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@the_true_alpha_  a te dedico un tris di POV maschili. :')

Andrea

Posai il telefono sul comodino in legno chiaro, accanto alle chiavi. Il mobile, piccolo, poteva ospitare appena una bottiglietta d'acqua e un pacchetto di fazzoletti. Mi mancavano le comodità di casa. Potevo affermare di starmi stufando di quel posto, anche se era trascorsa solamente una settimana. I miei mi avevano già avvisato che, a prescindere, non mi sarei potuto fermare più di quel lasso temporale. Ma se me ne fossi andato da quel posto sarebbe stato per mia scelta e non perché qualcuno me lo avesse imposto. Oltretutto, ero stanco di non avere niente da fare. Invece che rilassarmi e spegnere la testa, quella settimana mi aveva portato lontano con le paranoie. Avevo rievocato ricordi lontani, episodi di tantissimo tempo fa, situazioni che avevo cercato di dimenticare e che si erano, al contrario, stampate sulla mia fronte come fossero etichette.
Stare da solo si era rivelato essere più una rovina che una cura: avevo bisogno di compagnia per distrarmi e non pensare alle cose. La solitudine, al contrario, avevo scoperto essere la mia peggior nemica: finivo per dissotterrare ciò che avrei voluto finisse nel più profondo degli abissi.

"Che noia" lamentai, sbuffando. Erano appena le sette di sera e avevo già terminato le idee per tenermi occupato. Ero stato in spiaggia tutta la mattinata, rischiando comea volta precedente di svenire per il troppo caldo. Avevo fatto una passeggiata sul lungomare. Forse quello era uno dei momenti peggiori della giornata. Inevitabilmente, la mia mente si perdeva fra mille avventure, ricordi, pensieri. E il mio obiettivo di scordare tutto andava scemando ogni qual volta che l'acqua del mare raggiungeva i miei piedi, facendomi rabbrividire un po' per il fresco e per la solitudine.

Daniel non rispose alla chiamata appena inoltrata. Non avevo avuto modo di far fare neppure uno squillo che la chiamata si staccò. Aveva sicuramente il telefono spento; ero capitato nel momento sbagliato.
Nel bloccare nuovamente il telefono, consapevole che Daniel non avrebbe nemmeno richiamato, mi sentii perduto. Sentivo come se non avessi più uno scopo preciso nelle mie giornate e nella mia vita. Sentivo di stare buttando via del tempo, di non starmi godendo ciò che avrei voluto. E pensare che appena arrivato lí credevo di trovare la serenità, la spensieratezza, la voglia di cominciare daccapo.

Sapevo che Daniel e io non avessimo molto di cui discutere; ormai, troppe questioni irrisolte erano state ignorate e avrebbe causato troppo dolore tirarle di nuovo fuori.
Nonostante fossi consapevole che Daniel fosse arrabbiato con me, avevo sentito un impellente bisogno di parlargli e di dirgli che lo amassi ancora. Non mi era affatto piaciuto come mi avesse risposto l'ultima volta che avevamo parlato assieme. Sapevo di essermi comportato in modo ambiguo nelle ultime settimane, ma il senso di colpa non smetteva di assillarmi: il pensiero che avesse sempre perdonato tutto il dolore che gli avevo causato come non fosse accaduto nulla mi divorava. Era un controsenso: stargli lontano sarebbe stato l'unico modo per rimediare al male che avevo provocato. Ma, contemporaneamente, sapevo che non era ciò che desideravamo. Io, che credevo di scordare tutto, non smettevo un attimo di immaginarmi mano nella mano con Daniel. E, da quanto mi aveva fatto capire, anche lui sentiva la mia mancanza.

Improvvisamente, sentii voglia di piangere. I miei occhi si gonfiarono di lacrime, e quasi mi spaventai della forza con cui scivolarono sulle mie guance: precipitarono giú, rigando la mia pelle fino al mento, e caddero sulle mie ginocchia. E dopo una prima, la seconda, poi una terza. La mia tristezza era incolmabile.
"Perché ho sbagliato così tanto con te?" mi domandai, passando il dorso di una mano all'altezza di una palpebra.
"Vorrei tornare indietro nel tempo e porre rimedio a tutto quello che ho sbagliato. Vorrei non aver mai sbagliato e non averti mai fatto soffrire così tanto" pensai, raccogliendo le forze per smettere di piangere. Non mi capitava spesso di farlo, ma ne avevo avuta il bisogno . Evidentemente dovevo necessitare anche di dormire per essere caduto, immediatamente dopo, in un sonno profondo.

La distanza riunisce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora