Sei solo.
E vedi pericoli in ogni dove.
(il Bardo Mendicante)
Astoria chiuse la porta e ci si poggiò con la schiena.
Trovare Sofia proprio in quel momento non era stato un caso, ne era certa.
Osservò i propri stivali consumati e si ritrovò a pensare a Eric. Era passato molto tempo dalla sua partenza e sapeva solo che era riuscito a contattare Lorcan. Con un sospiro si staccò dalla porta e s'incamminò lungo il corridoio. Doveva sondare la mente di Sofia e scoprire cosa vi si nascondeva.
Si diresse verso le scale, per raggiungere il piano della biblioteca. Non era molto pratica dell'incantesimo di rivelazione, non lo aveva mai eseguito su una persona sveglia, eccezion fatta per Guido, la sua vittima preferita. E si era rivelato un incantesimo difficile. La mente da indagare poteva reagire anche violentemente alla costrizione del flusso di pensieri ed energia cui veniva sottoposta. Ricordava ancora il mal di testa che aveva avuto a seguito della prova con l'amico e non voleva ripetere gli stessi errori.
Stava passando davanti alla finestra che dava sullo spiazzo interno, quando udì uno scalpiccio. Si affacciò e lo vide.
Eric era tornato.
Astoria iniziò a correre. Svoltando un angolo rischiò anche di cadere scontrandosi con un attendente, che l'apostrofò in modo molto poco educato, salvo rimangiarsi l'ultima parola quando si rese conto a chi aveva rivolto gli insulti.
«Non importa, sei perdonato» urlò la principessa, senza neanche accertarsi se avesse capito che non sarebbe stato decapitato. Eric era tornato. Finalmente. E lei non vedeva alcun motivo per attardarsi a camminare invece di correre. Senza contare che Alessandro le aveva dato un tempo limite per compiere il suo incantesimo.
La strada per le scuderie era interminabile, ma riuscì lo stesso a percorrerla senza ulteriori intoppi.
Eric!
Aprì la bocca per chiamarlo, era a pochi passi da lui, ma non riuscì a parlare e dovette poggiare le mani sulle ginocchia per riprendere fiato. Cercò di trattenere il respiro, a occhi chiusi, per riprendere un po' di contegno e si raddrizzò. Ma un colpo al centro delle scapole le fece perdere l'aria che era riuscita, con tanta fatica, a trattenere. Allargò le braccia per non perdere l'equilibrio e riuscì a non cadere, ma solo perché era stata afferrata appena in tempo. Da Eric.
Alzò la testa, per incontrare gli occhi scuri e sorridenti dell'amico. La sola sua presenza la confortava, anche se al momento puzzava di cavallo e chissà cos'altro.
Sentì il solito formicolio alle guance, quello che accompagnava molti momenti in cui gli era troppo vicina. «Volevi spezzarmi la schiena?» Fu più brusca di quanto avrebbe voluto. Si liberò con uno strattone dalla mano, grande e forte, del guerriero e si massaggiò la spalla indolenzita.
«Quante storie per una pacca amichevole. Pensavo fossi felice di rivedermi.» Eric le indirizzò una smorfia, corredata dalle labbra incurvate verso il basso e seminascoste dalla barba incolta.
«Non scherzare» lo rimbrottò. Cercò di ricomporsi e lo prese per un braccio, indirizzando i passi di entrambi verso le cucine. «Ho bisogno che tu mi dia buone notizie, Eric. Ti prego, dimmi che ne hai.» Aveva ancora in mete le parole che aveva rivolto ad Alessandro. Fino a quel momento aveva solo sospettato che Areina fosse in combutta con i demoni, ma raccontarlo a lui aveva reso reale quella che sembrava solo una congettura lontana.
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Rosso Sangue [COMPLETA]
FantasyRosso: il colore del sangue, dei suoi capelli e degli occhi che la perseguitano. Nero: il colore delle tenebre che avvolgono i suoi incubi, quello delle notti senza luna nelle quali un antico Ordine officiava i suoi riti più potenti. Mentre i demo...