ANDREA
"Con calma, porca di una miseria!". La mia voce echeggiò per tutta la stanza. Lo sguardo esterrefatto di Lucrezia mi fece comprendere che forse avessi esagerato nell'alzare a quel modo la voce, ma ne'arco di pochi minuti si era creata una caciara pazzesca. Le voci di otto persone assieme erano qualcosa di veramente fastidioso. C'era chi cercava di proporre idee, chi cercava di screditare le altre. Chi, mentre gli altri provavano a organizzare, parlava di tutt'altro con la persona seduta a fianco. Io, intanto, avevo perso la pazienza. D'altronde, con quel casino infernale, forse solo una persona come Daniel avrebbe potrò mantenere sangue freddo e gestire la situazione. Ma sarebbe stato un controsenso invitare Daniel all'organizzazione della sua festa di compleanno: avremmo rovinato in maniera fatale la sorpresa, che invece sarebbe dovuta essere mantenuta segreta fino al momento esatto in cui avrebbe messo piede a casa di Melissa.
"Tranquilli, ho già chiesto ai miei se possiamo organizzare da me e mi lasciano. Nessun problema, dunque" aveva preso parola lei nel momento in cui Agata si era fatta prendere dal panico di non avere un posto dove poter organizzare il grandioso evento.
"Parlate tanto di festa, ma a casa mia non se ne parla. I miei sono in casa entrambi domani" aveva detto, a un certo punto."Dunque, ricapitoliamo" presi nuovamente parola, prima che qualcuno potesse aprire bocca e iniziare a esporre le proprie idee tanto strabilianti quanto infattibili. Tommaso aveva persino proposto di andare tutti al mare.
"E come ci arriviamo? In macchina da me ci stiamo in cinque" disse Carlo, scuotendo la testa. Fra di noi, anche Anastasia aveva la patente, ma non era provvista di auto.
"Tre di voi devono venire a piedi, mi sa" ci aveva scherzato su.
"Ah, giusto. Quattro, anche il festeggiato. Beh, almeno con la fame che avrà dopo, la torta la mangia sicuramente" aveva continuato a scherzarci su Carlo, seguito dalle risate di Tommaso. Mi misi una mano sulla fronte: organizzare la festa a quel modo si stava rivelando improponibile. Soltanto Lucrezia e Melissa stavano mostrando un briciolo di serietà, oltre al povero Filippo che, in mezzo a gente più grande e che non conosceva moltissimo, non aveva molto da commentare."Allora, ricominciamo" riprovai a ripartire da zero, guardando l'orologio che avevo al polso. Era ormai tardissimo: ci eravamo incontrati alle nove di mattina ed erano ormai quasi le undici: avremmo dovuto organizzare tutto per le sei di sera, e non avevamo ancora comprato nulla. Per fortuna, al regalo avevamo già pensato.
"Melissa e Lucrezia telefonate in pasticceria per prenotare una torta e dei salatini. Mi raccomando, anche se siamo in nove, prendetela più grande. Non si sa mai. Tommaso e Filippo, vanno al supermercato a prendere le cose da mangiare. Anastasia e Carlo prendono i palloncini e le decorazioni. Per le due, massimo tre vi voglio qui con le commissioni fatte"dissi.
"E io?" domandò Agata con sguardo mesto per non aver ricevuto alcuna commissione.
"Tu ed io andiamo a ritirare il regalo di Daniel. Okay?". Agata annuí, sorridendo felice per aver ricevuto una mansione.
"Alle tre ci incontriamo qui di nuovo e partiamo per andare a casa di Melissa. Melissa e Lucrezia, dato che avranno la torta da mettere in frigo, saranno già a casa loro. Spero ovviamente prima delle tre per aprire chi avesse terminato la commissione prima del previsto" lanciai una frecciatina, che Melissa colse e alla quale risposta facendomi una boccaccia.
"Bambinella" le dissi, scherzando. Lei spostò i lunghi capelli castani, poi rise.
"Coglione. Muoviti, ché parli parli, ma siamo ancora tutti qui" mi fece notare.
"Se non ci fossi io a organizzare..." dissi.Ognuno di noi si divise, ciascuno incaricato di un compito: i primi a incamminarsi fummo Agata e il sottoscritto, in direzione della scuola guida. Daniel aveva espresso tante volte il desiderio di volersi iscrivere a scuola guida, e Tommaso aveva pensato di pagargli l'iscrizione.
"Quattrocento diviso dodici... Vengono trentatré euro e trentatré" dissi, facendo due calcoli quando avevamo deciso di optare per quel regalo.
"Dodici? Perché dodici?".
"Perché ci sono anche alcuni di danza che si sono offerti di darci una mano" aveva preso parola Tommaso.
"Oggi però non possono venire alla festa. Partecipano a una gara e finiscono stasera sul tardi" specificò, poi.
"In ogni caso, direi che se nessuno ha qualcosa contro, possiamo pensare ancora a prendere qualcosa. Personalmente ho un budget più elevato da spendere" parlò Tommaso.
"Anche per me va bene. Solo le guide mi sembra un po' poco" disse Melissa.
"Potremmo prendergli un profumo" propose Lucrezia.
"Ande, sai che profumo usi?" mi chiese lei, sperando di poter andare sul sicuro.
"Sí, ma prima decidiamo il budget per ciascuno. Cinquanta va bene a tutti?" domandai.
"Se qualcuno ha qualcosa da obiettare, lo dica subito". Carlo sollevò la mano.
"Io personalmente non posso spendere cinquanta euro. I miei non mi danno questa cifra. Se a voi va bene, posso prendere qualcosa per conto mio".
"D'accordo. Allora, il profumo viene una cinquantina di euro. In tre dovremmo riuscire a prenderlo. Per voi quattro dobbiamo trovare ancora qualcos'altro" dissi, riflettendo su.
"E se comprassimo un buono per quel negozio di camicie del centro? Non ricordo il nome ma Daniel si ferma spesso a guardarne la vetrina".
"sono cento euro... Se a voi va bene sforare di tre euro a testa, allora siamo a posto".
"Ma si, dai. Si fa una volta sola" disse Agata, entusiasta.
"Quindi Tommaso e Filippo il profumo. Melissa, Lucrezia, Agata, Anastasia e io la camicia".
"Mi sembra perfetto" parlò Melissa, prima di invitare tutti a uscire di casa. Avendo lei le chiavi, si sarebbe dovuta assicurare di chiudere bene la porta di casa.
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La distanza riunisce
RomanceIl rapporto di Daniel e Andrea sembra essere inevitabilmente rovinato. La loro separazione, dovuta a ostacoli insormontabili, è decisiva. Ognuno prenderà la propria strada, lontano dall'altro, fino a quando non si incontreranno di nuovo.