata. Aveva un nodo alla gola, però, che le impediva di ingoiare con facilità. Non sarebbe stato un problema recitare la parte della fanciulla smemorata che aveva subìto un torto dai demoni, in fondo non era poi tanto lontana dalla realtà come scusa, ma più il tempo passava e più si avvicinava il momento del confronto con Raziel, il primo da quando aveva riacquistato se stessa.
L'accoglienza a Castelnovo fu più frettolosa di quanto Sofia si aspettasse e il nodo alla gola si strinse ancora di più.
«Devo parlare al più presto con Alessandro» disse Astoria di ritorno da una breve riunione con due persone. Sofia riconobbe in una di loro colui che, suo malgrado, l'aveva condotta nei sotterranei di Areina. Non ricordava il nome, ma l'aspetto dai lineamenti duri e proporzionati, la carnagione un po' più scura e i capelli ricci e neri le avevano riportato alla mente sua madre. Forse appartenevano entrambi alla stessa gente.
«Kareikos mi ha informata dell'arrivo di due persone e, credetemi, sono le uniche che non dovrebbero essere qui.» Astoria spostò lo sguardo su coloro che vagavano nella piazza interna del castello e alzò un braccio quando vide chi cercava. «Vi farò portare in una stanza in cui potrete riposare e tu, Sofia», si avvicinò e sussurrò: «Non parlare con nessuno. Tieni lo sguardo basso e resta con loro.» Fece un passo indietro e aggiunse, con tono più alto: «Ci vedremo appena possibile.» La voce, però, tremava e gli sguardi che scambiò con il resto del gruppo erano brevi e intensi, carichi di parole che Sofia non poteva far altro che immaginare.
Furono condotti attraverso gli infiniti corridoi che ricordava di aver percorso in occasioni che sembravano lontane nel tempo. Scuri e stretti, pieni di scale, per condurla nei sotterranei di Areina. Poi ancora scale e corridoi percorsi per fuggire.
Kareikos. Ecco come si chiama. È un nome che davvero potrebbe appartenere alla gente di mia madre. Quando l'aveva vista l'ultima volta? Più di una vita fa ormai. Quando era fuggita dalla Fortezza non era riuscita neanche a farle visita e non sapeva se sperare di rivederla, un giorno, oppure no.
«Ecco, miei signori» disse il ragazzo che li aveva accompagnati allargando un braccio verso l'interno della stanza, oltre la pesante porta di legno che la divideva dal corridoio. «Presto vi verranno portati acqua e cibo e dei bacili per lavarvi.» Fece un inchino e uscì.
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Rosso Sangue [COMPLETA]
FantasyRosso: il colore del sangue, dei suoi capelli e degli occhi che la perseguitano. Nero: il colore delle tenebre che avvolgono i suoi incubi, quello delle notti senza luna nelle quali un antico Ordine officiava i suoi riti più potenti. Mentre i demo...