Capitolo 22

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EMMA

Entro in casa, mi dirigo verso il frigo per prendere qualcosa da mangiare, visto che i miei genitori hanno già cenato.

Mi preparo un'insalata con qualche pomodorino all'interno e accompagno tutto con due grissini, non ho molta fame.

Vado verso camera mia e mi preparo un bagno caldo, oggi è stata una giornata stressante, perciò me lo merito tutto. Prendo il computer che posizioni vicino alla vasca per vedere After.

Mi immergo completamente trattenendo il respiro, sono sott'acqua, non si sente altro che il rumore del silenzio, non riesco ad udire nemmeno il film che sta continuando ad andare all'esterno.

Questo è il mio posto.
In acqua puoi sentire la tranquillità in tutto il tuo corpo, cosa impossibile in altri posti.

Dopo un'ora, esco dalla vasca per asciugarmi i capelli e mi vesto mettendomi il pigiama.

Prendo il secondo libro della storia di Lara Jean, P.S ti amo ancora, visto che in questi giorni ho completato Tutte le volte che ho scritto ti amo.

Sono completamente persa nella loro storia d'amore, sempre più innamorata di Peter Kavinsky.

Un messaggio su Instagram mi fa perdere il segno, maledico mentalmente il mittente e procedo a guardare la notifica.

È Noah, perché mai deve scrivermi alle 22.30 di notte?

"Scendi, sono qui" mi scrive.
Che cazzo dice?
Mi avvicino alla finestra cercandolo con lo sguardo ed effettivamente è proprio lì, seduto sul marciapiede che mi sta aspettando.

"Perché sei qui?" Scrivo.
"Vieni dai" mi risponde.
"Non posso scendere, come faccio?"
"Dai ti aspetto, inventa un modo"
"Perché dovrei venire?"
"Perché non dovresti?"

Vado verso il mio armadio, mi metto qualcosa di abbastanza comodo: una tuta grigia, una maglietta a maniche lunghe ed infine concludo con le mie solite Nike bianche.

Fortunatamente dormono tutti, perciò basta solo fare meno rumore possibile.

Perché lo sto facendo? Perché sto dando retta a uno così? Cosa vuole da me?

Scendo in punta di piedi, senza farmi ulteriori domande.
Apro la porta chiudendola alle mie spalle delicatamente.

"Pronta?"
"Come? Che vuoi fare?" Chiedo preoccupata.
"Tu seguimi"

Dopo una breve camminata abbastanza silenziosa, ci sediamo su una panchina, dove inizia subito a parlarmi.

"Allora, parlami un po' di te"
"Che cosa vuoi sapere di me, Noah?" Chiedo curiosa.

"Qualsiasi cosa, tipo perché ti sei trasferita qui?"
"I miei genitori hanno trovato lavoro qui e penso anche per darmi una nuova vita"

"Che intendi?" Mi chiede facendo una smorfia dubbiosa.
"Vedi... a Torino non avevo molti amici, ero sempre quella presa di mira da tutti, ero riuscita a trovare solo una persona con cui stare, Chloe, era la mia migliore amica, fino a quanto non è diventata come gli altri..." dico cercando di reprimere le emozioni negative che mi trasmette lei.

"Cos'è successo con Chloe?"
"Non c'è molto da dire in realtà, per me le cause di ciò sono totalmente ignote, semplicemente lei da un giorno all'altro è cambiata, o molto probabilmente è sempre stata così..."

Lui fa un piccolo cenno con la mano come per dire continua, ma rimanendo sempre in silenzio.

"Un giorno arrivando a scuola, l'ho trovata con il solito gruppetto che mi prendeva di mira, io mi diressi solo in classe, lasciando perdere qualsiasi cosa stesse succedendo. Uno di loro inizio a insultarmi, io non ci feci caso, ma poi guardai lei, era lì che rideva e bisbigliava qualcosa ad una ragazza vicino a lei. Queste scene si ripetevano ogni giorno ed è così che lei chiuse con me..."

Non risponde si limita solo a guardarmi, non avevo mai parlato di lei con nessuno e sinceramente non so nemmeno perché io lo stia facendo con lui.

"Comunque...ora tocca a te, che mi racconti?"
"Cosa vuoi sapere?"

"Per esempio perché non credi nell'amore?"
Mi guarda con fare stranito senza sapere come faccio a conoscere ciò.
"A scuola girando delle voci, dicono che non sei una persona seria..."

"Tu cosa pensi?" Mi guarda formando sul viso un leggero ghigno.
"Non lo so dimmelo tu" dico ricambiato il sorrisetto.

"Penso che l'amore sia una gran stronzata, nessuno rimane al tuo fianco per sempre, alla fine non potrai contare nemmeno sulla tua famiglia"

Alzo un sopracciglio con fare interrogativo, ma lo lascio finire.

"È iniziato tutto verso la prima superiore mi ero appena iscritto ad una scuola nella mia città, vicino alla mia vecchia casa. Quando un giorno mio padre perse il lavoro, così ogni sera tornava a casa ubriaco, strillava contro mia madre per poi passare da me e picchiarmi e sinceramente ancora mi chiedo perché? Loro si amavano così tanto, erano davvero uniti"

"Mia madre dopo ciò non poteva più tenermi, così a 14 anni ho preso un volo, da solo, e sono andando a vivere con i miei zii. Da un anno vivo da solo, invece." Dice dopo una breve pausa.

Sono letteralmente scioccata, pensavo mi dicesse la classica frase dei film tipo: sono così perché non ho sentimenti oppure perché non mi interessa di nessuno, invece no, Noah ha sofferto tanto.

"L'amore non sempre ferisce come credi..." mi affretto a dire.
"Non volevo rischiare"
Perché ha usato il passato? Ora cosa è cambiato?
"Che cosa è cambiato?"

Non risponde continua a fissarmi, senza aprire bocca.

"Si è fatto tardi, devo tornare a casa.." dico dopo qualche minuto di imbarazzo.
"Si, andiamo" continua afferrandomi la mano e portandomi verso casa.

SPAZIO PERSONALE❤️
Ciao a tutti!!
Stiamo imparando a conoscere Noah, cosa ne pensate? :)

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