26 - Capitolo 14.2

89 8 57
                                    

«Allora? Dobbiamo cercarci una nave?» Il tono di Lorcan era più seccato del solito.

Astoria li aveva visti avvicinarsi, lungo la strada cittadina, senza Raziel. E non sapeva se gioirne o meno. Scosse la testa. «No. Taro ci troverà dei draghi e ha detto di attenderlo qui.»

Con un tonfo, il sacco che Eric portava sulle spalle cadde a terra, quando il guerriero lo lasciò. «Provviste» rispose allo sguardo interrogativo.

«Cosa è successo?» chiese la principessa rivolta a tutti i presenti.

«Se ti riferisci a Raziel,» rispose il chierico poggiato con la schiena al muro di cinta del Recinto, «si è degnato di avvisarci, prima di sparire.» Portò le mani alla bocca, chiuse a pugno, per poi aprirle e lasciare uscire un puff.

«Ha detto che a volte i draghi possono innervosirsi in sua presenza e ci avrebbe raggiunti appena possibile» intervenne Clivia sbirciando al di là della grata. Sofia le si era avvicinata e stava guardando anche lei nella stessa direzione.

Astoria lasciò la posizione in cui si trovava, all'ombra di un albero, e andò verso le amiche. Posò una mano sulla spalla di Sofia, ma lei non si mosse e serrò le dita intorno ai ferri che già stringeva, facendo sbiancare le nocche. «Prima non abbiamo potuto parlare molto, dovevo cercare Taro, ma ti andrebbe di farlo ora?»

Sofia scosse la testa. «Va tutto bene, non ho nulla da dire.» Continuava a fissare i draghi in lontananza. «Quello nero, laggiù, sembra quello che ho visto al castello. Potrebbe essere lo stesso?» chiese infilando il braccio tra le grate e indicando un punto.

Astoria seguì la direzione con lo sguardo e si strinse nelle spalle. «Per me si somigliano tutti. Potrebbe esserlo, ma anche no.»

«A cosa servono queste mura?» chiese Sofia alzando lo sguardo e seguendo la volta dell'arcata sotto la quale si trovavano. «Se ho ben capito, i draghi vivono qui per loro stesso volere. E poi possono volare via quando vogliono.» Prese a fissarla, inclinando la testa. «Non credo che dei ladri si avvicinino e tentino di rubarli, o rapirli, no?»

«E invece è proprio così» rispose la principessa, anche se dubitava fossero i reali pensieri che si aggiravano nella mente dell'amica. «I draghi sono molto intelligenti e riescono anche a percepire alcune nostre emozioni, ma non sempre sanno distinguere tra chi si prende cura di loro e chi finge di farlo. È accaduto un paio di volte che qualcuno molto abile sia riuscito a portarne via uno. Non so poi come sia andata a finire, ma so per certo che con chi non è stato abbastanza scaltro è finita male.»

«'È finito arrosto', volevi dire?» intervenne Eric. «Lo sai che ci salgo, su uno di quelli, ma comunque non mi fido. Sono bestie non addomesticate e possono fraintendere le mie intenzioni.» Si massaggiò il mento, osservando anche lui il drago nero in lontananza. «Sarebbe interessante, invece, combattere contro uno di loro, di quelli grossi.»

Astoria sospirò. «Forse ne avrai l'occasione, ma contro un Rosso. Spero uno solo, non di più.» Sarebbe stato difficile affrontarne uno, anche se dalla loro avrebbero avuto comunque altri draghi, ma i combattimenti aerei potevano essere ardui da affrontare, almeno stando a ciò che aveva letto.

«Spero proprio che tu ti stia sbagliando» disse Clivia.

«O che tu ci stia prendendo in giro» intervenne Lorcan. «Combattere contro un drago rosso? Forse più di uno?»

«La colonia di Rossi, nella Bocca del Fuoco su Trinacris, sta dando dei problemi. Taro dice di tenersi fuori dal loro territorio, ma credo che ne sfioreremo i confini.» Astoria non poteva nasconderlo, dovevano esserne messi al corrente per essere preparati. Sospirò e cercò di ricordare mappe e scritti che riguardavano quella colonia. Ne aveva letto nella biblioteca, al castello, ma non riusciva a ricordare il dettaglio più importante, anche se temeva che avrebbero dovuto comunque sconfinare, almeno per un tratto.

Rosso Sangue [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora