André Salzburg... mentre lo aspettava al tavolino di uno dei suoi bar preferiti Anna ripensava alla prima volta che l'aveva visto. Sentiva gli sguardi di tutte le altre ragazze su di loro quando era entrata in aula accompagnata da lui, uno dei ballerini migliori della classe maschile e soprattutto uno dei più attraenti, ma a lei non faceva quest'effetto... André era una bravissima persona, un amico su cui contare, ma niente di più. Cercava di trattenere le lacrime ricordando quando l'aveva baciata a sua insaputa, la proposta di provare insieme era una scusa per baciarla. 'Stupido, stupido e ancora stupido' pensò prendendosela con un tovagliolino. In quel momento i suoi occhi blu guizzarono verso la strada, e vide l'oggetto dei suoi pensieri venire verso di lei. Era vestito in modo casual, ma era quello il suo stile migliore. 'Il giubbotto di pelle marrone che io adoro... l'avrà fatto apposta? Non lo so, ma spero di non essermi pentita di avergli scritto' rifletté Anna mentre si alzava per salutarlo. "Ehi ciao" la salutò lui dandole un veloce bacio sulla guancia. "Ciao, alla fine sei venuto" "Certo, che c'è, non mi conosci più?". La rossa preferì non rispondere: sentiva del sarcasmo in quella domanda. Ordinarono un caffè e un cappuccino di soia, e prima di iniziare la loro conversazione passò un minuto abbondante. "Dimmi una cosa, André... cosa ci è successo?". Non voleva iniziare così a bruciapelo, ma Anna se lo chiedeva dalla sera prima, quando Bea le aveva detto del comportamento del suo ormai ex amico. "In che senso?" "Lo sai bene in che senso. Non si passa da super amici a perfetti sconosciuti da un momento all'altro. E tutto questo perché? Per una gelosia infondata, perché ammettilo che sei geloso di Roberto". Lo spirito battagliero di Anna stupì André, che rifletté prima di rispondere. "Beh, ormai non posso più nasconderti nulla, soprattutto dopo quello che ci è successo. Sì Anna, io sono innamorato di te, ma non preoccuparti, non ho intenzione di obbligarti a metterti con me o dire a Roberto di andarsene dalla tua vita" "No, non avresti il coraggio di dirglielo per prima cosa, e soprattutto Roberto non può sparire dalla mia vita perché è il mio tutore". André ammutolì per la seconda volta. "Come scusa? Per caso... mi sono perso qualcosa?" "Ti sei perso molte cose, André, e tutto perché hai deciso di non usare il cervello per una volta. Sono stata male, molto male in questo periodo, mi hanno persino portata in ospedale priva di sensi e con la respirazione ridotta al minimo, e tu sai quanto odi gli ospedali. Tutto questo per dirti che a quanto pare sto sviluppando la stessa malattia ai polmoni di mia zia, sai quella che sta a Torino, l'unica parente che mi è rimasta. Non sono ancora in pericolo, per fortuna non devo fare la sua stessa terapia, anche perché se così fosse dovrei smettere di ballare, ma comunque devo essere seguita dai medici, e Roberto è l'unico adulto che conosco e di cui mi fidi" "Beh, certo, ti fidi di lui perché ne sei innamorata". In quel momento André si morse la lingua e pregò che la sua sedia sprofondasse, sparisse inghiottita da una botola. Anna contò fino a duecento per evitare di strozzarlo o gridargli contro. "Ne abbiamo già parlato, e ti ho già detto che non è così, anche se..." 'No Anna, non dirgli che l'hai baciato, ti cacceresti in guai peggiori' l'avvertì la sua coscienza. "Anche se?" incalzò il ragazzo, che moriva dalla voglia di prenderla per le spalle. "Anche se provo una forte ammirazione per lui. Io non sono innamorata di Roberto, e anche stavolta hai dimostrato di usare più la pancia del cervello. Non sei più l'André che conoscevo, dicono che l'amore sia il più bel sentimento del mondo, beh secondo me delle volte cambia le persone in peggio". Senza pensarci due volte Anna si alzò dalla sedia e se ne andò, aveva fatto così anche con Roberto il giorno prima, quando il discorso prendeva una brutta piega se ne andava. 'Passerò per codarda, per una che vuole scappare dai problemi, ma invece sono una persona stufa che vuole vivere una vita normale e soprattutto vuole vivere circondata da persone che non le creano problemi' pensò mentre quasi correva ed era sull'orlo delle lacrime. E in quel momento le passò per la testa un pensiero che aveva tutte le volte che si trovava in situazioni complicate: 'Mamma, papà, perché ve ne siete andati?'.
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On Dance. In Love
FanficAnna Gerini. Roberto Bolle. Lei, capelli rossi, occhi blu scuro, ama la danza ma non la sua rigidità. Vuole ballare, ma senza le mille regole. Non è vista di buon occhio all' Accademia della Scala finché non arriva LUI per sostituire la sua insegnan...