ATTO 38

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"NOOOOO!!!!!". Il suo urlo squarciò il silenzio dell'Accademia, in cui si sentivano solo il rumore delle scarpette che battevano al suolo e la musica quasi rilassante. Anna cadde in ginocchio stringendo in mano il telefono (involontariamente chiuse la chiamata), sentiva che stava per arrivare una crisi, e per questo si strinse nelle spalle e cercò di regolare il respiro per non risvegliarsi nuovamente in ospedale. Sapeva che nell'aula poco lontano da dove si trovava lei avevano sentito l'elemento disturbante delle prove, ma non le importava: era ufficialmente sola al mondo. Non aveva più un parente su cui contare, era una ragazza malata con la passione per la danza e un appartamento a Milano che ora avrebbe dovuto pagare contando sulle sue forze. Chiuse gli occhi mentre sentiva dei passi avvicinarsi a lei. Subito sentì due braccia forti circondarla come fosse un uccellino caduto dal nido. "Anna, cos'è successo?". Una voce femminile, sicuramente Bea, mentre le braccia erano del suo Roberto. La rossa iniziò a singhiozzare e alzò il viso rigato di lacrime verso le due persone accorse in suo aiuto. "Mia... mia zia... mia zia è morta. Sono... sono sola al mondo e malata" mormorò con la voce tremolante. Anche Bea si abbassò alla sua altezza e cercò di prenderle una mano. "Mio Dio mi dispiace. Ma non dire che sei sola al mondo... sai che puoi sempre contare su di me..." "...e su di me" concluse Roberto baciandole la fronte. Per tutta risposta Anna nascose la faccia nella sua maglietta come quella volta all'ospedale. Lui le prese il mento, come per dire di reagire e di non perdere la calma. "Hai ascoltato quello che ti hanno detto i medici?" "Quello che ricordo è che hanno detto che nei prossimi giorni mi aspettano a Torino". La rossa spostò lo sguardo dal ballerino alla sua migliore amica: avrebbe voluto chieder loro di accompagnarla, ma le prove per lo show erano più importanti. Forse lei ne avrebbe persa qualcuna, ma forse era meglio così viste le sue condizioni. "Non devi neanche chiederlo: partiremo stasera stessa, e staremo via tutto il tempo che ci vorrà per le varie procedure e il funerale". Ad Anna sembrò che il cuore le scoppiasse per quanto batteva veloce. "Ma Roby... e lo show?" "C'è tempo. E comunque mi sembra che la tua situazione sia abbastanza disperata, non puoi andare là da sola". La ragazza si sporse dall'abbraccio di Roberto per capire se avesse sentito bene. Quelle parole le aveva dette Crystal, quella Crystal che in un altro momento avrebbe fatto la diva e avrebbe detto che Anna stava facendo una scenetta per farsi abbracciare dal suo fidanzato. "Crystal, ma tu..." "Che c'è, ora sbaglio anche quando dico le cose giuste? So di averti dato della bugiarda molte volte, e ammetto di essere stata contenta quando ho scoperto di aver ottenuto la parte con Roberto al posto tuo. Però hai appena perso la tua unica parente rimasta, e in Accademia sappiamo la tua storia. Non preoccupatevi per lo show, mentre sarete via cercherò di provare da sola". Anna si sentì quasi un automa quando si alzò per fare una cosa che non credeva avrebbe mai fatto: andò ad abbracciare quella bionda che aveva sempre odiato e che tempo prima aveva preso a calci e pugni. Nel mentre Bea avvertì una vibrazione nella tasca dei jeans. Tirò fuori velocemente il telefono e vide un messaggio di A.❤️ che diceva: "Allora, come l'ha presa?" La mora bloccò nuovamente il cellulare, non era il momento per dare un'altra notizia ad Anna.

