Capitolo 23

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EMMA

Durante il tragitto una goccia di pioggia mi cade sul naso, facendomi alzare il viso, poco dopo la piccola goccia di trasforma in un'acquazzone.

Noah mi prende il braccio per cercare di ripararmi sotto una tettoia di un negozio.

Scendo nella stradina, liberandomi dalla presa di Noah, per andare sotto la pioggia.
Prendo un enorme respiro ed alzo il viso al cielo.

Le gocce scorrono sul mio viso facendomi una sottospecie di solletico.

Giro su me stessa, assaporando ogni minuto di quella sera.
Penso che la pioggia possa stare bene con qualsiasi umore, è sempre stata una tra le cose che preferisco.

"Ma che fai?" Chiede accennando un lieve sorriso.
"Dai che aspetti?" Mi rivolgo a lui.
"Piove Emma"
"Proprio per questo, sbrigati!"
Gli prendo la mano e lo porto con me sotto la pioggia.
"Lasciati andare, non essere così rigido" continuo.

Mi afferra dolcemente il viso per farmi guardare nella sua direzione, i nostri sguardi si incrociano e per un attimo il mio cuore sta per scoppiare.

Si avvicina a me, lentamente, molto probabilmente cercando consenso nei miei occhi, come alla festa.

"Anche domani mi ignorerai?" Dico rattristandomi.
Spero vivamente di no.

Avevo bisogno di quel bacio, più di ogni altra cosa al mondo, volevo ancora sentire le sue labbra calde sulle mie.

Si avvicina a me e per la seconda volta riesco a sentire quel brivido che avevo sentito anche alla festa, delle sue mani sui miei fianchi.

Le sue labbra si scontrano dolcemente con le mie, il mio cuore fa una capriola e le mie gambe stanno per cedere.

Lo volevo, da molto, da quando a quella festa le sue labbra si sono staccate dalle mie.

***

"Siamo arrivati" dice Noah vedendo casa mia.
"Già, grazie per oggi sono stata bene"
"Si, anche io" risponde per poi avvicinarsi di nuovo a me e lasciarmi un altro bacio a stampo.
"Ciao Noah" concludo arrossendo.
"Ci vediamo, ladra di caramelle"
Deve chiamarmi ancora così per molto?
"Quelle caramelle erano mie te lo ricordo"

Fa un sorrisetto e si posiziona sulla moto, parcheggiata sul marciapiede.

Fortunatamente non mi ha portata su quella moto, chissà quante altre ragazze avrà fatto salire li.

Appena sento il rumore della veicolo allontanarsi, entro lentamente cercando di non fare rumore, chiudo la porta e controllo l'ora sul mio cellulare, mezzanotte in punto, pensavo peggio.

"Dove cazzo sei stata?" Biascica una voce assonnata e alquanto incazzata dietro di me.
Cazzo James, che dico?
Non rispondo, non saprei che scusa inventarmi, mi volto solo verso di lui e lo guardo.

"Eri con lui vero?"
"Non c'era nessun lui, sono solo andata a fare un passeggiata, ho fatto tardi."
"Mi riferisco al ragazzo che è appena andato via in moto."

"Mi spii ora?"
"No, ti proteggo"
Mi protegge?
Perché lui deve sempre sapere dove sono e con chi vado, quando lui è il primo che non mi racconta niente.

"Non sono tenuta a dirti tutte le cose che mi succedono" sbotto correndo verso la mia camera e chiudendo la porta.

James tenta di bussare, cercando di essere aperto, invano.
"Sono tenuto a saperlo, sei mia sorella" urla da dietro la porta.
"Quindi anche io dovrei sapere tutto su di te?"
"Tu sai già tutto di me!" Risponde.

Non proprio, per esempio non mi ha detto che gli interessa Brooke e che sono usciti una volta, in questo periodo.

Come faccio a saperlo?
Ovviamente non da James, ma Brooke mi ha raccontato ogni dettaglio sul loro appuntamento.

"Ti sbagli" dico aprendo la porta.
"Com'è andato l'appuntamento con Brooke?" Continuo facendo un sorrisetto.
Mi guarda stranito, non capendo come sono riuscita a scoprirlo.
"Buonanotte James" concludo chiudendo la porta.

Sono stanchissima, perciò mi sistemo, infilo il mio pigiama per poi mettermi subito a letto.

Sun in a stormDove le storie prendono vita. Scoprilo ora