ATTO 35

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Siccome Harry aveva insistito per entrare anche lui, eccoli lì... tutti e tre all'Ospedale San Giuseppe, con Anna seduta su un lettino pronta a una diagnosi disastrosa. All'inizio era indecisa se andarsene da casa del suo ragazzo e non dirgli niente del sangue sulle dita, ma poi si era detta che doveva smetterla di tenerlo all'oscuro. Così aveva chiamato Roberto, e quando si erano presentati in due sotto casa il ballerino aveva azzardato qualche lamentela, ma Anna l'aveva zittito con un tono secco e chiedendogli se ci tenesse alla sua salute. Quella volta c'era solo il dottor Benassi, che aveva appena ascoltato quasi tutta la storia che li aveva portati fin lì. "Da quello che mi hai raccontato sembra un indizio che la malattia sta avanzando". 'Cavoli, che doccia fredda' pensò la ragazza notando che Harry aveva spalancato gli occhi e Roberto invece continuava a tenere lo sguardo fisso sul medico. Si vedeva che lui era un ballerino classico: controllo ed eleganza non lo abbandonavano nemmeno in quel momento. "Tuttavia non è detta l'ultima parola. Dalla lastra che ti ho fatto il polmone destro risulta più danneggiato del sinistro. Con alcuni cicli di chemio potremmo guarirlo, ma è probabile che per il polmone destro dovremo sottoporti a trapianto" "E dite dottore... se questo fosse possibile Anna avrebbe una vita normale?" domandò Harry con ansia, e la rossa ebbe paura di quella domanda, se fossero stati da soli gli avrebbe chiesto se era terrorizzato all'idea di passare la sua vita con una malata. "Ci auguriamo tutti che sia così... comunque è meglio che per un po' tu smetta di ballare. Guardandoti mi sembri molto stanca, so che mi dirai che è una cosa normale, ma Anna, la tua non è una situazione normale".
Smettere di ballare... aveva aspettato quella sentenza con angoscia, e ora che era arrivata Anna avrebbe voluto alzarsi e spaccare tutto, in uno scatto d'ira. Invece si limitò ad urlare, se ne infischiò di essere in ospedale davanti ad un medico e con le due persone a lei più care. Non potevano toglierle la danza, era la sua vita, la sua ragione di vita. Non seppe come mai, ma si buttò addosso a Roberto, lo circondò in una forte stretta e iniziò a singhiozzare: "No, no io non voglio! Non voglio smettere di ballare!!! Roby mi vogliono uccidere, morirò lentamente e sono dei sadici del cazzo, non voglio un polmone nuovo se per averlo devo rinunciare alla danza". Roberto ricambiò l'abbraccio, e vedendo lo sguardo preoccupato di Benassi disse: "Non si preoccupi, adesso è molto sconvolta. Penso abbia capito che la danza per lei è tutto, ma dopo un po' capirà che è solo per il suo bene" "Certo, non mi aspettavo una reazione di felicità. Comunque non vuol dire che non potrà più uscire, potrà andare a scuola, ma assolutamente deve stare lontana dall'Accademia, l'unica eccezione sono riunioni per spettacoli o conferenze". Roberto annuì, e prendendo in braccio la ragazza ringraziò ancora una volta il dottore, che prima di congedarsi prese sia lui sia Harry per una spalla e disse: "Statele vicino. Non permettetele di lasciarsi andare, se la signorina Gerini dovesse iniziare a chiudersi in casa si condannerebbe a morte da sola".

Anna era andata via dall'ospedale in braccio a Roberto, non voleva guardare in faccia nessuno. Vietandole di ballare l'avevano già condannata a morte. Harry si era sentito palesemente in disparte, tanto che aveva deciso di prendere la metro al ritorno, quella che doveva essere la prima volta della ragazza si era trasformata in un incubo. Una volta arrivati al condominio di via Diaz, Roberto le chiese se voleva che passasse la notte insieme a lei. "No, tranquillo non tenterò il suicidio tagliandomi i polsi con i vetri di una finestra. So che piangerò molto, quindi non stupirti se domani mi vedrai con gli occhi gonfi" "Capisco. Comunque domani non ci sono lezioni per voi in Accademia, solo un incontro per parlare di un'iniziativa a cui alcune classi come la nostra hanno deciso di partecipare". Il ballerino l'aveva salutata con un bacio sulla fronte e, dopo averla vista entrare nel condominio, pensò che una persona che dava la vita per la sua passione faceva bene ad arrabbiarsi così vedendo la sua vita scivolare via. 'Però Anna, non fare pazzie... non lasciarti andare' si disse rimettendo in moto e sentendo gli occhi velati.

On Dance. In LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora