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Daniel

"Chi sta parlando?" chiesi nuovamente, senza ricevere risposta alcuna.
"Pronto?" reiterai. Avvertii il battito cardiaco farsi sempre più rapido, fino ad arrivare fin su alla gola.
"Vuoi il tuo cane oppure gli faccio del male? Sembra cosí affabile che potrei letteralmente ucciderlo in questo momento e continuerebbe a scondinzolare affettuosamente pensando io voglia giocare" parlò quella voce, che pareva metallica. Attorno a me, il silenzio rendeva il tutto poco piacevole. Il sole, alto nel cielo, sembrava fregarsi delle questioni degli umani e, splendendo ridente, mi stava facendo sudare tantissimo. Forse un contributo era anche offerto dall'estorsionatore che mi stava minacciando telefonicamente.
"Non ti permettere di fargli nulla" dissi.
"Codardo" esordii, con tono irrisorio.
"Non hai nemmeno il coraggio di dirmi di cazzo sei e modifichi la tua voce con le applicazioni per undicenni che hanno appena ricevuto il loro primo telefonino?".
"Attento a cosa dici, bamboccio. Lo vuoi il cagnolino, o lo torturiamo un po'?". A quella domanda, capii che non avessi alcuna scelta.
"Cosa devo fare?".

"Mille euro. Entro una settimana devi portarmi mille euro nel posto che ti ho detto. Mille, non novecento cinquanta".
Come avrei fatto a procurarmi tutti quei soldi in cosí poco tempo? Non riuscivo a capacitarmi di come al mondo vi fossero persone cosí meschine, disposte a tutto per avere quattro soldi sporchi. Quasi mi veniva da ridere al pensare quanto misera fosse quella persona anche con qualche soldo in tasca in piú. Per quanto avrei faticato a cercare quella somma, ero stupito e quasi divertito all'idea che una persona potesse essere cosí vuota da chiedere del denaro per non fare del male a qualcosa o qualcuno che non lo riguardava, in realtà, minimamente. Qual era la soddisfazione? Erano davveeo quei cavolo di mille euro che si sarebbero vaporizzati come nulla? Avrebbe potuto chiedermi una qualsiasi cifra, ma aveva scelto davvero solo mille euro? Forse in fondo sapeva che il suo gesto fosse privo di senso e che avrei potuto benissimo chiamare la polizia e risolvere tutto. Ma ciò che non sapeva era che, alla fine, era conveniente anche per me fingere di essere sceso volontariamente a quel compromesso. Non avrei voluto che i miei scoprissero mi fossi cacciato in un altro guaio. Invece che cercare di aiutarmi, probabilmente ancora freschi di incazzatura per aver perso Zedge, mi avrebbero reiterato di essere un irresponsabile combinaguai. Forse non mi avrebbero più parlato per molto tempo e avrei perso totalmente la loro fiducia.

Avevo sempre avuto un ottimo rapporto con i miei genitori e avevo sempre raccontato ogni cosa, fosse essa riguardante i miei amici, cosa mi passasse per la mente o come la pensassi riguardo a certe questioni. Avevamo sempre parlato apertamente e non avevo mai dubitato di poter avere il loro appoggio, ma ultimamente qualcosa era cambiato: mi facevano sentire la pecora nera della famiglia.
Ero stufo di chiedere aiuto ed essere accusato di non essere in grado di risolvere le cose per mio conto. Per quella volta mi sarei arrangiato, anche se non potei negare a me stesso che avevo paura di non riuscire in quella che sarebbe stata evidentemente una grandissima sfida. Avrei fatto di tutto per riavere Zedge e quasi dubitavo delle parole di quel miserabile che magari, per due spiccioli, avrebbe spaventato tutta la città con le sue parole cariche di violenza senza poi essere capace di uccidere una mosca. D'altronde, come aveva dichiarato di aver capito lui stesso, Zedge era un cane davvero adorabile e nessuno avrebbe avuto realmente la forza d'animo per fargli qualcosa. Sicuramente non uno che mi telefonava per chiedermi se lo volessi ancora indietro. Era chiaro che il suo interesse fossero i soldi.

"Okay, ho capito. Mille" risposi, deglutendo un fiotto di saliva. Mi si era seccata la bocca per il nervosismo e attendevo di concludere quella stolta chiamata anche per poter bere. Quella persona era spregevole quando ridicola.
La linea venne interrotta, la chiamata era terminata con la cifra richiestami dal mendicante. Potevo finalmente bere. E iniziare a pensare a come avrei fatto per ottenere quei soldi in soli sette giorni.

La distanza riunisce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora