"È stato fantastico, penso che queste prove me le ricorderò per tutta la vita". Harry era al settimo cielo: per quasi tutto il tragitto dal MAS al loro condominio non aveva fatto che ripetere che le prove erano state pazzesche, che Anna aveva cantato in modo divino... "Senti, ma mi dici come hai fatto? Non dirmi che Luca ti aveva avvisato prima e tu ti stavi fingendo sorpresa" "Come mi hai detto, non so mentire così facilmente, soprattutto quando si tratta di cose così importanti. Penso abbia giocato a favore il fatto che mia madre fosse una fan accanita degli ABBA. Sai, quando andavamo alla casa al mare a Gallipoli almeno un tratto di strada lo facevamo sulle note di 'Mamma Mia', 'Dancing Queen', 'Fernando'...". Anna si era interrotta perché, come sempre quando si trattava dei suoi genitori, aveva sentito il pianto montarle dentro e la voce incrinarsi. Essendosi accorto di aver fatto una figuraccia, Harry l'aveva abbracciata incurante di essere in metro e quasi schiacciato contro moltissime persone. "Ti prego scusami, io... l'ho detto senza pensare e..." "Tranquillo. È un mio problema, certe persone dicono che fa bene parlare delle persone che non ci sono più, beh per me è l'esatto opposto". In quel momento erano quasi arrivati davanti casa. C'era solo un argomento che non avevano toccato. "Sbaglio o a giorni ci sarà lo spettacolo alla Scala?" domandò il ragazzo con tono esitante, come se volesse evitare lo scoppio di una bomba. "Non sbagli, e anzi ricordati che ti aspetto, dietro le quinte. E poi voglio vederti tra le prime file, mi raccomando devi essere elegante e bellissimo" "Come se non lo fossi tutti i giorni!" scherzò Harry facendo una piroetta. Questo strappò un sorriso ad Anna e le fece muovere qualcosa nel basso ventre: adorava i ragazzi in camicia, meglio se sbottonata nella zona del colletto. "Anche Roberto mette sempre la camicia così..." mormorò sovrappensiero. "Cosa dici sweetie?" fece Harry, facendole realizzare di aver pensato a voce alta. "Ehm no ecco... sei... sei come sempre elegante ed è per questo che ti amo". Siccome il suo ragazzo non diceva nulla, Anna si avvicinò di più e gli afferrò le braccia. "In realtà ti amo anche perché sai capirmi molto più di certe persone, perché canti divinamente, e perché nonostante sia piombata all'improvviso nella tua vita mi hai accolto come un'amica di vecchia data" "Beh, direi più che come un'amica..." fece Harry che stava iniziando a sentire caldo. "Già, hai ragione". Anna sussurrò quelle ultime parole sulle labbra del ragazzo, prima di aggredirle. Era quasi un bacio di scuse, di 'perdonami, non volevo paragonarti a qualcuno che non riesco a scacciare dalla mia vita', ma Harry non sembrava lamentarsi. Anzi, lo sentì afferrarle la giacca e stringerla, quasi stesse reprimendo il desiderio di strappargliela di dosso. "Accipicchia Harry, ti sei trovato una tipetta bella tosta!". Quelle parole fecero montare un imbarazzo assurdo dentro Anna, che quasi saltò via dal suo ragazzo come se le avesse dato la scossa. "Quanto sei spiritoso, Alan! Spiritoso e guastafeste" fece il moro agitando un pugno in segno di finta stizza. "Tranquilli, continuate pure, tanto stasera cucino io". Il coinquilino di Harry scomparve nel condominio ridendo. "Accidenti, già sento le infinite prese per il culo che mi farà stasera" "Dio come mi dispiace..." mormorò Anna cercando di coprirsi coi capelli. "Ma sei scema? Alan mi prende solo in giro, fa il geloso perché non ha una ragazza bella come te. Comunque sarà meglio che vada, ci vediamo amore mio" fece Harry, e prima di andarsene diede ad Anna un bacio a stampo. I due ragazzi non lo sapevano, ma in lontananza qualcuno li aveva visti: André Salzburg.
I giorni passarono, le prove continuarono, Anna entrò in un ciclo di impegni che quasi le aveva fatto dimenticare la sua complicata situazione sentimentale: passava da casa sua all'Accademia al MAS come se fosse la cosa più naturale del mondo. Forse per l'agitazione delle ultime prove sia Crystal sia Nina avevano smesso leggermente di fare le velenose, e anche con André le cose erano un attimo migliorate, anche se il ragazzo ultimamente sembrava molto discreto tutte le volte che si avvicinava ad Anna. E finalmente il giorno era arrivato: lo show di 'Giselle' con gli allievi dell'Accademia. Anna sentiva l'ansia aumentarle sempre più, era stata tra i primi ad arrivare in teatro perché aveva bisogno di molto tempo per ambientarsi e realizzare che non doveva farsi prendere dal panico, tutto sarebbe andato a meraviglia. 'Certo, se tu fossi Giselle...'. Maledetta coscienza! Non c'era un telecomando per spegnerla?
Mancava poco all'inizio dello spettacolo quando Roberto le fece un cenno per poterle parlare lontano dagli altri ballerini (soprattutto da Crystal, che ogni tanto lanciava a uno dei due sguardi di ghiaccio). Non appena furono abbastanza lontani dall'ingresso delle quinte Roberto prese Anna per le spalle e disse: "Ti senti bene?" "Mah, fisicamente sì, emotivamente un po' meno. E tu sai perché. Accidenti a me e a questa cazzo di malattia" "Eehi signorina Gerini è linguaggio da ballerine questo?". Anna alzò di scatto lo sguardo verso di lui, ma quando lo vide sorridere si rilassò (si aspettava un rimprovero tipico di un professore). "Non ti riesce bene fare l'autoritario, non con me" commentò sfiorandogli una mano. "Ci provo, comunque non devi preoccuparti. Ricordati che questa non sarà la mia ultima esibizione. E sai, ci ho pensato un po' in questi giorni: mi piacerebbe ballare ancora con te, anche in un contesto più informale". La rossa non riuscì a resistere di più: si alzò sulle punte e abbracciò forte Roberto. "Ehm... scusate, disturbo?". Bea... e con lei c'era anche Harry. Anna si staccò subito dal suo insegnante, sentiva che stava andando in fiamme e subito la sua mente iniziò ad elaborare una giustificazione. "C...ciao amore" mormorò andando verso il ragazzo inglese e abbracciandolo più forte che poteva. "Io... Roberto, dovrei chiederti una cosa" disse la sua amica prendendo per un braccio il ballerino e trascinandolo via. "Prima che tu dica qualsiasi cosa sappi che quando sono in ansia ho bisogno del contatto fisico con qualcuno" "Anna..." mormorò Harry prendendole il viso tra le mani. "Guarda che non c'è problema. Ti capisco benissimo, anch'io sono un artista, e come te ho bisogno di sentire almeno uno dei miei compagni vicino. Adesso so da chi correre tra qualche giorno poco prima di salire sul palco". Detto questo la baciò, un bacio dolce. Le accarezzò le labbra e la lingua, come a dirle 'Io ci sono e ci sarò sempre per te', e prima di andarsene le disse: "Buona fortuna, sarai sicuramente la più bella là sopra". Mentre lo osservava allontanarsi Anna sentiva gli occhi velarsi, non poteva piangere, il trucco sarebbe scivolato come inchiostro, e mancava proprio poco all'inizio. Poco dopo sentì che qualcuno stava tentando di aprirle una mano. Si girò e si trovò davanti la sua migliore amica. "Adesso raggiungo papà tra le prime file, comunque il tuo insegnante di classico mi ha detto di darti questo, lui è dovuto scappare da Crystal. Mi raccomando Anna, dai il meglio di te e ricordati che sei nata per ballare". Mentre anche Bea stava per abbandonarla Anna aprì il foglietto con mani tremanti e quello che lesse le scaldò il cuore: "Sappi che nel mio cuore c'è solo una Giselle. Tu. Buona fortuna, R.". Prima di raggiungere le sue compagne baciò quel foglietto e lo nascose nel seno.
Era il momento dei saluti ma lei non aveva proprio voglia di uscire, anzi... era proprio scappata via nell'ombra peggio di una ladra. Codarda Codarda Codarda Codarda... l'eco di questa parola le risuonava nella testa in continuazione. La verità? Aveva sopportato fin troppo. Stare con lui in scena e non potersi avvicinare, guardare un'altra danzare nel ruolo per cui lei, Anna Gerini, aveva lottato e sopportato qualsiasi rimprovero per "schiena troppo rilassata" o "salti troppo mosci". Ora era nel camerino che presto si sarebbe popolato di tutte le sue compagne che, curiose come erano, le avrebbero di sicuro fatto una montagna di domande. Alzò la testa di scatto quando sentì la porta aprirsi, eppure non sentiva mille voci femminili avvicinarsi. Infatti... "Ah... sei proprio l'ultima persona con cui voglio parlare sappilo" sbottò Anna appena vide Roberto davanti a lei. "Beh purtroppo per te io voglio parlarti. Le tue compagne stanno arrivando e sappi che il pubblico era entusiasta". Per tutta risposta Anna iniziò a piangere, aveva tolto le scarpette così le fu più facile correre verso di lui e abbracciarlo forte, quasi fosse una bambina spaventata in cerca del padre. "Mi vuoi dire cosa ti prende? Non esci per i saluti, scoppi a piangere all'improvviso... non ti senti bene?". La rossa sollevò gli occhi verso di lui. "Secondo te è bello dividere il palco con una che ti ha rubato la parte e sta ballando con... con la persona che per te conta di più al mondo?". Roberto spalancò gli occhi azzurri. "Ancora con questa storia? Senti non posso farci niente se Crystal è stata scelta al posto tuo. È stata una sfortuna che ti sia sentita male in quel momento, ma la giuria ha scelto così". Anna era sconvolta, le lacrime le avevano lasciato due solchi neri per il trucco che le era colato. Si staccò da lui e uscì dal camerino scuotendo la testa. "A te fa comodo dirmi queste cose, così non senti il senso di colpa e il desiderio che al posto di quella... quella... serpe ci fossi stata io. Sai? Ti credevo una persona diversa Roberto, e in questo momento sto pensando che tutti i sacrifici e le sgridate che mi sono beccata in tanti anni di danza sono buttati al vento se mi parli in questo modo. Io vado da Bea e dal mio ragazzo, e non osare seguirmi". Detto ciò iniziò a correre per il corridoio, riprendendo a piangere e col cuore in frantumi per la delusione.
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On Dance. In Love
FanfictionAnna Gerini. Roberto Bolle. Lei, capelli rossi, occhi blu scuro, ama la danza ma non la sua rigidità. Vuole ballare, ma senza le mille regole. Non è vista di buon occhio all' Accademia della Scala finché non arriva LUI per sostituire la sua insegnan...