Capitolo 9 ~ Timori e prime ammissioni

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Edoardo

«Ahia... ahia Fabio...
Santo Dio, fa piano!
Siamo solo alla prima seduta!» esclamo, poco dopo aver iniziato la prima seduta di riabilitazione

«Si Edo e questo é solo un braccio... braccio che, ci tengo a precisare, non ti sei nemmeno infortunato!» ribatte però il mio fisioterapista, bloccando momentaneamente il movimento dell'arto, che dovrebbe aiutarmi a rinforzare la muscolatura, visto che, tra carrozzina e stampelle, lo sto sforzando parecchio e continuerò a farlo per alcuni mesi

«No, grazie al cielo no, ma che, di questo passo, finirai per rompermi tu!»

«Oh suvvia, quante storie.
Edo senti, anche se lavoro qui solo da una settimana, ti conosco ormai da un po, visto che per un periodo ho lavorato nel team di medici che segue la squadra, per cui fidati se ti dico che ne ho vista un'infinità di casi come il tuo.
E so che è difficile e che la sola idea che potresti non tornare più quello di prima, ti spaventa a morte, ma se vuoi per lo meno provarci, devi metterti sotto»

Uffa, odio doverlo ammettere, ma ha ragione, sono fottutamente impaurito da ciò che potrebbe accadere, ma se voglio avere qualche speranza, devo farmi coraggio e darmi da fare, per cui sbuffo e affermo, con voce arrendevole

«E va bene e va bene, da domani iniziamo a fare gli esercizi alla gamba di cui mi parlavi»

«Perfetto, poi, tra qualche settimana, quando la cicatrice si sarà rimarginata del tutto, passeremo all'idrokinesiterapia» esulta quindi lui.
Al che io dico

«Ok, ora però vado a...» ma non faccio in tempo a terminare, che suona il citofono

«Emh, Edo credo sia arrivata la tua cuoca» afferma quindi il mio fisioterapista ed amico, ridacchiando sotto ai baffi, essendo perfettamente consapevole di farmi irritare.
Tant'è vero che ribatto

«Non è "mia".
L'ha assunta mia madre, io avrei volentieri continuato ad ordinare cibo d'asporto, fino a nuovo ordine»

«Però ammetti che ti piace, almeno un pochino?»

«Ma se l'avrò vista si è no due volte»

«Mi sono bastati alcuni minuti per capire che la mia attuale moglie, sarebbe diventata la donna della mia vita»

«Non siamo tutti così fortunati Fabio.
E comunque, visto che hai tanta voglia di parlare, vai pure tu ad aprire, che io sono un po stanco e ho bisogno di stendermi» svio il discorso, per poi scendere dall'apposito lettino, direttamente sulla sedia a rotelle e dirigermi verso la mia stanza.

❤⚽❤

Non so bene quanto tempo sia passato da quando, prima ancora che Leyla facesse il suo ingresso nella villa, per il suo primo, vero, giorno di lavoro, mi sono rintanato nella mia stanza, avendo bisogno - da quando è accaduto l'incidente - di isolarmi e ritagliarmi, nel corso della giornata, del tempo per me, ma essendomi venuta un po di fame, mi tolgo le cuffiette, mi sposto dal letto alla sedia a rotelle e mi dirigo fuori dalla camera.

In corridoio però, mi scontro proprio con la nuova cuoca

«Oh emh, scusa... cioé scusi... io...»

«Tranquilla, non é successo nulla, anzi scusami tu, se ti sono venuto addosso... questa sedia é così scomoda» tento perciò, immediatamente, di tranquillizzarla, pur rimanendo piuttosto freddo

«Oh, non importa... comunque, già che è qui, volevo dirle che ho spazzato un po in giro e fatto la polvere, come mi ha chiesto sua madre e cucinato il pranzo.
Per la cena invece tornerò verso sera, tanto abito relativamente vicino, almeno non dovrete riscaldare nulla» risponde quindi lei, altrettanto distaccata.
Al che io abbozzo un sorriso e affermo

«Perfetto, grazie.
Allora, a più tardi, Leyla Kayà»

«A più tardi, Edoardo Bianchini» mi saluta, per poi dirigersi, rapidamente - quasi come non potesse restare in questa casa un secondo di più - verso l'atrio d'ingresso e lasciare la villa.

E si, anche se davanti a Fabio ho negato, lo devo proprio ammettere, Leyla mi incuriosisce.
Forse perchè, a causa di qualcosa che ancora non so, almeno in apparenza, è dannatamente fredda, rigida e restia alla socializzazione, cosa che non mi é mai capitata con le varie ragazze che ho frequentato nel corso degli anni, o forse perchè, in questo periodo, mi annoio spesso e ho bisogno di distrazioni, che preferibilmente non prevedano il farmi vedere in pubblico, cosa che invece, se fosse per Sarah, capiterebbe ogni due per tre.

Quello che però mi attira ancor di più, al momento, è assaggiare la prelibatezza da lei cucinatami.
Per cui mi dirigo verso l'ampio salotto con cucina open space ed esorto il mio fisioterapista - seduto sul divano e intento a leggere il giornale, quasi come fosse a casa sua - a sedersi a tavola, dove ci aspettano, coperti dalle  cloche, due piatti di lasagna...
Lo ammetto, come inizio, non é niente male, ma ora tocca assaggiarlo.

Al che prendo una bella forchettata e me la porto alla bocca e... Dio! E' il paradiso, mai assaggiato una lasagna così buona... tanto che me la gusto in un battibaleno, mentre Fabio esclama

«Mica male la tua cuoca».

Angolo Autrice
Ciao ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui innanzitutto, Edo ha iniziato la fisioterapia, seppur molto preoccupato dei possibili risvolti e in secondo luogo, ha ammesso, quanto meno a sé stesso, di essere intrigato da Leyla.
Che dire, spero che vi sia piaciuto e che continuerete a seguire la storia, se vi va stellinate e fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio e ci vediamo domenica con "Rapita" e tra una settimana con il prossimo 💖⚽🍰

Dribbling d'amore ~ Football & Love Series Vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora