ATTO 31

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Il corridoio che portava alla platea sembrava infinito, le gambe sembravano muoversi per conto loro. Durante quella folle corsa Anna si era anche strappata di dosso la coroncina di fiori che le teneva i capelli. Sembrava sicuramente una pazza isterica, ma non le importava. Ora voleva solo vedere le due persone più importanti per lei. Finalmente arrivò alla porta, la aprì con forza e guarda caso le prime persone che vide furono Harry e Bea. Erano entrambi vestiti molto eleganti, veramente in confronto a loro sembrava una pazza appena uscita dal manicomio. "Ma... Anna sei tu?" le domandò Bea quasi sorpresa. La rossa per tutta risposta le corse incontro e la abbracciò forte, in preda ad un'altra crisi di nervi. "Ehi, mi dici cos'hai? E perché sei uscita così? Le tue cose..." "Vai tu a prenderle al posto mio! Io non riuscirei a tornare dentro". Siccome aveva capito che era successo qualcosa tra lei e Roberto la mora non fece altre domande, si limitò ad annuire e la voltò verso Harry. "Harry scusami, puoi portare Anna fuori da un'uscita laterale? Ce n'è una poco lontano da voi, cercatevi un posto vicino all'ingresso dove nessuno può vedervi. Io vado a recuperare le cose di Anna, poi andremo a casa sua". Anche lui annuì soltanto, e prima di avviarsi verso l'uscita si tolse la giacca e la appoggiò sulle spalle di Anna. "Comunque, sei stata bravissima. Non so cosa sia successo per farti scappare così, ma su quel palco per me c'eri soltanto tu". 'È questo che dice un ragazzo veramente innamorato' pensò la rossa tra sé, affondando le dita nella giacca di Harry, vellutata e profumata di fresco.

L'unica fortuna che Anna riuscì a trovare in quella situazione fu il fatto che conosceva il teatro come le sue tasche, molte volte era andata ad esercitarsi e a provare a creare qualche coreografia da sola, immaginandosi il pubblico in delirio per lei. La sua conoscenza la portò a trovare un angolo poco lontano dall'ingresso dove quasi nessuno passava. Avvolta nella giacca del suo ragazzo e al suo fianco passavano tranquillamente per una normalissima coppia in cui la ragazza aveva dimenticato di portare qualcosa per coprirsi le spalle. Bea arrivò in poco tempo, e una volta recuperati i vestiti Anna sgattaiolò verso il bagno, dove cercò di rendersi il più presentabile possibile, soprattutto cercò di cancellare parte delle strisce nere che le solcavano le guance. Il tragitto verso casa lo fecero quasi in silenzio, con Harry che si teneva molto in disparte dalle due ragazze, forse perché aveva capito il problema e sapeva che se fosse intervenuto avrebbe peggiorato le cose, purtroppo non aveva lo stesso legame con Roberto che invece aveva Anna.
Seduta sul letto, nella sua stanza, la rossa si era finalmente messa in pigiama, non prima di aver fatto una doccia rigenerante. Il tutto mentre la sua migliore amica, in salotto, chiedeva a Harry di aspettare un attimo, forse in quel momento era più adatta la presenza di un'amica. "Tranquilla, l'ho capito da solo che è meglio che parliate della situazione tra voi donne" aveva risposto lui guardandosi distrattamente due dei tanti anelli che aveva alle dita. "Non posso e non voglio cacciarti, ma è meglio che prima io e Anna facciamo quattro chiacchiere... poi vi lascerò soli". Così Beatriz aveva messo a cuccia il ragazzo inglese, che in quel momento era seduto sul divano e ogni tanto si lisciava la camicia.
"Dov'è Harry?" fu la prima cosa che disse Anna quando vide la sua migliore amica entrare nella stanza. "Di là. Gli ho detto di aspettare, certe cose vanno affrontate tra donne" "Già, soprattutto se riguardano una persona che non riesco a scacciare dalla mia vita" commentò la rossa abbassando lo sguardo per la vergogna. "Ehi, prima di cominciare permettimi di dirti che sei stata sensazionale" "L'ha detto anche Harry, evidentemente da lontano non si vedeva il mio nervosismo e la mia voglia di smettere di ballare per strozzare Crystal in scena". Bea scoppiò a ridere: "Ahah, pensavo che ce l'avessi sempre quella voglia". Poi, accorgendosi che forse aveva un po' esagerato, si portò una mano alla bocca in segno di scuse. "Non scusarti, hai detto una cosa giusta" commentò Anna sorridendo. "Comunque penso che alla fine, quando sono iniziati i vari saluti, il nervosismo abbia preso il sopravvento. Forse ho agito per un capriccio, perché sapevo che così avrei attirato la sua attenzione, non lo so neanch'io con precisione, ma ero e sono gelosa, Bea. È stato straziante poter stare sul palco con Roberto ma essere così distante... vederlo abbracciare quell'oca di Crystal, vedere le loro labbra sfiorarsi troppe volte. Io ci provo, ma Roberto non può andarsene dalla mia vita, è grazie a lui che trovo la voglia di andare avanti in quell'inferno che è per me l'Accademia della Scala. Bea, io non posso evitarlo, senza di lui io sono persa. E anche lui sente la stessa cosa, anche se cerca di nasconderlo". Aveva proprio bisogno di quello sfogo, cominciava a sentirsi meglio. Per tutta risposta Bea, che era rimasta ad ascoltarla appoggiata alla porta, si sedette sul letto e la abbracciò forte. "Tesoro, è proprio per questo che ti voglio bene, perché non ho mai visto nessuno amare come fai tu" "Grazie, peccato che di là ci sia il mio ragazzo visibilmente preoccupato per me, e io sono qui a sfogarmi e a piangere per uno che fa finta di disinteressarsi a me" rispose la rossa asciugandosi velocemente due lacrime. "Non dimenticarti che tra qualche giorno hai lo spettacolo al MAS (ovviamente io ci sarò), e comunque come hai detto Harry è di là, sta solo aspettando che io me ne vada". Prima di riprendere a parlare Bea prese un respiro: "All'inizio della tua storia con Harry ci sono rimasta leggermente male, lo ammetto, però stasera ho visto come ti guardava mentre ti esibivi. Ti prego Anna, promettimi che ci penserai bene prima di abbandonare uno dei due". E prima di andarsene la abbracciò un'altra volta, forte, come si fa con i bambini spaventati.

On Dance. In LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora