Capitolo 13

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EMMA

Mi reco in camera di James.

È steso sul letto con le cuffie, non riesce a sentirmi.

Mi posiziono accanto a lui e mi rannicchio.
"Ei allora com'è andata?"
"Bene, andrò a casa di Ryan con tutto il gruppo sabato, vogliono andare in piscina" dico cercando di sfoggiare un finto sorriso.
"I segni si vedono ancora tanto?"
"Si, penso di non andare alla fine"
"Assolutamente no, non lasciare che il passato ti rovini il presente!"

Sorrido, me lo diceva sempre il nonno, prima che morisse. Mi manca, se fosse qui mi avrebbe sicuramente dato degli ottimi consigli.

"Mi manca così tanto"
"Io Emma... lo so, manca anche a me"

Si sta trattenendo e non mi piace, non vuole piangere, vuole mostrarsi forte per fare forza a me, ma io ce la faccio, davvero. Vorrei solo che mostrasse i suoi sentimenti, perché mi ricordo benissimo il rapporto che aveva con il nonno.

"James non ti devi trattenere con me"

Annuisce e i suoi occhi si riempiono di lacrime, mentre si posiziona sempre più vicino a me.
Gli faccio spazio tra le mie braccia e gli asciugo le poche gocce che sono cadute sulle guance.
Mi ricorda tutte le volte che c'è stato per me, tutte quelle volte che tra le sue braccia c'ero io.
Ora è il suo turno.
Ero così concentrata sui miei problemi, sulla mia vita, che non mi sono accorta di quanto stesse male James, dopo la morte del nonno.

"Io sono qui, se vuoi parlarne o se non vuoi dire nulla, io ci sono e so di non avertelo dimostrato. Non sono una brava sorella, mi dispiace così tanto"
"Non scherzare neanche, sei una sorella eccezionale, dico davvero" risponde mentre mi accarezza il viso.
"Mi piacciono i tuoi amici, quindi signorina andrai a casa di Ryan e non ne discuteremo più" dice dopo una breve pausa, cercando di fare un tono autoritario, ma fallendo miseramente.
"Sono sicura che piaci anche a loro" dico accennando un sorriso per il tono usato prima.

Si sopratutto a una direi.
"Carina la tua amica... Brooke giusto?"
Oddio non ci credo.
"Si, è molto carina"
"Si, già"
La situazione si sta facendo imbarazzante.
"Bene io vado, notte James"
"Notte Emma"

***

Mi rigiro di nuovo nel letto.
Perché sto pensando a lui?

Ripenso a quella maglietta che faceva intravedere i muscoli scolpiti, oppure alle sue mani o alle braccia nude ricoperte di vene ben visibili e alle sue labbra che avrei tanto voluto assaporare.

Che cazzo dici Emma? Smettila.
Ma se gli piacessi?
Che cosa stai dicendo! Come posso piacere a uno così...
Sono così male vero?

Mi alzo dal letto per dirigermi allo specchio del bagno.

Ho gli occhi fissi su di me, su tutto ciò che non mi piace del mio corpo.

Inizio a toccarmi le gambe, per poi passare alle braccia ed infine alla pancia, inizio a stritolare quelle parti, non le sto più toccando.

Perché non sono come le altre?
Perché non sono così bella?

I miei pugni iniziano a stringersi.
Forte e ancora più forte, formando dei leggeri solchi che, sicuramente, andranno via tra poco.

Appoggio la schiena nella porta del bagno, i miei occhi si riempiono di lacrime e alla fine scivolo a terra.

Sono esausta.

Prendo il telefono, inizio a guardare Instagram, vado sul suo profilo.

Invio la richiesta...

Che cazzo ho fatto!
È esattamente mezzanotte in punto e io ho appena inviato una richiesta al ragazzo, penso, più ammirato e popolare della scuola.
Sono così stupida!
Riderà di me ne sono sicura.

Mi riposiziono a letto, non vorrei addormentarmi sul pavimento e dare spiegazioni il giorno dopo.

Ho ancora qualche lacrima che mi riga il viso.
Che casino ho fatto...

Sun in a stormDove le storie prendono vita. Scoprilo ora