«Stupida!» La voce di Astoria rimbombava, urtando le pareti all'interno della testa di Sofia.
Aveva ragione. Il suo era stato un gesto molto stupido.
«Credevi fosse tutto un gioco?» Il pugno stretto le tremava davanti al viso arrossato. «Credevi fosse uno scherzo? Potevi essere uccisa. Fatta a pezzi e mangiata. Sotto i nostri occhi.» Si batté il petto più di una volta, con violenza. «Sotto i miei occhi.»
«Andiamo, non essere così severa.» Clivia le prese la mano tra le sue e gliela abbassò cercando di allontanarla. «Così distrai Lorcan, lascialo pregare.» Riuscì a portarla via, mentre il chierico mormorava a bassa voce e una calda e piacevole sensazione avvolse la caviglia di Sofia che sentiva i frammenti di ossa muoversi e unirsi, senza provare alcun dolore, solo una vergogna infinita per quanto accaduto.
Raziel raggiunse le due amiche e prese a parlare con loro mentre la principessa, di tanto in tanto, lanciava occhiate verso di lei che la trafiggevano facendole più male di quanto avesse fatto il mostro che l'aveva aggredita.
«Ecco, ho finito» disse Lorcan toccandole la caviglia, avvolta ancora nello stivale, e forzandone i movimenti. «Dovrebbe essere tutto al suo posto ma dimmi se ti fa male da qualche altra parte.»
Sofia riuscì solo a scuotere la testa stringendo le labbra tra i denti. Non riusciva neanche a ingoiare; il groppo alla gola era troppo doloroso.
«Ti va di raccontarmi cos'è successo?» chiese il chierico a voce più bassa, posandole una mano sulla spalla.
Già, cos'era successo? Cosa le era passato per la testa? Aveva davvero creduto di potersela cavare da sola, in quel mondo di cui ignorava ogni cosa e popolato da mostri mangiatori di uomini?
Gli occhi azzurri, con le sopracciglia rosse distese e qualche ruga a incorniciarli, la scrutavano comprensivi. «Hai avuto paura, vero? Intendo alla locanda, hai avuto paura di Raziel.»
Annuì, perché era vero e doveva essere anche abbastanza evidente, visto che Lorcan non ci aveva dovuto pensare troppo.
Astoria era ancora intenta a parlare con gli altri, Eric compreso. La vedeva di spalle e la lunga treccia bionda ondeggiava seguendo i movimenti della testa.
«Raziel non piace a nessuno di noi» continuò Lorcan. «A me meno di tutti ma spero tu capisca che senza il suo intervento saresti morta.» Si portò la mano chiusa a pugno alle labbra, gli occhi persi nel vuoto e poi tornò a fissarla, facendole provare ancora vergogna per essersi comportata in modo tanto sconsiderato.
«Vedi, io ho bisogno di recitare una preghiera ogni volta che voglio usare il potere che mi viene dalla Dea.» Si portò la mano aperta al petto. «Per Clivia e Astoria si tratta di recitare formule, spesso accompagnate da gesti se si tratta degli incantesimi che usa Astoria.» Indicò con la testa al gruppetto intento a parlare poco distante. «A volte c'è bisogno anche di reagenti e disegni. Lui, invece, non ha bisogno di niente.» La lasciò libera dal suo sguardo, dirigendolo verso Raziel. «Gli esseri come lui ci sguazzano nella magia e possono usarla senza dover perdere tempo in chiacchiere.»
Sofia chiuse gli occhi e trattenne il respiro. Ricordava molto bene come quel mostro era sparito. Non era riuscita neanche a rendersi conto di cosa avesse fatto Raziel. E non lo avrebbe dimenticato mai più. Avrebbe per sempre ricordato il terrore e il dolore provati.
«E adesso pensaci un po': se Areina dovesse tornare, chi pensi possa davvero aiutarti?»
Finalmente Sofia riuscì a mandare giù quel boccone troppo amaro che le si era bloccato in gola e annuì. «Grazie, Lorcan» disse. «E scusami, io...» Non riuscì a terminare ma il chierico le sorrise e le diede una piccola pacca sulla spalla.
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Rosso Sangue [COMPLETA]
FantasyRosso: il colore del sangue, dei suoi capelli e degli occhi che la perseguitano. Nero: il colore delle tenebre che avvolgono i suoi incubi, quello delle notti senza luna nelle quali un antico Ordine officiava i suoi riti più potenti. Mentre i demo...