ATTO 32

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"Comunque Anna tu devi dirmi come fai! Sei riuscita persino a farti invitare a colazione da Friedrich, ma sai quante gli muoiono dietro?". Vedendo che l'amica preferiva strappare ciuffetti d'erba, Bea riconobbe di aver esagerato e si sistemò i capelli mentre controllava se avesse attirato l'attenzione di qualcuno coi suoi schiamazzi. "Se non sbaglio ti ho chiesto di vederci perché ho bisogno di un tuo parere, non capisco cosa voglia tutta questa gente da me". Prima di rispondere la mora si sistemò gli occhiali: "Pensi che Friedrich sia stato mandato da suo fratello?" "Lui mi ha detto di no, ma secondo me André c'entra qualcosa. Evidentemente non accetta il fatto che non voglio più parlargli. Non voglio essere amica di uno che fraintenderebbe qualsiasi momento o parola". Anna si prese qualche minuto per raccogliere i pensieri, rivolse gli occhi velati al cielo desiderando di essere come una nuvola, libera nell'aria e a fanculo tutti quei maschi complicati. "Il problema in realtà non è André" riprese poi cercando di trattenere le lacrime "ma Harry. Vedi, dopo che te ne sei andata lui... è venuto in camera mia... abbiamo parlato un po' e dopo..." sentiva un nodo alla gola, tutto perché, dopo la colazione con Friedrich, era tornata a casa e nella solitudine erano riaffiorati i ricordi della sera precedente. "Cos'è successo Anna? Non dirmi che..." Bea era preoccupata, non sapeva cosa pensare. "No, non è successo niente di brutto, anzi! Però non ti stupire se raccontandotelo ad un certo punto mi scenderanno le lacrime". Per farsi coraggio la rossa afferrò una mano della sua migliore amica. Ora era pronta a raccontare.

"Come ti ho detto, appena te ne sei andata Harry è entrato in camera mia. Abbiamo parlato, e credimi se ti dico che mi aspettavo mi dicesse cose del tipo "È meglio se non ci vediamo per un po' " o "Ho bisogno di riflettere". Ha detto che la mia faccia era un libro aperto, ti giuro Bea ero pronta a una mega scenata di gelosia. Invece mi ha ribadito ancora una volta il suo amore, e ha detto che vuole impegnarsi per starmi più vicino e comprendermi come fai tu (secondo me ci è rimasto un po' male per aver dovuto aspettare). Poi... poi ci siamo baciati, un bacio intenso, sentivo che saremmo andati oltre, infatti poco dopo mi sono trovata distesa sul letto e sotto di lui. Mi ha passato le mani lungo la pancia, lungo le curve dei seni, mi ha dato qualche bacio e poi mi ha sussurrato: "Voglio sentirti vicino a me stanotte". Dopodiché si è tolto la camicia (ti lascio immaginare la mia reazione). Allora anch'io mi sono tolta la maglietta del pigiama, e poi abbiamo ripreso a baciarci, anzi... sembrava volessimo mangiarci a vicenda. Ero come in preda ad un istinto selvaggio, lo volevo tutto per me, Harry non doveva staccarsi da me per nessun motivo. Finché non ha appoggiato la sua mano tra le mie cosce. Ha iniziato a scorrere le dita, e io ho sentito il mio corpo reagire in modo insolito. Mi sono aggrappata a lui, che mi ha detto: "Ti sta piacendo? Lo sai che mi stai dicendo che mi vuoi? Che non puoi fare a meno di me?". Non mi ricordo cosa gli ho risposto, so solo che stavo sudando e poi non ricordo più nulla, forse sono svenuta, oppure sono venuta, non lo so... fatto sta che stamattina mi sono svegliata e lui non c'era. Ho paura di averlo offeso, forse non era così che si aspettava di vivere la nostra intimità... sono molto confusa, ma mi dispiacerebbe perderlo".

