ATTO 4

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Maniac- Michael Sembello
Odiava quando un prof continuava a spiegare dopo la campanella, soprattutto quando arrivava IL GIORNO. Arrivò davanti al teatro mezzo deserto, e quando entrò si sorprese di non trovare nessuno. O quasi. "Buon pomeriggio Anna" "Salve signor Pereira. Il palco..." "Tranquilla, è tutto tuo. Oggi non ci sono prove" le disse il padre di Bea con un sorriso. Essere la migliore amica della figlia del direttore artistico aveva i suoi vantaggi. La rossa andò a cercare l'ingresso al backstage, si sistemò nella divisa, indossò le scarpette ed entrò in scena. Davanti a lei, migliaia di posti vuoti che però nella sua testa erano occupati da persone che la acclamavano. "Allora, com'era l'inizio? Sollevo la gamba sinistra, faccio un angolo di 90 gradi.... poi renversé rimanendo in relevé, torno avanti e un giro di sissonne" disse mentre si riscaldava. Stava lavorando a una coreografia da autodidatta e quando poteva andava a provare a teatro (le aule dell'Accademia erano 'troppo piccole'). Iniziò a ballare, ogni tanto chiudeva gli occhi e si immaginava le persone in sala che la applaudivano. Eccola, era arrivata a QUEL MOMENTO. Quel passo.... l'aveva visto fare ad ANGELO GRECO e subito le era venuta voglia di impararlo. Si mise al centro, seconda posizione, e iniziò con le piroette. Stava andando bene, poteva farcela, slanciò la gamba ma.... "Anna!". Una voce la fece scivolare e anziché un salto mortale laterale, Anna scivolò e finì sedere a terra e gambe all'aria. "AHIA CHE DOLORE!" gridò sentendo anche un CRAC della gamba che era in aria. "Oddio scusami.... spero non ti sia rotta nulla" disse la voce rivelandosi essere quella di André. Anna mosse piano la gamba, ma quando vide che poteva sollevarla tirò un sospiro di sollievo. "Ciao André.... che ci fai qua?" domandò poi alzandosi piano. "Ho finito la giornata... e so che tu di solito il giovedì vieni QUI a... PROVARE" spiegò il ragazzo quasi in imbarazzo. "Mi dispiace di averti distratta" "Tranquillo. Vuoi la verità? Faccio tanto la spavalda ma quando arrivo a QUEL MOMENTO, mi viene subito in mente Angelo e la sua precisione e mi blocco". André le si avvicinò, mise le mani sulle sue spalle e la guardò negli occhi blu scuro. "Tu non sei Angelo Greco. Sei ANNA GERINI. Balla come tu sai fare, allenati, prova quel passo, e un giorno magari lo ballerai durante un passo a due". Nel mentre le aveva preso le mani. Tra i due si era creata una strana atmosfera che la rossa interruppe quasi subito. "Ehm grazie. Comunque se sei venuto per fare un pezzetto di strada insieme.... vai pure. Vorrei stare da sola" disse un po' in imbarazzo e strofinandosi le mani. "Ok... a domani" rispose André, ma prima di andare la baciò sulla guancia.

Dopo che André se ne fu andato, Anna passò ancora qualche ora ad allenarsi, e fu stupita di vedere che quando uscì dal teatro si stava facendo buio. 'Accidenti, come vola il tempo quando ci si diverte' pensò osservando il cielo colorarsi di rosa. "Ehi, non ci credo che ci incontriamo ancora! Cos'è, sei rimasta incantata?". Una voce risvegliò la rossa dai suoi pensieri. Ci mise un attimo a ricollegare quel tono così caldo a un affascinante ragazzo... "HARRY?!" "Già, proprio io" rispose lui sorridendo e mostrando due adorabili fossette. "Stai tornando a casa? Se vuoi facciamo la strada insieme" "Sì io.... abito in piazza Diaz. Ma tu non stai in un albergo?" domandò Anna disorientata. "Ahah non credo di riuscire a permettermi un albergo per UN ANNO ACCADEMICO". Siccome la ragazza lo guardava storto, Harry spiegò "Io studio al MAS. O meglio, al London College of Music. Sono qui per uno scambio culturale, ho sempre sognato di fare un anno nel cosiddetto PAESE DEL BEL CANTO". "Aah capisco. E ti piace qui?" fece Anna. "Beh sì, ho trovato qualche amico, il ragazzo che mi ospita è molto gentile, ma sai.... OGNI GIORNO SCOPRO QUALCOSA DI NUOVO". Quelle ultime parole fecero accelerare i battiti del cuore di Anna. "Senti, alla fine hai seguito il mio consiglio per le piroette?" chiese poi l'inglese. "Veramente abbiamo cambiato insegnante di danza classica, e da adesso lavoreremo a un balletto, 'Giselle'. Ma questo non vuol dire che dimenticheremo gli esercizi" "Non ci credo io adoro 'Giselle'!" esclamò Harry estasiato. "Secondo te potrei venire ad assistere a una lezione?" "Non so devo chiedere..." rispose la rossa pensando a Roberto che avrebbe squadrato da capo a piedi un autentico musicista alternativo quale era Harry. Ma forse erano solo sue paranoie per non parlare col suo insegnante. Nel mentre, erano arrivati davanti al condominio dove abitava Anna. "Beh, io sono arrivata..." "AH SÌ? ANCH'IO". L'affermazione di Harry la fece sussultare. "Come?" "Che c'è? Per caso devo chiederti il permesso per abitare qui?" fece lui stupito. "Ahah ma certo che no" disse Anna ridendo nervosamente. "Comunque io sto al sesto piano, numero 67" "Ah pensa, io sto al 57" aggiunse la ragazza col nervosismo a mille. "Ottimo, allora qualche volta potremmo vederci, o fare la strada insieme. Ti saluto, prendo le scale odio gli ascensori" concluse Harry, che prima di andarsene strizzò l'occhio ad Anna.

Troppe emozioni, stava succedendo troppo in fretta: prima Roberto Bolle che diventava suo insegnante di classica, poi l'incontro con un inglese molto sexy che abitava esattamente sopra di lei.... per fortuna quel venerdì aveva lezione di contemporaneo, non sarebbe riuscita a concentrarsi e a rimanere stabile sulle punte. Aveva provato a chiamare Bea, ma con zero successi. Moriva dalla voglia di raccontarle di Harry, del loro incontro al Parco Sempione e del fatto che conservasse il suo numero INSIEME ALLA FOTO DEI SUOI GENITORI. Quando uscì dallo spogliatoio, pronta per sorbirsi due ore di letteratura italiana, si sentì chiamare dal corridoio. "Signorina Gerini, posso parlarle?". La rossa si bloccò davanti all'entrata per aspettare Roberto, che veniva verso di lei con un foglietto in mano. "B...buongiorno professore. Come sta?" salutò un po' nervosa. "Molto bene grazie. Non le ruberò molto tempo, volevo restituirle QUESTO" fece poi il ballerino mettendole in mano il foglietto. Anna lo aprì, e per poco non svenne quando vide IL SUO FOGLIETTO. "Non ci credo.... allora hai.... HA saputo tutto?" "Non si deve preoccupare" rispose prontamente Roberto, che però si accorse che la ragazza gli aveva dato del tu. "Ho parlato con la sua amica, Beatriz... non voglio che lei si senta a disagio qui dentro. Come ho detto, per me siete tutte allo stesso livello". Per la prima volta Anna non si sentiva inferiore, non provava colpevolezza o si sentiva sbagliata. "Ok, comunque non avrebbe dovuto leggere questo.... lo so che non l'hai.... CHE NON L'HA fatto di proposito, però io..." "Ehi, le ho detto di stare tranquilla" la interruppe lui prendendole le spalle. "Nessuno saprà nulla. So mantenere un segreto. Ora vada, o farà tardi in classe" "Grazie, PROFESSORE" fece infine Anna, salutando Roberto con un sorriso e sentendo un peso enorme nel dovergli dare del lei.

On Dance. In LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora