Capitolo 30

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EMMA

"Hey buongiorno" dico il più dolce possibile.
"Buongiorno..."
"Hey andrà tutto bene, mio fratello è fatto così, tra qualche giorno sarà già qui a chiederti perdono"
Annuisce restando qualche secondo in silenzio, per pensare attentamente a cosa dire.

"Mi dispiace di averti messo in mezzo, sono una pessima amica" dico accorgendomi del suo volto triste.
"Non è colpa tua ok?" mi risponde prendendomi il viso tra le mani. "Grazie per essere rimasta con me" continua.

Mi guarda negli occhi, mentre accenna un lieve sorriso.
"Ieri allora? Voglio sapere ogni minimo dettaglio."
"Sei sicura?" rispondo alzando un sopracciglio.
"Non mi dire che voi due avete fat-"
Non le faccio continuare la frase, ma so benissimo dove vuole arrivare.

"Devo andare a prendere dei vestiti puliti e i libri, ci vediamo a scuola" dico cercando di scappare.
"Dove vai? Oggi è sabato, non c'è scuola." mi guarda divertita.
"L'amore ti distrae?" continua.
"Davvero divertente" comunico concludendo con una finta risata.

Questa sera Ryan ha organizzato un'altra festa, per il mio compleanno, anche se sicuramente sarà come la scorsa, dove non conoscevo nessuno.

"Andiamo a comprare qualcosa, che ne dici?" mi chiede.
Annuisco entusiasta, ho assolutamente bisogno di prendere qualcosa.

"Josh ha appena preso la patente, ci accompagnerà lui" continua ridendo.
Prende il telefono, facendo cenno di guardarla, mentre digita il suo numero.
Chiama Josh ed inizia a recitare la sua parte, alla perfezione, ho sempre detto che avrebbe dovuto studiare recitazione.

"Ti prego vieni qui è urgente, ho bisogno di te, prendi anche la macchina, SBRIGATI!"
Non sento la risposta, molto probabilmente, perché non è riuscito a dire una sola parola, visto che Brooke ha subito riagganciato.
Scuoto la testa divertita, mentre mi siedo sul divano, aspettando il povero sventurato che dovrà subirsi una giornata di shopping.

Josh non ci mette molto ad arrivare, poco dopo sentiamo qualcuno bussare alla porta.
"Cosa cazzo è successo?" domanda preoccupato.
"Oh niente" risponde tranquilla.
"Come niente..." si interroga "dove ti devo portare?" continua con un'espressione scocciata.
Brooke lo avrà usato come taxi personale altre volte, da quando ha preso la patente.
"A fare shopping" urla entusiasta.

Dopo varie sbuffate di Josh, ci troviamo finalmente in macchina.
La mia amica si posiziona davanti, cercando di alzare la sua musica al massimo, mentre lui allunga la mano per abbassarla, infastidito.
La restante parte del viaggio continua con la loro litigata, ma, finalmente, dopo urla esagerate arriviamo ai vari negozi, presenti lungo la via.

Inizio a prendere dai ripiani alcuni abiti per poi portarli in camerino e provarli.
"Che ne dici di questo?" chiedo aprendo la tendina e mostrandole un vestito a fiori.
"Carino, potrebbe essere una proposta...ma no, il prossimo!"

Chiudo la tenda scocciata e inizio a provare l'altra scelta.
"Questo per me è perfetto!" comunico mostrandole dei normali jeans e un top a maniche lunghe.
"Non ci pensare neanche!"

Ritorno dentro al camerino per la terza volta, provandomi l'ultimo vestito scelto.
"E di questo cosa ne pensi?" esco fuori facendo un giro su me stessa.
È un semplice abito nero a maniche lunghe, ma non mi dispiace affatto.
"Stai andando ad un funerale?" chiede non aspettandosi una mia risposta.

"Andiamo da un'altra parte, qui non c'è niente" continua urlando, così da attirare gli sguardi increduli delle commesse.
Per sua fortuna Josh ha trovato un bar prima di poter mettere piede in questo negozio, così almeno si è risparmiato questa figuraccia e tutte le restanti che mi farà fare.

Ci dirigiamo in un altro posto e così facciamo per ore, le mie caviglie mi stanno abbandonando lentamente, lasciando spazio a un dolore persistente.
Niente sembra soddisfare Brooke.
"Ti prego pausa, ho bisogno di cibo." indico un fast food.

La mia amica finalmente annuisce, toccandosi la pancia che inizia a brontolare.
Entrambe prendiamo un hot dog con una porzione di patatine fritte.

Ho cercato in tutti i modi di gustarmi il cibo lentamente, così da non camminare ancora.
"Forza ma quanto ci metti!" si acciglia.

Non saranno passati neanche 10 minuti da quando abbiamo preso da mangiare, che ha già finito tutto.
"Dai portati dietro le patatine, non abbiamo tempo da perdere, sono già le 14:30!"
"La festa è alle 21:00"
"Esatto! Siamo già in ritardo, voglio andare in quel negozio" dice indicandomelo, per poi tirarmi dietro con sé.

Scrutiamo attentamente ogni vestito esposto e un abito verde smeraldo in pizzo a maniche lunghe, ha la mia attenzione.
Anche Brooke ha adocchiato un vestito molto carino, è un semplice tubino rosa, con una delicata scollatura.

Corriamo verso i camerini entusiaste, per poi provarli.
"Ti sta alla grande!" urla.
"Ma cosa dici! A te sta benissimo."
"Perciò penso sia la scelta definitiva"
Annuisco.
Il vestito me lo sento proprio mio, mi fa stare a mio agio, anche se non è proprio nel mio stile.

Ci dirigiamo verso la cassa e iniziamo a pagare ciò che abbiamo scelto.

"Come stai? Non abbiamo ancora parlato bene di ieri..." chiedo preoccupata.
Non la conosco così bene da dire come di solito affronta i problemi, ma sicuramente non le farà male parlare.

"Sto bene...insomma, andrà bene, ma oggi non voglio pensarci, voglio concentrarmi su questa festa e divertirmi."
Annuisco, facendole un enorme sorriso. Ammiro la sua forza, riesce a rialzarsi senza nemmeno essere caduta, bizzarra come cosa.

Stringo forte la mia amica, ma so che quella stretta serve più a me che a lei.
"Forza! Josh ci aspetta" dice staccandosi da me e accennando una risata.

Ho sempre pensato di non avere niente nella vita, di essere quel puntino insignificante in ogni persona, non so se mi spiego, ho sempre detto di non essere niente per nessuno. Era vero. Esatto era.
New York è il mio posto, sto vivendo la mia vita, ma questa volta non da spettatore, ma da protagonista.

Sun in a stormDove le storie prendono vita. Scoprilo ora