DANIEL
"Voi siete matti" esclamai, preso dallo stupore. Andrea e Tommaso, dinanzi a me, sorridevano soddisfatti di aver suscitato in me una reazione così intensa. Per poco non mi sentii svenire: la testa prese a girare e un alone di calore avvolse il mio corpo.
"Io sono venuto solo per fare presenza, ma sono strafelice di assistere al tuo incontro con la tua nuova amica" prese parola Tommaso, un po' per mettere avanti le mani, un po' per smorzare l'atmosfera tesa, seppur carica di gioia. I suoi occhi scuri trasmettevano serenità.
Guardai Andrea, che prese a sorridere come un bambino. Passando la lingua sulla bocca, si morse il labbro inferiore assumendo un'espressione dolcissima.
"È per te. Il tuo regalo dei diciotto anni. Mi dispiace non essere riuscito a dartelo per tempo, ma non avrei potuto prenderla prima dei sessanta giorni. Insomma, la cucciola doveva stare un po' con le sue sorelle. Oh. E con l'unico fratello maschio" precisò, sorridendo. L'osservai, trattenendo a stento le lacrime per la felicità."Ma è bellissima!" Esclamai, allungando una mano verso il muso della Labrador, scodinzolante e con un'espressione che pareva un sorriso. Attraverso le fauci spalancate si potevano intravedere dei dentini piccoli e candidi, ma pericolosamente appuntiti. Inizialmente, giocare con lei mi avrebbe procurato qualche graffio, ma sarei disposto a qualsiasi cosa pur di pacioccarla: era la definizione di dolcezza.
"È una femmina, che bello. Sono troppo felice" esclamai, scatenando l'ilarità di entrambi, che non si sarebbero aspettati tale considerazione.
"Perché?" mi domandò Tommaso.
"Così. Mi sono detto che se avessi preso un altro cane sarebbe stato femmina. Sarà perché dopo tre cani maschi, tre gatti maschi e una sola gatta, ne sentivo il bisogno".
"Beh, meglio così allora! La cagnolina della mia vicina di casa ha avuto un solo maschietto, e non l'avrebbe mollato nemmeno per tutto l'oro del mondo" parlò Andrea, muovendo un passo verso di me, tirato dalla cagnolina che, al guinzaglio, si dimenava per sporgersi verso di me."Non puoi capire quanto io sia felice" dissi, prima di sentire gli occhi pizzicare. Poi mi sporsi verso il mio ragazzo e, dopo averlo guardato per un istante, premetti le mie labbra contro le sue, adagiando una mano sul suo collo. Le nostre labbra si scontrarono con delicatezza, esprimendo tutto l'amore che sentivamo in quell'istante.
Fu inevitabile che una lacrima precipitasse giù per la guancia: l'emozione era stata troppa per poter essere trattenuta.
"Hey, no". La voce di Andrea, separatosi da me, sfiorò le mie orecchie. La dolcezza del tono con cui mi si era rivolto mi fece commuovere di più, tanto da non poter trattenere altre lacrime. Così come la voglia di stringerlo fra le mie braccia.
Il contatto fisico con Andrea mi era mancato, ultimamente. E quell'occasione si era rivelata perfetta per soddisfare la mia voglia di carezzare il suo viso con le mie mani, di sentire il suo respiro solleticare con gentilezza il mio volto. Andrea mi era mancato e io ero mancato a lui. Non c'era ombra di dubbio.
Dopo qualche istante ci separammo e potei osservare meglio la cagnolina dagli occhi tondi e scuri, e il naso umido e grande.
"È veramente dolce". Non riuscivo a credere ai miei occhi: quel batuffolo di pelo sarebbe stato mio."Hai già deciso come chiamarla?" mi domandò Tommaso, cogliendomi alla sprovvista.
"Non so ancora" dissi.
"Dovrei pensarci. Mai avrei pensato di trovarmi con un altro cane in casa a cui cercare un nome!" esclamai.
"E se andassimo a fare un giro?" proposi, ottenendo l'approvazione di entrambi che, con un cenno del capo, avviarono i primi passi invitandomi a fare lo stesso.
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La distanza riunisce
RomanceIl rapporto di Daniel e Andrea sembra essere inevitabilmente rovinato. La loro separazione, dovuta a ostacoli insormontabili, è decisiva. Ognuno prenderà la propria strada, lontano dall'altro, fino a quando non si incontreranno di nuovo.