Il viaggio verso Torino fu carico di tensione: Anna parlò poco, si limitò a fissare il panorama dal finestrino dell'auto di Roberto e ogni tanto prendeva lunghi respiri per evitare delle crisi. Lungo il tragitto avevano chiamato un hotel che si trovava poco lontano dall'ospedale e dalla casa di Serena, una cara amica di zia Gemma. "È rimasta solo lei, almeno non saremo soli al funerale" aveva mormorato la ragazza una volta chiusa la chiamata. Tra le tante riflessioni che aveva fatto c'era quella per cui probabilmente qualcuno aveva deciso che lei non doveva mai essere felice. O meglio, che la sua felicità dovesse durare poco. Quando stava per andare al provino di Giselle si è sentita male per la prima volta, dopo lo spettacolo del MAS non aveva fatto l'amore con Harry e le era stato detto che non avrebbe potuto ballare per un po', ora che aveva capito cosa provava per Roberto sua zia era venuta a mancare... "È proprio difficile essere felici" disse mentre il suo insegnante parcheggiava l'auto nel parcheggio dell'hotel. "Hai detto qualcosa Anna?" "N...no. Andiamo, che ci aspettano in ospedale" rispose la rossa ringraziando che erano arrivati (per fare presto non avevano fatto soste, e ora si sentiva le gambe leggermente doloranti). Una volta entrati in camera la ragazza abbozzò un sorriso vedendo che il letto era matrimoniale, non sarebbe riuscita a chiudere occhio senza qualcuno accanto. Appena posò le borse si diresse verso il bagno, e si chiuse lì dentro per qualche minuto facendo respiri profondi e trattenendo le lacrime (nonostante qualcuna le fosse scivolata lungo le guance). Il suo momento di pseudo yoga fu interrotto da Roberto che bussò alla porta della toilette. "Ehi Anna, c'è qui una certa Serena che vorrebbe vederti". La rossa saltò su come punta da un'ape: Serena, non pensava di vederla così presto ma era contenta di avere vicino non solo il suo Roberto, ma anche qualcuno che come lei conosceva sua zia e le voleva bene. Quando Anna aprì la porta vide sulla soglia della camera una signora con i capelli castani tirati indietro e un completo giacca e gonna color porpora (Serena era una persona molto particolare in quanto a vestiario). Non resistette più e le corse incontro, quasi avesse paura che si trattasse di un miraggio. "Cielo Anna, quanto sei cresciuta!!! Vedo che Milano ti ha fatto bene" esclamò la donna dopo che si furono abbracciate. "Beh, diciamo che a livello affettivo si può dire di sì" rispose Anna voltandosi leggermente verso Roberto, che nel mentre stava disfando la sua piccola valigia. "Gemma mi ha parlato della tua malattia. In realtà lo sanno anche i medici che l'hanno curata nell'ultimo periodo..." "Cosa? Ma... era proprio necessario?" "Sì Anna, il tuo medico a Milano ha parlato con i colleghi di Torino perché tu, a differenza di Gemma, puoi essere salvata. So che adesso non è un buon momento per te, ti hanno detto di ballare poco o niente, e io mi ricordo quanto la danza sia importante per te, ma credimi... è questione di tempo, tu puoi guarire". Mentre Serena parlava Roberto si avvicinò alla ragazza e le prese una mano, facendo intrecciare le loro dita. Lei aumentò la presa, si sentiva veramente come una bambina in cerca di aiuto, ma in realtà l'aiuto era la persona dei suoi sogni.
Dopo aver mangiato qualcosa velocemente i tre si recarono in ospedale, dove i medici li aspettavano. Serena rivelò di aver svolto gran parte della burocrazia, aveva già organizzato il funerale per il pomeriggio successivo, ora mancava solo la lettura del testamento per Anna. La zia le lasciava la sua casa a Casale Monferrato e di conseguenza anche la casa dove la rossa era cresciuta con i genitori e la casa di Gallipoli, dove prima o poi Anna sarebbe voluta andare con Roberto. Tra i tanti pensieri che la attanagliavano quel giorno c'era anche quello che, una volta finito tutto, avrebbe proposto al suo Roby di andare via per una settimana in quella casa, lontano dal caos di Milano per respirare un'aria nuova. 'Però lo farò non appena sarò guarita... l'ha detto Serena... io posso essere salvata' pensava Anna mentre con un'infermiera andava verso l'obitorio per vedere un'ultima volta la zia prima del funerale. Quando arrivò e vide il corpo inerme della sua ultima parente si sentì stretta in una morsa. Avrebbe voluto Roberto vicino a lei, ma lui non doveva diventare il suo badante. D'istinto prese una mano fredda di Gemma e mentre gli occhi le si riempivano di lacrime disse: "Lo sai zia? Io... ho conosciuto Roberto Bolle, quel Roberto che ammiravi così tanto e che mi auguravi sempre di incontrare nella mia carriera di ballerina. Vuoi sapere un'altra cosa? Io e Roberto ci siamo scoperti innamorati uno dell'altra. L'ho conosciuto come mio insegnante, poi dopo averci ballato insieme è diventato un mio confidente... e alla fine ho capito di esserne innamorata. Sono venuta qui con lui, è di là che mi aspetta e avrei tanto voluto che tu...." si interruppe perché fu travolta dal pianto, strinse forte la mano della parente e ancora una volta sfogò tutta la sua tristezza, come era già successo nei corridoi dell'Accademia.

On Dance. In LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora