La notte trascorse serenamente, per precauzione le rimisero la maschera d'ossigeno ma il giorno seguente Anna si sentì decisamente meglio, anche le analisi dicevano così. Aveva sognato di stare sul palco della Scala, era Giselle. Il punto era che si trovava completamente sola, stava ballando ma non c'era nessun altro sul palco, neanche Roberto. "Signorina Gerini" disse un'infermiera entrando nella stanza. "È arrivata una persona a prenderla. La aspetta all'ingresso". Anna ringraziò la donna e raccattò in fretta tutte le sue cose. Odiava gli ospedali, e infatti non capiva come faceva sua zia a Torino a sopportare due volte a settimana i trattamenti per la respirazione. Trovò sulla sedia un cambio, forse Roberto era tornato mentre dormiva e aveva dato agli infermieri i vestiti trovati nello spogliatoio. 'Sì, è andata di sicuro così. E poi adesso che è arrivato potremo parlare e chissà... potrò anche dirgli quello che sento' pensò mentre si vestiva. Purtroppo i suoi piani erano destinati a fallire. Appena scese nella reception, infatti, trovò ad aspettarla... "Harry?" "Sorpresa di vedermi?" fece lui sorridendo. Teneva le mani nelle tasche dei jeans e sembrava piuttosto agitato. "Ehm... veramente..." "Ti spiego: ieri ero venuto in Accademia ad augurarti buona fortuna, ma quando ho visto Rob... il signor Bolle caricarti in macchina priva di conoscenza ho avuto paura. Ho provato a venire a trovarti ieri sera, ma ho avuto molti contrattempi e... non ci sono riuscito". Il ragazzo si morse il labbro: forse non era il caso di dirle che l'aveva baciata nel sonno, anche perché Anna sembrava abbastanza desiderosa di dimenticarsi di tutto quanto, non voleva crearle altri problemi. "Capisco... beh dai usciamo... hai dovuto firmare qualcosa?" "Ecco... io ho fatto il nome di Roberto, non so se ho fatto giusto" "Sisi, diciamo che qui è l'unico che si prenda cura di me...". Harry tacque per un attimo, nel frattempo uscirono dall'ospedale. "Senti, ho parcheggiato poco lontano da qui, Alan è fuori città per un progetto dell'università e mi ha dato il permesso di usare la sua macchina". Siccome Anna lo guardava con gli occhi sgranati, lui spiegò: "Quando sono arrivato in Italia ho fatto in modo di poter usare la patente anche all'estero, tranquilla". Per fortuna dall'ospedale a piazza Diaz non c'era molta strada, ma Anna e Harry non sapevano che nel frattempo Roberto era arrivato in ospedale, aveva firmato delle carte e subito si era rimesso in macchina per andare a casa della rossa.
Harry parcheggiò poco lontano dall'entrata. "Non hai nessun effetto personale con te?" domandò ad Anna prima di scendere. "No... praticamente quando sono svenuta ero in Accademia, e credo che non ci sarebbe stato tempo di passare da casa..." disse la ragazza mentre andavano verso l'entrata. "Sisi capisco. Beh senti... so che forse adesso vorrai stare tranquilla, sei appena stata in ospedale... però volevo chiederti se..." "Anna!! Ecco dov'eri". La sua voce si sentì per quasi tutta la via, i due ragazzi lo videro scendere dalla macchina e correre incontro ad Anna. Praticamente la abbracciò quasi fino a stritolarla, sembrava che non volesse lasciarla mai più. "Mi scusi, ma le pare il modo di arrivare? Ha interrotto una conversazione". Anna prontamente si staccò da Roberto e disse: "Scusa, scusa davvero Roby, ti avrei avvisato appena tornata a casa. Ti giuro non riuscivo più a stare in quel posto". Roby??? Erano arrivati davvero a questo punto? Il ragazzo dagli occhi verdi strinse i pugni, doveva trattenersi dal gridare o dire qualche parola di troppo. Così decise di agire: prese Anna per un polso, e prima di entrare nel condominio fissò Roberto negli occhi: "Non si preoccupi, io mi prenderò cura di lei". Pensava di essersi salvato, invece no. "Harry... cosa ti ho sempre detto?". Il moro si girò verso di lei, era pronto a una sua reazione. "Senti, io... sono seriamente preoccupato per te. Hai detto che Roberto si prende cura di te, che è l'unico. Beh, non è così. Sappi che non ho quasi dormito sapendoti in ospedale, Anna. Lo ammetto, non mi sono comportato bene delle volte, ho anche dato spettacolo con André mettendoti in imbarazzo, ma credimi se ti dico che non farei mai qualcosa di malvagio nei tuoi confronti, davvero". La rossa rimase spiazzata, non c'era dubbio, era una dichiarazione fatta e finita. Ma per evitare di fare scenate nel condominio iniziò a salire le scale con lui alle calcagna. "Vuoi la verità? Ti credo. E penso di intuire cosa mi stavi per chiedere prima che arrivasse Roberto". Sospirò: "Uscirò con te, ma ci sentiremo... domani ho un'audizione, devo essere in forma. Ah... e grazie per essermi venuto a prendere". Prima di andare verso l'ascensore per salire gli ultimi piani si avvicinò ad Harry e lo baciò sulla guancia. Lui sorrise e pensò che durante la loro uscita le avrebbe proposto di presentarsi alle audizioni per il tributo agli ABBA.
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On Dance. In Love
FanfictionAnna Gerini. Roberto Bolle. Lei, capelli rossi, occhi blu scuro, ama la danza ma non la sua rigidità. Vuole ballare, ma senza le mille regole. Non è vista di buon occhio all' Accademia della Scala finché non arriva LUI per sostituire la sua insegnan...