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CAPITOLO VENTOTTO
«Me l'avete proprio fatta»


"Park Miso, legale del figlio del sergente maggiore Lee. E' un piacere conoscerla" Miso sorrise, presentandosi al coroner che le strinse la mano ricambiando la gioia. "Medico legale Seo. E lei deve essere uno di quei cantati famosi- gli EXO?" l'altra donna provò a ricordare il nome del moro, ma senza successo.

Si grattò la testa imbarazzata. Era molto giovane, sui trent'anni circa. Jaemin si inchinò, pronunciando il suo nome, cercando ti toglierla da quella situazione difficile. "Na Jaemin. Esattamente, dottoressa Seo, sono un membro degli NCT"

"Perdonami!" si scusò timidamente. "Conosco quel gruppo, mia figlia è una vostra fan" spiegò. "E lei? A lei cosa piace?" domandò, quindi, Jaemin, incuriosito. "Oh, no! Io sono una donna anziana, non seguo i cantanti di questa nuova generazione, tuttavia sono una fan accanita degli EXO"

Il sorriso di Jaemin scomparve, rimpiazzato da un broncio alla quale Miso sorrise. "Adesso che la osservo meglio, signorina Park, lei mi ricorda due persone, è possibile?"

"Come non potrebbe..." borbottò Jaemin, geloso. La minore ruotò gli occhi al cielo, poi rispose. "Assolutamente, dottoressa Seo. Chenyeol e Jinwoo, entrambi due cantanti... sono i miei fratelli. Poi c'è anche Changkyun, ma non vi è alcuna somiglianza fra noi poiché lui è stato adottato"

Il medico legale sgranò gli occhi. "C-Come?!" esclamò. "Quel Park Chanyeol?" domandò non credendo alle parole dell'avvocato. Jaemin sbuffò ruotando gli occhi al cielo.

Miso annuì, poi capì che il momento delle chiacchiere era terminato. Voleva tornare al Sud e non poteva permettersi troppe perdite di tempo.

"Allora, dottoressa Seo, io ed il mio interprete siamo venuti qua per vedere il corpo della vittima, è possibile? Non ho un mandato, non ne vedevo il bisogno di richiederne uno" spiegò la minore tornando al suo caso.

"Oh, non c'è alcun bisogno di preoccuparsi avvocato, lei ha la libertà di vedere il cadavere del ragazzo ogni volta che vorrà" sorrise. "Ci sono delle misure che dovrete adottare, fra cui l'uso dei guanti in lattice per non inquinare le possibili prove rimaste sul cadavere, ed un grembiule sterile. Vi fornirò io il materiale necessario" spiegò, allontanandosi per recuperare quanto dettato.

"Prima di consegnarvi l'occorrente, temo che dovrò rendervi l'idea di ciò che troverete sotto il telo. Il corpo è in fase di decomposizione, perciò ha un odore nauseabondo. Oltre a questo si tratta di un cadavere, un essere umano ucciso a coltellate e poi, per dare il colpo di grazia, un colpo di pistola alla testa" continuò, anche se questa volta in modo più serio.

"Perciò vi chiedo, nel caso uno di voi due fosse particolarmente impressionabile, di aspettare qua fuori. Non ci vorrà molto"

"Ottimo, credo che allora attenderò all'esterno" parlò Jaemin, disgustato dalla minima descrizione fatta della donna. Pochi attimi dopo girò i tacchi ed uscì dalla porta.

"E lei, avvocato Park?" domandò. "Credo che me la caverò" sorrise la minore, dopodiché il coroner le consegnò il materiale necessario.

Il cadavere del giovane ragazzo era scoperto sul tavolo d'argento. Miso provava pena, poiché sembrava che avesse quasi la sua età. Si sentì particolarmente vulnerabile.

"Aveva ventitré anni" parlò la donna maggiore, confermando le teorie dell'avvocato. "La causa della morte è data dal colpo di pistola, nonostante tutte le altre ferite"

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