"Non so che pensare, Bea. Sono confusa, non mi sono mai trovata in una situazione simile". Povera Anna, sembrava veramente sconvolta! In quel momento Beatriz realizzò che non bastava adorare le commedie romantiche per imparare qualcosa sull'amore. Ricambiò la stretta di Anna, e le sfiorò anche l'altra mano. "Forse hai ragione, magari non si aspettava di finire in quel modo la serata" "Lo sai che dicendo così mi fai sentire ancora più in colpa nei confronti del mio ragazzo (sempre che voglia ancora esserlo)?" "Senti, se tu non sai che pensare figurati io che non sono mai stata innamorata. Piuttosto, hai intenzione di dirlo a Roberto? Sai, con questa storia della malattia vi vedete piuttosto spesso..." Stizzita, Anna si divincolò con uno strattone dalla stretta della sua presunta migliore amica e si alzò, pronta ad andarsene. "Che cazzo dici, Bea? Ovvio che non saprà nulla, ci vediamo solo perché è l'unico adulto che può gestire le varie visite che devo fare, e poi ieri sera mi ha fatto veramente arrabbiare, altro che bigliettini in cui mi scrive che sono la sua Giselle, è stato veramente... veramente..." "Sì dai, continua che tanto ieri non ti sei sfogata abbastanza!". Quella voce.... Anna iniziò a sudare freddo, sentiva che con il gomito gli sfiorava gli addominali. "Ora sai perché ti ho fatto la domanda su Roberto. Sinceramente non ho voglia di fare il terzo incomodo, però lascia che ti dica una cosa Anna: in questo momento non mi sembra che il signor Bolle sia solo il tuo tutore per le visite mediche... altrimenti non staresti tremando dall'agitazione".
Bea sapeva come uscire con stile da una situazione, ma Anna no. Infatti si girò lentamente verso il suo insegnante, che la guardava come per dire 'Avanti, dimmi le cose in faccia razza di codarda'. "Beh sei... sei un uomo intelligente, e ieri sera mi hai visto col mio ragazzo, quindi non credo di avere altro da dirti" "Non direi, e anzi potrei rinfacciarti le stesse cose che tu mi hai detto ieri, ovvero che stai con Harry per non pensarmi, stai con lui perché altrimenti saresti morta per la disperazione di non avermi, è così vero?". Anna stava lottando per non dargli uno schiaffo e metterlo a tacere (ormai avevano ampiamente passato la distanza tra insegnante e allieva), ma cavoli se aveva ragione. Eppure aveva appena passato la notte con Harry, forse stava per perdere la verginità con il ragazzo inglese. "Io... tu... tu dici cose non vere" balbettò stringendo i pugni. "Chissà perché ma non mi stupisce che tu dica così. Ormai ti conosco Anna, quando neghi qualcosa è la verità. Non puoi negare che durante il weekend al lago eravamo uniti, che c'è stato qualcosa e che Harry..." mentre parlava Roberto intercettò abilmente la mano della rossa, che non si era più trattenuta e stava per tirargli uno schiaffo. Le bloccò il polso con una stretta d'acciaio, e poi la fissò coi suoi occhi azzurrissimi. "E anche adesso c'è qualcosa tra noi". La tirò verso di sé per il braccio, con l'altra mano le circondò la schiena e fece incontrare di nuovo le loro labbra. Anna stavolta tenne la bocca serrata, non avrebbe ceduto una seconda volta. Si dimenava come un pesce pescato, e la rete erano le braccia di uno dei ballerini più belli. Non seppe come ma riuscì a liberarsi e a spingere via Roberto, lo vide quasi barcollare. "Tu sei pazzo! Ma completamente! Se proprio vuoi saperlo ieri sera Harry è venuto a casa mia, e puoi immaginare cosa può succedere quando due fidanzati rimangono in casa da soli, soprattutto se si amano. Perché io sono innamorata di Harry, mettitelo bene in testa. E sai che c'è?? Tra qualche giorno c'è lo spettacolo del MAS, ma non osare venire a vedermi altrimenti avrò sicuramente un esaurimento nervoso". Non aspettò neanche la reazione di lui, gli bastò dare una veloce occhiata al suo volto quasi impietrito. Prese la borsetta e corse via, come se fosse inseguita da un leone affamato. 'Lo sai, Anna? Su una cosa ha ragione Roberto: quando neghi qualcosa, in realtà vuoi il contrario, soprattutto se riguarda lui'.

Eccola lì, nel suo completo sgargiante, pronta a salire sul palco come parte del corpo di ballo in 'Dancing Queen'. Alla fine era arrivato anche il giorno di quello spettacolo, lei e Harry si erano visti durante le prove ma, siccome il debutto era vicino, quando erano al MAS si concentravano soprattutto sul loro duetto. Mai come in quel momento la canzone aveva ragione, "Love isn't easy" mormorò la ragazza seduta in un angolo per cercare di concentrarsi un minimo. Sperava che il suo ragazzo sarebbe arrivato da un momento all'altro, invece a quanto pareva anche lui aveva bisogno della solitudine prima di esibirsi, lui che le aveva detto di aver bisogno del contatto fisico. "Mio Dio ho paura di averla combinata grossa stavolta" disse Anna passandosi le mani sulle braccia e ripensando a quella notte. "Ehilà, per caso qualcuno è in cerca di un abbraccio?". La rossa alzò di scatto la testa, l'aveva riconosciuta subito la voce del suo angelo custode. Quasi prese la rincorsa per andare da Bea e abbracciarla come fosse un peluche. "Accidenti, direi che questo è un sì bello e buono" ansimò la sua amica dandole delle piccole pacche sulla schiena. "Scusami, è che sono ancora più nervosa dell'altra volta, soprattutto perché non ho chiarito con Harry. O meglio, non mi ha preso a parole quando ci siamo visti per le prove, però sai vorrei parlarci, dirgli che non era mia intenzione..." "Beatriz, puoi lasciarci da soli per favore?". Di colpo Anna si sentì gelare dalla testa ai piedi. Non voleva che la sua amica la lasciasse, ma Bea la guardò come per dire 'Beh, dopotutto hai detto che volevi parlargli...' e se ne andò, lasciandola con Harry. Anna si prese qualche minuto per guardarlo: era sempre bellissimo, ma con i capelli leggermente tirati indietro e qualche brillantino in faccia i suoi occhi verdi erano messi ulteriormente in mostra. Lo vide avvicinarsi tendendole una mano, quasi avesse paura che scappasse. "Non voglio ricordarti quanto io ci tenga a te, fra poco saliremo sul palco quindi mi sembra inutile iniziare una conversazione che ci porterebbe via ore, neanche minuti. Sappi Anna che io aspetterò, ma l'altra sera per me è stato molto bello, è bello che tu mi voglia così vicino a te. E ora andiamo sul palco". Anna cercò di trattenere le lacrime per non far colare il trucco, ma con rinnovato entusiasmo prese la mano che il suo ragazzo gli tendeva e, prima di raggiungere gli altri, lo baciò per fargli capire quanto gli volesse bene...

...il tutto sotto lo sguardo di un'altra persona.

On Dance. In LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora