ATTO 7

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"Signorina, posso parlarle?" domandò Roberto ad Anna prima che uscisse dall'aula. Nonostante avesse una strana sensazione di déja-vu, Anna tornò dentro e si avvicinò al suo insegnante col cuore che riprendeva a battere forte. "Sì, mi dica..." "Prima di tutto volevo congratularmi per l'esibizione coi suoi colleghi, si vede che conosce molto bene quel balletto" 'Ho imparato dal migliore' pensò la ragazza, ricordandosi quante volte aveva visto Roberto ballare con Svetlana Zakharova, entrambi nei ruoli principali. "E poi, spero di averle fatto passare dalla testa L'IDEA DI ESSERE UNA PERSONA CHE, DICIAMO, NON VA A CERTE SERATE". Anna si irrigidì a mo di fuso. "Q...quindi tu... LEI..." "Eh già, l'ho sentita ieri dire alla sua amica che NON VADO A CERTI TIPI DI SERATE. Sarò anche un ballerino, un'etoile, ma potrò avere anch'io qualche svago". 'Non c'è bisogno che mi rinfacci che sei L' Etoile, lo so da sola' disse una vocina dentro Anna, la quale era visibilmente in imbarazzo. "Io... ecco... NON VOLEVO MANCARLE DI RISPETTO. Forse ho parlato un po' troppo, è che è un periodo un po' strano per me..." "Tranquilla, è acqua passata del resto non mi ha insultato, lì sì che l'avrei punita severamente" la interruppe Roberto sorridendo. "Eh già..." mormorò la rossa desiderosa di andarsene da quella stanza. "Se vuole può andare ora. Buona giornata" fece il ballerino indicando l'uscita. Prima che Anna sparisse, però, si ricordò di una cosa. "Aspetti ancora un attimo!". La ragazza, ormai sulla soglia, si girò. "Sì? Ho forse perso QUALCHE ALTRO FOGLIETTO?" "No, semplicemente volevo dirle che IL RAGAZZO CHE SUONAVA IERI... per me è stato molto bravo. Immagino che lo conosca visto che delle volte LA GUARDAVA CON CERTA COMPLICITÀ". Anna pregò di non diventare come i suoi capelli, solo si limitò a dire: "Sì, lo conosco di vista, comunque riferirò le sue parole, sa ABITA NELL'APPARTAMENTO SOPRA IL MIO. Ora però vado, mi scusi ancora per ieri, come ha visto anche fuori dall'Accademia so essere INDEMONIATA". Quando fu abbastanza lontana, Roberto sorrise tra sé e disse: "Che matta! Matta ma bravissima".

Aveva deciso di saltare l'ultima ora di moderno, troppi pensieri per la testa. Ora stava camminando senza uno scopo preciso per il Parco Sempione. Pregò che non si mettesse a piovere, nonostante in cielo ci fossero nuvole grigie e piuttosto minacciose. Davvero Harry l'aveva osservata durante le esibizioni? Gli erano bastati quei pochi e fuggenti incontri per LEGARSI COSÌ a lei? "Impossibile, non credo per niente ai colpi di fulmine" disse a voce alta, anche se quel giorno aveva paura che Roberto se la fosse presa troppo per il suo commento. Le tornarono in mente le parole di Bea: 'UN CERTO BALLERINO FIGHISSIMO È IL TUO INSEGNANTE. NON DIRMI CHE ROBERTO NON È CARINO'. Roteò gli occhi: certe volte la sua migliore amica dava troppo ascolto ai suoi ormoni anziché al suo cervello. Alzò lo sguardo e vide, seduto su una panchina, un ragazzo con una felpa a righe, jeans scuri strappati e stivaletti color camoscio.

Stava parlando con un altro ragazzo, ma non poteva passargli davanti senza dire nulla

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Stava parlando con un altro ragazzo, ma non poteva passargli davanti senza dire nulla. "EHI, CIAO HARRY" salutò forse a voce troppo alta. "Annie! Continuiamo ad incontrarci" fece lui alzandosi e baciandole una guancia. "Questo è il ragazzo che mi ospita, si chiama Alan. Alan, lei è Anna, LA MIGLIOR BALLERINA DELLA SCALA". "Come fai a dirlo se non mi hai mai visto esibirmi?" fece la rossa sospettosa. "Semplice intuito british" rispose il ragazzo facendo l'occhiolino. In realtà, quella volta che si erano incontrati fuori dal teatro, lui aveva visto parte del suo allenamento entrando di nascosto. Ma decise di tenersi la cosa per sé. "Scusami, Alan giusto? Posso rubarti Harry, devo dirgli una cosa" disse Anna rivolta all'altro ragazzo, il quale si alzò dalla panchina e fece un cenno come per dire 'Vi lascio da soli'. "Dimmi, ti è successo qualcosa? SEMBRI NERVOSA" esordì Harry. "No è che... Harry, solo perché ci siamo incontrati qualche volta per strada, non vuol dire che siamo amiconi o QUALCOSA DI PIÙ, lo capisci vero?". Il ragazzo rimase interdetto per qualche momento. "Scusa, ma non so di cosa parli" rispose molto disorientato. "Ah no, sappi che ieri sera al tuo show c'era anche IL MIO INSEGNANTE DI CLASSICO, ROBERTO BOLLE". Al sentire il nome del ballerino, Harry spalancò gli occhi verdi. "Non ci credo!! Non mi hai mai detto di avere UN COSÌ GRANDE INSEGNANTE" "In realtà oggi ho fatto la seconda lezione con lui, ma adesso stiamo parlando di un'altra cosa" ribatté Anna senza scomporsi. "Era anche lui al BlueNote, ha visto il tuo show e si è molto complimentato, ma ha anche notato che in certi momenti NON MI STACCAVI GLI OCCHI DI DOSSO. Se ti sei innamorato di me a prima vista, voglio dirti che non credo ai colpi di fulmine e a quelle storielle da romanzo rosa è chiaro?". Un brivido percorse la schiena di Harry: non si aspettava una reazione simile, di solito le ragazze pagavano oro per farsi guardare da lui, ora invece sembrava stesse succedendo il contrario. 'Pare che mi abbia scoperto' pensò tra sé, ma decise di NON DIRE LA VERITÀ. "Ecco.... in realtà NON ME NE SONO PROPRIO ACCORTO, ti chiedo scusa" "Sembra che oggi sia la giornata delle scuse" commentò la ragazza alzando gli occhi al cielo. "Come?" "No nulla, sai purtroppo io ho il grosso difetto di parlare troppo certe volte" disse sbrigativa. "Comunque mi fa piacere che tu non mi abbia fissato di proposito, sai..." aggiunse PRENDENDO UNA MANO A HARRY. "Penso che diventeremo GRANDI AMICI, ma non voglio iniziare un'amicizia con fraintendimenti" "Già, hai ragione..." commentò lui pensando 'Mi prendi la mano e vuoi essere solo MIA AMICA... sei un po' confusa darling'. Il suono del cellulare lo salvò da quella situazione imbarazzante. "Scusa, mi ha scritto Alan. Devo assolutamente scappare, ma spero ci vedremo presto" "Quando vuoi, tanto STIAMO NELLO STESSO CONDOMINIO" fece Anna strizzandogli l'occhio. "Eh già..." aggiunse Harry, e prima di andarsene LE DIEDE UN BACIO SULLA GUANCIA.

Eccola di nuovo sola, ma forse col cuore un po' più leggero. Pensò che fosse ora di tornare a casa, perciò si diresse verso un'uscita del parco. Passato qualche minuto, però, iniziò a sentire qualche goccia in testa e sulle spalle. "Merda, speriamo non scoppi il diluvio, ho dimenticato l'ombrello" sussurrò tirandosi su il cappuccio della felpa. "Ehi Anna, SERVE UN PASSAGGIO?" domandò una voce femminile mettendole sopra la testa un ombrello. "BEA! Grazie, mi hai salvato" commentò la rossa abbracciando la sua amica. "Ahah figurati, facevo quattro passi prima di andare a casa. Ma scusa.... tu oggi non avevi MODERNO?" "Già, ma non avevo nessuna voglia di andarci. Avevo bisogno di riflettere, così sono venuta qui e indovina chi ho incontrato". Bea sgranò tanto d'occhi. "Non dirmi..." "Sì, HARRY" "Lo sapevo, è destino VOI DUE VI METTERETE INSIEME E IO STARÒ SOLA COME UNA SCEMA" commentò la mora facendo la finta offesa. "Ahah ma che stai dicendo tesoro?" domandò Anna ridendo di cuore. "Primo, lo sai che io distinguo la vita normale dai film. Secondo, io e Harry per adesso ci siamo incontrati solo per strada. E terzo, ABBIAMO DECISO DI DIVENTARE SOLO AMICI". L'ultima frase spiazzò Bea. "Non ci posso credere, tu stai male cara Anna Gerini. Per una volta che ti si presenta l'occasione di stare con un ragazzo bellissimo e super gentile la butti nel cestino. Dopo quello che ti è successo hai bisogno di sfogarti". Anna sentì montare in sé la rabbia: se ne fregò della leggera pioggia e si parò davanti alla sua amica. "Adesso stammi a sentire, cara BEATRIZ PEREIRA. Non mettere I MIEI GENITORI in mezzo a questa faccenda, ti dico solo che anche loro sarebbero stati d'accordo con me, lo sai come la penso io sull'amore: per innamorarti di qualcuno lo devi prima conoscere, l'amore a prima vista o le cosiddette SBANDATE sono sciocchezze che portano solo guai". "Lo dici perché lo pensi davvero oppure..." "NON DIRE ALTRO" la interruppe la rossa. "È evidente che con te non posso parlare di queste cose anche se sei la mia migliore amica. Scusami, ma è meglio se torno a casa da sola. Ciao" concluse poi quasi correndo via. 'Si comporta così perché forse ho fatto centro. LE PIACE UN ALTRO RAGAZZO, ma chi può essere?' si disse Bea, che però pensò anche di avere leggermente esagerato.

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