DANIEL
"Pronto?" chiesi a più riprese, non udendo neppur lontanamente la voce di Andrea. Dall'altra parte, solo silenzio, definibile anche come rumore bianco. Mi stava dando persino fastidio.
"Pronto?" reiterai, alzando involontariamente le sopracciglia. Poi aguzzai l'udito. Magari non avevo sentito bene e il mio interlocutore mi aveva appena risposto.
"Andrea?". Pronunciando il suo nome, mi avrebbe forse risposto? Niente. Allontanai il telefono dall'orecchio, assicurandomi che la chiamata fosse stata avviata ed era effettivamente cosí.
"Sono qua". La sua voce si fece finalmente sentire, finalmente, dopo svariati secondi di silenzio in cui avevo pensato di chiudere.
"Ah, eccoti" dissi, accennando un sorriso che non poté ovviamente vedere.
"Ciao, Andrea" aggiunsi.
"Ciao" rispose lui, senza dire nient'altro. Pareva che qualcuno gli avesse mangiato la lingua.
"Dimmi, che ti serve?". Magari stava cercando le parole giuste per raccontarmi perché se ne fosse fuggito a quel modo, nemmeno ventiquattro ore prima. Stavo ancora aspettando una giustificazione. E non potei negare a me stesso che sarei stato altrettanto curioso di sapere se se ne fosse pentito.
"Niente" disse, arrestando nuovamente la conversazione. Era chiaro volesse dirmi qualcosa, ma che non avesse sufficiente coraggio per prendere parola.
"Okay, allora ci sentiamo" dissi, fingendo indifferenza e mordendomi il labbro inferiore per non scoppiare a ridere. Era sempre il solito orgoglioso.
"No, no!" lo sentii esclamare. Bingo.
"Allora parla, Andrea" dissi, tornando serio. Volevo che sputasse il rospo. Alla fine, entrambi sapevamo avesse qualcosa da confessare.
"Non è cosí facile" disse, tornando a esitare, ma almeno un passo era stato compiuto. Mi sembrava di parlare con una persona che conoscevo a malapena, quando in realtà era il mio ragazzo. Riflettendoci su, non avrei nemmeno più potuto considerarlo il mio fidanzato. Se aveva avuto un motivo per fuggire, allora era perché non voleva più stare con me. Quella conversazione avrebbe sicuramente chiarito le future intenzioni di Andrea riguardo alla nostra relazione. Da parte mia non c'era stato alcun problema; Andrea, però, mi avrebbe dovuto dare delle spiegazioni."Sono soltanto io, Andrea" lo spinsi a prendere parola.
"Ecco..." boccheggiò nuovamente.
"Sono lontano da Torino, ora" disse, pronunciandosi in un'ovvietà.
"Giá" fu la mia risposta.
"Ho bisogno di stare per conto mio e penso che ci starò ancora per molto. Volevo solo avvisarti che sto bene e che non c'è bisogno che mi cerchi per sapere se sono ancora vivo".
Conoscevo troppo bene Andrea. Lanciava il sasso per nascondere la mano. Ti cercava appena; poi, nel momento in cui accettavi la sua richiesta di aiuto, faceva finta di non aver avuto bisogno di te, girando la frittata e facendo sembrare che fossi stato tu ad aver mostrato interesse nei suoi confronti."Okay" risposi, scuotendo la testa e trattenendo un sorriso malizioso. Sei sempre il solito, pensai. Nonostante mi stesse ferendo tantissimo, lo amavo da impazzire. Non avrei potuto cambiare questo suo modo di essere; avrei solo dovuto cercare di non assecondarlo troppo nel suo atteggiamento, ma nemmeno ignorarlo. Da un lato, infatti, dandogli corda gli avrei fatto credere di non essere mai nel torto. Dall'altro, non era mio interesse vederlo logorarsi per non avere ricevuto attenzioni da parte mia.
"Okay cosa?" mi domandò. Eccolo, pronto a ricevere un briciolo in più di considerazione da parte mia.
"Okay quello che mi hai detto" dissi, tenendolo corto di attenzioni. Silenzio. Quanto lo conoscevo. Un altro punto per me.
"Sono felice tu stia bene" dissi. Ero sicuro che, in quel momento, si sarebbe giustificato lanciandomi una frecciatina per ribadire che se la stesse spassando senza di me. E se l'avesse fatto, significava che sentiva la mia mancanza. Attendevo, già consapevole, la sua reazione.
"Già, qua c'è una bella aria. Poi posso fare il cazzo che mi pare, senza che nessuno mi comandi. Sono libero, quindi stai tranquillo, ché è tutto a posto" disse.
Tre a zero.
"Va bene. Stai tranquillo, ché non ti cerco" dissi sarcasticamente, per riprendere le sue parole. Ovviamente l'avrei cercato, ogni giorno. Ma volevo proprio vedere se lui l'avrebbe fatto, dopo le sue ferree dichiarazioni d'indipendenza e pace interiore.
STAI LEGGENDO
La distanza riunisce
RomanceIl rapporto di Daniel e Andrea sembra essere inevitabilmente rovinato. La loro separazione, dovuta a ostacoli insormontabili, è decisiva. Ognuno prenderà la propria strada, lontano dall'altro, fino a quando non si incontreranno di nuovo.