Sun in a storm

Capitolo 10

EMMA

Ci dirigiamo così verso la classe di spagnolo.

"Oddio hai visto che figo!?" Dice Josh guardando un ragazzo davanti a noi che sta andando dalla parte opposta.

È Noah, come può piacere un tipo così.

"Ei ladra di caramelle!" Mi dice accennando un lieve sorriso, continuando per la sua strada.

"Smettila" protesto e mi dirigo in classe.

Brooke e Josh cominciano a guardarmi stupiti, vorranno sicuramente farmi domande a cui non voglio rispondere. Così mi dirigo verso un posto libero.

I miei nuovi amici si siedono vicino a me, mentre continuano a guardarmi stupiti.

"Ora mi devi raccontare tutto!" Dice Brooke interessata.
"Tipo cosa?"
"Beh non so... tipo come fai a conoscere quel figo di quarta e quando me lo presenti?" Replica Josh
"Per prima cosa non è un figo e per seconda cosa lo conosco da poco e già non lo sopporto" puntualizzo alzando leggermente la voce.
"Ragazzi vi prego silenzio, sto spiegando delle parti importanti"
"Chiedo scusa Mr. Brown" dico

La lezione procede per il verso giusto, finisce in fretta come le altre.

All'ultima ora abbiamo educazione sessuale.
In Italia non facevamo questi corsi, ma qui almeno un'ora alla settimana è obbligatorio.

Non mi dispiace se devo dire la verità, penso che sia molto utile per eventuali dubbi o domande, ma qui sembrano non prenderlo sul serio.

Ci sono ragazzi che si mettono a ridere o a fare domande senza senso.

Il prof ha continuato tutta l'ora a spigare, senza preoccuparsi del frastuono che c'è in sottofondo, inutile dire che non sono riuscita a seguire.

Le lezioni sono finite, potrei andare a casa, ma decido di studiare in biblioteca.

"Ragazzi vi fermate in biblioteca con me?" Chiedo a Brooke e a Josh.
"No, mi dispiace Emma, ma devo aiutare mia madre con delle faccende a casa" dice Brooke.
"Neanche io posso, mi dispiace, tra qualche giorno devo fare un compito per la mia insufficienza in chimica" risponde Josh.
Dico di non preoccuparsi e li saluto con un enorme sorriso.

Scrivo un messaggio a James per informarlo.
"mi fermo in biblioteca per studiare, torno a casa a piedi."
"Va bene, lo faccio sapere alla mamma"
"Grazie, ci vediamo dopo"

Così chiedo indicazioni per arrivarci e mi dirigo nella stanza.

È davvero enorme, con scaffali altissimi pieni di libri ordinati per categoria.
Mi sistemo vicino al ripiano di quelli fantasy.

Posiziono sul tavolo il mio astuccio lilla e tutto l'occorrente.

Inizio con il fare i compiti di inglese visto che domani ho questa materia.
Per poi passare a quelli di matematica ed infine a ripassare biologia.
Ho fatto davvero presto, sono solo le 17:00, così decido di dirigermi verso i romanzi.

C'è davvero di tutto.
Dai libri classici, a quelli più recenti come io prima di te o colpa delle stelle.
La maggior parte di questi libri li ho già letti, i romanzi sono sempre stata la mia passione, perciò cerco qualcosa di nuovo.
Toccarli mi fa stare bene, mi fa sentire a casa, quando leggo è l'unico momento in cui posso essere chi voglio e rifugiarmi nella mia immaginazione, scappando un po' dalla realtà.

La mia mano scorre delicatamente su ogni romanzo e i miei occhi si soffermano su ogni titolo.
Fino a quando si posano su altro...
Noah.
Che ci fa qui?

Lo guardo, non dico nulla, pensavo di essere in un territorio da lui inesplorato.

Indietreggio piano piano, fino a scontrarmi contro uno scaffale, ma fortunatamente non faccio danni.

Lui si posiziona di fronte a me, non dandomi la possibilità di andarmene.
Anche se...voglio davvero andarmene?

"Che c'è fai la timida?" Chiede Noah, vedendo il mio distacco.
Non rispondo, perché non lo faccio?
"Allora non parli?"
"Uuuh sei a disagio!?" Continua.
"Si, sei troppo vicino" rispondo.
"Quindi sei a disagio se mi avvicino?"
Non replico, so benissimo dove vuole arrivare, mi limito solo ad alzare il viso e cercare i suoi occhi in segno di sfida.

Lui mi guarda e si avvicina sempre di più.
Il mio cuore batte fortissimo, cosa mi sta succedendo?

Le nostre labbra sono così vicine.
Riesco a sentire il suo forte profumo.
Non ce la faccio.

"D-devo andare" balbetto mentre passo sotto al braccio appoggiato allo scaffale.
Che figura di merda.

Prendo le mie cose e mi reco all'uscita.